Soltanto oggi (XIII) (“Quelli che” edition)

Quelli che si propongono come traduttori e ti scrivono: “Ho trovato nella Dimensione della Parola la strada per aprirsi all’Altro, inteso come cosa diversa-da-sé eppure conoscibile e assimilabile tramite strumenti adeguati. La mia ambizione è dunque di propormi come traghettatore culturale, cioè operare in tale ambito non come puro convogliatore di senso, ma come elemento di collegamento tra identità culturali apparentemente non armoniche…” E non dicono quali lingue conoscono.

Quelli che ti mandano un pacco di due chili con dentro tre volumi spiralati dal titolo Libro I, Libro II, Libro III senza uno straccio di spiegazione.

Quelli che “ho scritto il libro definitivo sull’allevamento delle salamandre” perché, inspiegabilmente, in Italia, non è stato ancora pubblicato nulla sull’argomento.

Quelli che ho l’intenzione quasi certa di voler mettermi a scrivere un libro, forse un romanzo forse un saggio e come lo posso pubblicare e quanto ci posso guadagnare.

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01 2008

12 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Non c’è nessuno che si presenta dicendo di aver scritto un bestseller?

  2. 2

    Quando mi hanno dato il lavoro in libreria, il tizio che mi ha fatto il colloquio aveva appena mandato via un candidato perché aveva dichiarato di non riuscire a dare un valore commerciale ai libri e di sentirsi in colpa quando era costretto a farlo.
    Credo che sia utile vedere le cose dalla giusta prospettiva. Dal basso della mia laurea in lingue, se dovessi fare il traduttore non mi preoccuperei del sé e dell’altro. Mi preoccuperei di rispettare il lettore, il libro e l’autore.

  3. 3

    I primi li vedrei bene in ambito informatico a scrivere slideware, un particolare tipo si software che non si scrive in nessun linguaggio di programmazione ma solo con programmi tipo powerpoint.

  4. catrionapotts #
    4

    @ Signor Ponza Ah, quelli. Prima o poi approderanno anche loro al “soltanto oggi”.
    @ Louie Risposta esatta. Ma sai, in certo immaginario, le CE sono luoghi in cui, per lavorare, non soltanto devi conoscere a memoria tutto Derrida, ma devi saperlo anche spiegare “con parole tue”… ;-)
    @ Gian Marco Slideware è un sinonimo di inferno, vero? :-D

  5. 5

    Per rimanere in tema, più o meno, mi piacerebbe sapere cosa ne pensi di questo.

  6. 6

    @ Catriona, sto avendo una buona maestra e sto iniziando a pensare che si può vivere di letteratura (non necessariamente scrivendo, ma anche traducendo, editando, impaginando e via discorrendo) pur adorando l’effetto che un buon libro provoca sulla produzione di serotonina.
    Il rispetto è immutato, è il punto di vista che sta cambiando.

  7. catrionapotts #
    7

    @ subliminalpop [attenzione: come sempre mi riferisco a un'esperienza personale; le modalità di risposta sono pressoché infinite] Sui tempi, posso soltanto dire che sono plausibili. Sì, capisco, aspettare un anno significa aspettare tanto (e, da quello che dici, altre CE ti stanno facendo aspettare ancora di più), però davvero non ce la si fa, soprattutto se non si vuole rispondere “alla cieca” con lettere prestampate. Che esistono, ovvio. Perché nel testo sottoposto non c’è niente di buono, perché la forma è così sgangherata che non ci si può cavare nulla e via discorrendo. L’aggiunta personale (commenti sullo stile, sulla storia eccetera) è sempre meditata. Certo, anche qui ci sono formule, però non vengono usate in modo sconsiderato. In tutto ciò, ammetto che quel “qualcosa di diverso” finale non è chiarissimo. Forse è un modo un po’ sintetico per invitarti a seguire i consigli che ti sono stati dati. Aggiungo, tuttavia, che non mi permetterei mai di suggerire a uno scrittore di cui ho letto un unico testo: “scrivi di questo e/o scrivi così”. Sarebbe, per me, una forzatura.

  8. 8

    Io quelli che sfuffeggiano sulla traduzione come alta e nobile operazione trans-culturale blabla, guarda, non li sopporto. Anche perché spesso sanno tradurre appena appena The pen is on the table (e U.E. direbbe: Ma quale penna? Una penna in Uganda è una penna in Italia? Abbiamo trasmesso l’insieme di valori connessi a una penna in Uganda in qualcosa – quasi la stessa cosa – di simile in Italia? ….)

  9. 9

    Grazie. Infatti è proprio quello l’unico punto del mio post dubbioso, cosa voglia dire quel “diverso”, anche perchè di consigli non ne hanno dati.

  10. catrionapotts #
    10

    @ liseuse Il copyright su “sfuffeggiare” te lo lascio, ma posso usarlo anch’io? Please? Pretty please? :-D
    @ subliminalpop L’unico “consiglio” che vedo è che il tuo libro è di “difficile collocazione” nella loro collana. Hanno ragione? (Pregasi sincerità ;-) )

  11. 11

    Le concedo il permesso, Ms Catriona, bitte sehr!

  12. 12

    Ci mancherebbe :D (rif. sincerità)

    Essendo che l’editore in questione è Fazi, che pubblica narrativa italiana, raccolte di racconti e soprattutto ha un catalogo molto variegato, non vedo come potrebbe essere di difficile collocazione: non sono racconti storici, non sono racconti VM18 (anche se magari a un editore come Fazi sarebbe andato a genio) insomma sono “normalissimi” racconti.



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