Ci penseremo…

«Cara casa editrice XYZ,

Nello scorso mese di giugno ho acquistato un Vs. Libro dal titolo Pippo va in campagna di Ciccio Cappuccio al prezzo di Euro 17,50. Quando ho iniziato a leggerlo, mi sono accorto che molte pagine erano state stampate male, incollate fra loro o vuote.

Mi chiedo se, viste le condizioni di stampa, tale libro non doveva essere messo in vendita ad un prezzo minore.

Cordiali saluti.»

L’errore si ammette in (quasi) tutte le professioni. Nei libri no. Se un libro è stampato male, se gli mancano delle pagine o chessò è l’editore ad averlo voluto così. E questa è una lettera molto beneducata (e infatti abbiamo subito sostituito il Libro), ma ci sono quelle violente («Non comprerò mai più una Vs. pubblicazione! C’è un refuso a pagina 52 del libro Pippo va in campagna! Come osate vendere una mostruosità del genere?»), quelle dubbiose («Nel libro Pippo va in campagna le pagine saltano da 116 a 132. E’ giusto o le avete numerate male? Comunque state più attenti!») e quelle recise («Il libro Pippo va in campagna è pieno di refusi!» E, alla richiesta di segnalarli per correggerli in un’eventuale nuova edizione: «A pagina 52 c’è scritto ‘capo stazione’. Non sapete che si scrive ‘capostazione’?»).

Newsflash: il libro perfetto non esiste. I refusi sfuggono anche alla quarta rilettura (e c’è sempre la Legge di Murphy: «L’autore (o l’editore) aprirà il libro nell’unica pagina in cui c’è un refuso»). Non ne ho mai fatto un dramma, perché si tratta di cosa fisiologica (in copertina, però, nossignore, mi fa imbufalire). Poi ci sono gli errori fattuali (il giorno pieno che diventa notte fonda nel giro di qualche minuto o viceversa), anche se si fa di tutto per evitarli. Innumerevoli sono i libri salvati sull’orlo dell’orrore, con un Dante che nasceva nel XVI secolo, con personaggi che avevano gli occhi «nerissimi» fino a pagina 302 e poi «di un verde cristallino» fino a pagina 604 (per tornare neri in seguito), con tram che apparivano (seppur sotto forma di metafora) in pieno Medioevo eccetera. Eh, signora mia, non ci sono più gli editor di una volta.

Però l’idea di diminuire il prezzo a un libro stampato male sconfina nel genio.

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09 2007

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