Se oggi vado al cinema a vedere un film con Tom Cruise, so bene che per almeno sei mesi-un anno non avrò la possibilità di vedere un’altra pellicola con il mio attore preferito (vabbè, si fa per amor di esempio). Mi dispero? No, non credo. Protesto con i registi o con i produttori? Ne dubito.
Allora perché, nel caso di un libro, si ricevono ansiose richieste sul genere: “Quando uscirà il nuovo libro di John Johnson?” se il nuovo – l’ultimo – libro di John Johnson è in libreria da poco più di una settimana?
Seguitemi, per favore.
Prendete il libro di un autore che vi piace (e che non è ancora stato tradotto). Armatevi di un word processor, di un dizionario e di un cronometro.
Poi traducete una pagina di quel libro, calcolando quanto tempo ci mettete.
Mettete da parte la traduzione per due-tre giorni.
Riprendetela in mano, rendendovi conto che ci sono cose da sistemare, da limare, da correggere (state sempre cronometrando, vero?).
Fate leggere la vostra traduzione a qualcuno, che deve capire quello che avete scritto.
Tornate a limare e a correggere (tic, toc, tic, toc…).
Moltiplicate il tempo ottenuto per il numero delle pagine di cui è composto il libro.
Poi raddoppiatelo (vorrete ben rivedere la traduzione intera, no?)
Ecco: questo, in modo molto approssimato (per difetto) è il tempo necessario per fare una traduzione.
Aggiungetevi almeno il tempo della revisione redazionale, della lettura delle bozze, della prenotazione del libro, della stampa, dell’arrivo in libreria (semplifico moltissimo, eh?).
Ecco: per pubblicare un libro, questo è il tempo minimo.
Eppure qualcuno ha scritto alla CE chiedendo se potevamo far uscire prima di Natale un certo romanzo di un certo autore perché lui (lo scrivente, non l’autore) doveva assolutamente regalarlo a suo cugino.