Ho sentito cose…

… che voi umani forse sentite tutti i giorni. Ma io no. Spiego: per motivi che non posso (e quasi non so) spiegarvi, sono stata rinchiusa per l’intero pomeriggio in una sala superlusso (con tanto di cameriere-catering di altissimo livello, del tipo: “Questo è yogurt magro, questo è intero, questo è alla vaniglia speziata, questo è alle fragoline di montagna, questo è alla liquirizia. Se non prende nulla, mi denudo e mi frusto da solo per penitenza…”) a sentir parlare di prodotti. Di una serie infinita di prodotti. E non da gente qualsiasi, ma da pezzi grossi, amministratori delegati e simili. Che, forti del loro Powerpoint, del loro orologio pluridimensionale e dei loro completi gessati-ma-sportivi-dentro, hanno dimostrato di essere in seria difficoltà quando si trattava di spiegare qualcosa. Perle colte al volo:

  • E’ specificamente specifico per il target kid, che, cioè, come dire, è, sarebbe il target bambino.
  • Questo prodotto situato a shelf ha dimostrato la potenza del valore aggiunto in più nel pack.
  • A un certo punto volevamo fare un un-pack ma la store promotion era già sulla strada del facimento…
  • Abbiamo avuto numerevoli pressioni dalla nostra corporate.
  • Questo brand appila… cioè… è molto… ha molto efficiacia…

Intendiamoci: non ho (quasi) niente contro l’uso dei termini inglesi nei discorsi di lavoro. Fungono spesso da collante, conferiscono sicurezza a chi parla e chi ascolta, come se tutti facessero parte della stessa tribù. Ma oggi ho avuto la sensazione che non si trattasse semplicemente di far ricorso a un termine familiare a tutti, di percorrere una scorciatoia linguistica. Oggi ho avuto la netta sensazione che, sotto l’inglese, si nascondesse una semplice carenza mentale e pratica dell’italiano.

E ho provato un’acuta nostalgia delle folli, incredibili, improbabili proposte editoriali che giacevano, inascoltate, sulla mia scrivania.

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11 2007

9 Commenti Commenta ↓

  1. eio #
    1

    casso spetta che magari oggi era il giorno giusto per mandarti quel manoscritto (che ho scritto personalmente)

  2. catrionapotts #
    2

    Fiducia incondizionata nel tempismo delle poste italiane, eh? ;-)

  3. 3

    La shelf life del tuo blog è direttamente collegata al target di consuatori in via di espansione con holding multistrato sullo yogurt alla liquirizia accompagnato da bello indomito da frustare, in packaging richiudibile dopo l’uso.

    Din don!

  4. catrionapotts #
    4

    Oddio… quasi quasi ci credo (faccio soltanto un po’ fatica a immaginare il bello indomito, però)!

  5. 5

    Certe persone sono linguisticamente impreparate di Default :-)
    Louie

  6. 6

    mhm vorrei lasciare un commento trendy che abbia un po’ di appeal e che possa essere in touch col tuo target, ma ho in mente solo i marinai ribelli, la carne coi vermi e una musica istantanea, sofferta e meravigliosa. Altro che cagata pazzesca.

  7. catrionapotts #
    7

    @ Zio Burp A parte il fatto che t’invidio da morire, lo sai che la Kino Video ne ha appena pubblicato una fantastica edizione restaurata?

  8. 8

    A parte il fatto che sono io che ti invidio, ah beata te che “lavori sui testi” BANG! Mancato! Rirpova! No, scherzo. Siamo seri. Qualcuno mi dice che il buon Eisenstein disse che la Corazzata avrebbe meritato una nuova soundtrack ogni decennio. Io so per certo che la nostra di ieri sera lo avrebbe fatto godere. L’11 dicembre siamo lì con Giovanna d’Arco, ti prenoto una prima fila con vista sottotitoli?

  9. catrionapotts #
    9

    Ti comunico che sono felicissima proprietaria del cofanetto Dreyer della Criterion e che la Giovanna (non presente nel cofanetto) è il mio prossimo acquisto. Dimentico qualcosa? Ah, sì: tiè! :-) Grazie per l’invito, ma proprio non posso.



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