Terzo tempo

Io (leggendo il ticker): “Da gennaio su campi da calcio italiani si farà il terzo tempo.”
Mr Potts: “Cioè?”
Io: “Mah! Tre tempi da mezz’ora?”
Mr Potts: “Uh, che brutto. E gli intervalli?”
Io: “Eh, forse saranno più corti… chessò… dieci minuti ciascuno.”
Mr Potts: “E le partite dureranno 110 minuti?”
Io: “Così c’è più tempo per le pubblicità.”
Mr Potts: “Eggià. Strano, però, non averne mai sentito parlare.”
Io: “Sai, queste cose te le buttano lì, imposte da chissà quanti sponsor…”
… e così via a discutere.

L’ignoranza delle parole talvolta è divertente. Ho detto talvolta, eh?

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04

12 2007

3 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Per il rugby il cosiddetto terzo tempo è un pranzo/una cena tra le due squadre che sono state avversarie poche ore prima.
    Serve a ricordare che la partita è finita, lasciare alle spalle eventuali screzi e incidenti di gioco, rappacificare gli animi e ricordare a tutti che il rugby è uno sport, un gioco.
    Se i calciatori e gli allenatori, invece di andare alla TV a raccontare quanto gli arbitri cattivi gli abbiano negato la vittoria se ne andassero a fare ‘na magnata forse sarebbe meglio.
    Per assomigliare anche lontanamente ad uno sport civile come il rugby, il calcio deve fare molta, moltissima strada. Non basta un terzo tempoç le signorinelle del calcio dovrebbero iniziare p.es. a non piangere per una spintarella (avete mai visto un giocatore di rugby lamentarsi?), ad accettare senza discutere le decisioni dell’arbitro (avete mai visto un giocatore di rugby lamentarsi?), a giocare e basta (avete mai visto un giocatore di rugby lamentarsi?)

  2. catrionapotts #
    2

    @ Gian Marco Grazie della spiegazione, davvero molto istruttiva. Mi darò delle arie con tutta la CE. Quanto alle tue domande, mi viene in mente soltanto una banalità: avete mai visto un giocatore di rugby inseguito da torme di giornalisti sportivi per sapere se il mignolo gli fa davvero così male oppure se c’è speranza che, entro quattro mesi, possa avvenire il miracolo del recupero completo? E sia chiaro che seguo il calcio da quando non sapevo neppure cos’erano il primo e il secondo tempo.
    Comunque oggi, su Repubblica, tanto per non enfatizzare, lo hanno ribattezzato “il corridoio degli applausi”.

  3. 3

    (leggo questo post sul terzo tempo solo adesso e mi esalto)

    “il corridoio degli applausi” non è la stessa cosa del terzo tempo – il tunnel lo fanno anche i rugbisti, e dopo fanno pure il terzo tempo.

    > avete mai visto un giocatore di rugby inseguito da torme di giornalisti sportivi per sapere se il mignolo gli fa davvero così male oppure se c’è speranza che, entro quattro mesi, possa avvenire il miracolo del recupero completo?

    No, per il semplice motivo che un giocatore di rugby pure se lo portano via in barella e poi dopo lo devono pure operare perché ha uno zigomo fratturato causa ginocchiata da parte di un inglese (vedi il povero Rory Lamont la settimana scorsa) se interpellato al massimo dice: “mannaggia, mi sa tanto che la settimana prossima non gioco… però tra quindici giorni sì, eh?“. :)

    Inoltre: un rugbista non fa mai la sceneggiata di buttarsi a terra rotolandosi come in preda a spasmi di dolore (inesistente) per guadagnare una punizione (non ci sono rigori nel rugby, anche se alcune punizioni vengono tirando un calcio assimilabile al rigore – se la palla passa tra i due pali e sopra la traversa dell’H sono 3 punti. Il mio adoratissimo Chris Paterson è il re incontrastato dei calci di punizione. :) ).
    A tal proposito, lo sai come rugbisti e sostenitori – sì, “sostenitori”, mai “tifosi”! – chiamano i calciatori? “Tuffatori”. ;)



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