Amo questa donna

FINOCCHIARO (Ulivo). […] Colleghi, il nostro giudizio su questa finanziaria è ampiamente favorevole. Lo era sul testo del Governo, lo è sul testo che il Senato consegnerà alla Camera. Abbiamo mantenuto le nostre promesse. [...] Quello che voglio dire, se i colleghi me lo consentono, è che l’approvazione della legge finanziaria qui al Senato, con questa maggioranza, senza il ricorso al voto di fiducia, ha un valore politico assai più importante dell’approvazione della legge in sé. Molti commentatori politici l’hanno già definito: “il cambio di fase”, la “svolta”, il “nuovo scenario”. È così.
Mi rivolgo ai colleghi dell’opposizione. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi dell’UDC, di Alleanza Nazionale, della Lega e ai tanti colleghi di Forza Italia trascinati nell’insensatezza di una strategia politica decisa ed imposta dal presidente Berlusconi. (Commenti dal Gruppo FI). Una strategia politica decisa, imposta e sbagliata, innanzitutto per l’Italia, disastrosa per il centro destra, che è rimasto schiacciato nella morsa di un’attesa che si è snocciolata, sin dai primissimi giorni della legislatura, giorno dopo giorno, voto dopo voto, provvedimento dopo provvedimento, in attesa della cosiddetta spallata. Termine da partita di rugby. E che non è venuta su questa finanziaria, colleghi, per 715 votazioni.
E mentre questo accadeva, sulla stampa, nelle dichiarazioni pubbliche e private una ridda di indiscrezioni, di pettegolezzi, di retroscena. Espliciti anche sui tentativi di corruzione – come si chiama ovunque nel mondo – corruzione politica di nostri senatori. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV, Misto-CS e Misto-Pop-Udeur. Proteste dal Gruppo FI).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di lasciar concludere la senatrice Finocchiaro.

FINOCCHIARO (Ulivo). Ne hanno parlato esplicitamente alcuni di voi, con accenti lievi ed irridenti, come se si trattasse di una cosa così, che si fa, si può fare e si può anche dire.  A segnalare che ad essere corrotta è, innanzitutto, un’idea della politica. Di più, mi sbagliavo, perché quella non è politica, ma cattiva pratica.
E non è – ne sono assolutamente certa – di tutto il centro-destra. Al contrario, e per sovrapprezzo, la cattiva pratica ha scacciato la politica. E vi ha condannato tutti, senza distinzioni, all’imbarazzato silenzio e all’attesa.
Mi tornava in mente stamane una poesia di Kavafis, che molti di voi conosceranno e di cui voglio ricordare qui soltanto qualche verso, anche per rasserenare il clima: «Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza? Stanno per arrivare i barbari oggi. Perché un tale marasma al Senato? Perché i senatori restano senza legiferare? È che i barbari arrivano oggi. Che legge voterebbero i senatori? Quando verranno, i barbari faranno la legge». E finisce: «Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un’aria così triste? È che è scesa la notte e i barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto i barbari. E ora, che sarà di noi senza barbari? Loro erano comunque una soluzione».
È stato così. E molti di voi, colleghi, sanno che non c’è soluzione fuori dalla politica. Lo capisco anch’io che, come dice il presidente Berlusconi, sono comunque una donna. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur). La senatrice Bonfrisco non applaude, ma mi sorride, capisco.
Molti di voi autorevolissimi rappresentanti del centro-destra hanno dichiarato che, nel momento in cui questa finanziaria verrà qui approvata, si aprirà una nuova stagione per l’Italia e per la politica, perché a finire sarà la declinazione del bipolarismo come muro contro muro, spallate e ginocchiate, e si aprirà finalmente un nuovo tempo per il Paese, e per ciascuno di noi. Il tempo della riforme di cui discutere insieme, di una nuova legge elettorale, delle grandi questioni nazionali. Ciascuno dalla propria parte, ma insieme per l’Italia.
Anche perché, lo sapete voi come noi, non c’è più tempo. I barbari non sono arrivati e ne abbiamo sprecato troppo. E questo è imperdonabile. Non voglio tuttavia sottrarmi ad una riflessione sulla nostra maggioranza che vorrei fare in termini meno stucchevoli della proclamazione di una vittoria.
È una mia riflessione di questi giorni a cui l’intervento di Natale D’Amico, ieri, ha dato un contribuito essenziale. Ed è una riflessione che mi permetto di sottoporre anche al Governo…

PARAVIA (AN). Ma quale maggioranza?

FINOCCHIARO (Ulivo). Ieri, Natale D’Amico… (Commenti del senatore Paravia).

PRESIDENTE. Senatore Paravia, la prego.

FINOCCHIARO (Ulivo). La maggioranza che ti ha battuto per 715 volte in quest’Aula e che tra 5 minuti ti batterà ancora una volta. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV e Misto-Pop-Udeur. Vivaci commenti dai banchi dell’opposizione).

PARAVIA (AN). Arrogante! Arrogante!

FINOCCHIARO (Ulivo). Ieri, Natale D’Amico ha difeso – in quest’Aula – un articolo che quasi tutti, giornali compresi, hanno definito una “concessione” alla sinistra radicale. Sbagliato. Perché quell’articolo, quella formulazione ormai apparteneva a tutti, uno per uno, delle senatrici e dei senatori della maggioranza. Lo stesso potrei dire per altre parti della legge. Perché quest’anno, molto di più di quanto sia accaduto, paradossalmente, lo scorso anno – lo dico anche al Presidente del Consiglio – quella parte della legge finanziaria che è stata elaborata qui non è stata la tessitura paziente di un patchwork in cui trovare una composizione ponderata. Nella parte costruita qui al Senato è stato molto di più.. È stato il frutto del lavoro, ovviamente durissimo… (Commenti dal Gruppo AN). Ma non siete capaci di fare parlare qualcuno senza interrompere? (Applausi dal Gruppo Ulivo. Commenti dai banchi dell’opposizione). Non siete proprio capaci! […]
È stato il frutto di un lavoro, certamente durissimo, molto paziente, di mettere a frutto insieme culture politiche diverse, ma soprattutto (lasciatemelo dire) di apprezzarne l’utilità per il cambiamento, la crescita, la coesione del Paese. Il che dimostra soprattutto una cosa: che c’è più forza espressiva comune in questa maggioranza di quanta noi stessi non pensiamo. Altrimenti non ce l’avremmo mai fatta. Lo dico perché capisco, bene, disagi e difficoltà politiche che si segnalano. E penso che vadano prese molto, molto sul serio. Perché l’abbiamo sperimentato proprio sul campo più aspro di questa finanziaria, in queste settimane in cui tutti gli osservatori politici si attendevano che qui finisse.
Ma lo dico perché forse è irrituale rispetto ai canoni che governano normalmente i discorsi politici – normalmente maschili – perché a me è capitato di capirlo molto più lucidamente di quanto fosse mai accaduto in questo anno e mezzo, così che il lavoro che abbiamo prodotto al Senato non ci appartiene a pezzetti per Gruppi, ma appartiene a tutta la maggioranza.
Voi ci avevate sottovalutati, ma noi ci eravamo sottovalutati.
Da oggi ricominciamo, colleghi. Ricominciamo a ragionare, a confrontarci con tutte le forze politiche, con i Gruppi parlamentari, con i colleghi che sceglieranno di discutere di riforme, a cominciare da quella elettorale e da quella istituzionale. Perché l’attesa è finita, perché comincia di nuovo il futuro della politica e il futuro dell’Italia. (Applausi dai Gruppi Ulivo, RC-SE, IU-Verdi-Com, SDSE, Aut, Misto-IdV, Misto-CS, Misto-Pop-Udeur e dei senatori Levi-Montalcini, Scalfaro e dai banchi del Governo. Molte congratulazioni).

[qui il testo integrale]

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11 2007

1 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Anch’io. E’ meglio di Veltroni.



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