Soltanto oggi (IV)

Trasparenze
Sfogliando il Vostro altrimenti completissimo sito purtroppo non traspaiono nomi a cui inviare libri manoscritti e/o inediti…

Geometrie
Questo romanzo è una storia di amicizia strutturata in modo geometrico dove le varie forme si sovrappongono attraverso passaggi comuni come l’animismo e le ansie della vita di provincia.

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11 2007

9 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Guarda, non c’è niente di peggio che l’animismo di provincia! ancora ancora l’animismo in città, un aperitivo animista ogni tanto magari ci scappa…

    (o era l’onanismo che si geometrizza con le ansie della vita di paese? Già sarebbe più comprensibile. Spiegherebbe anche il titolo del manoscritto: “Memorie di un masturbatore di provincia”)

  2. 2

    Ho letto tutta la prima schermata, e ancora non sei riuscita a farmi passare l’invidia per chi lavora in CE… magari mi verrà, intanto continuo. Complimenti, ciao!

  3. 3

    Meravigliose, davvero.

    (Accidenti, la battuta sull’onanismo la volevo fare io)

  4. catrionapotts #
    4

    @ passi falsi Vogliamo parlare dell’animismo della metropoli? Con tutte quelle persone, sai che bell’animismo-orgia che ci scappa!
    @ miic Grazie. Quanto all’invidia, magari continua a leggermi e magari ti passerà, prima o poi ;-)
    @ Stark Grazie da parte degli estensori. :-)

  5. 5

    Anche io lavoro al secondo piano: le bizzarrie che ci avvengono saranno una peculiarità architettonica?

  6. catrionapotts #
    6

    @ Sere Sarebbe interessante (e un po’ inquietante), ma io ho notizie di quinti e sesti piani che, quanto a bizzarria, non scherzano. Che la bizzarrie siano dunque la norma? ;-)

  7. 7

    Ieri parlavo con una ragazza che vive da anni in Germania e sembrava sapere tutto dell’editoria krukka, e sottolineava appunto come sia facile reperire informazioni colà, mentre le case editrici italiane sembrano avvolte nel mistero. E’ anche la mia impressione: sarà autodifesa, per carità :-)
    Per dire: è tanto coccolo chi ha scritto la prima, quel superlativo sa di captatio che mamma mia, ma un po’ di ragione…o no?
    Estremizzando, mi capita di pensare che devo ancora capire per chi lavoro, ogni tanto mi contatta una, poi un’altra, di rado mi spiegano chi sono, che ruolo hanno, sono sempre terrorizzata dall’idea di fare figuracce assurde e quindi mi barcameno in una piatta medietà. Forse dovrei essere più ficcanasona.

  8. catrionapotts #
    8

    @ liseuse Il problema è complesso e ha le sue radici probabilmente nell’idea di cultura che ci portiamo dietro. In Italia c’è ancora la convinzione che il libro debba essere esclusivamente Cultura e guai se diverte (in senso ampio) o se permette di passare il tempo piacevolmente. In Germania no. Hanno la Cultura e la cultura e della seconda non si vergognano. Ma ci torneremo. Quanto alle qualifiche, è vero, c’è un certo… pudore. Ma dai, è comprensibile. Io dico sempre chi sono al telefono (anche se rapidamente) e poi, nelle comunicazioni ufficiali, anche per e-mail, nella firma dico chi sono e cosa faccio. E mi sembra di poter sostenere che sono in molti a fare come me.

  9. 9

    Brava Catriona!
    Di tutte le mail che ho ricevuto da case editrici, penso che soltanto una o due avessero una signature in fondo: quelli che mi hanno scartato una prova di traduzione. E una aveva una generica “Redazione letteraria”: poteva essere una stagista, una collaboratrice temporanea, una segretaria di redazione (no, magari questo no) o la caporedattrice. Non lo saprò mai…
    Poi è un classico dei traduttori, quasi un bisbiglìo da carbonari: ehi, ma mica che conosci qualcuno precisamente in Feltrinelli, l’editor di…, la caporedattice di … e di lì e di là…ssss, tutto ben custodito.
    Vabbè, io dopo due anni che lavoro per una casa editrice, finalmente ieri ho conosciuto di persona e stretto la mano all’editor di narrativa, posso essere soddisfatta :-)
    Aspetto agognante tuo post in materia!



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