(When) I’m sixty-four

Starò invecchiando (si fa per dire, eh?), ma ormai ci sono poche cose che mi fanno scattare come il disordine. E non parlo di quello sulle scrivanie, negli armadi o nei cassetti. Ma (ovviamente) del disordine nel trattare il libro.
Così mi trovo sempre più spesso a ricevere bozze che sembrano sopravvissute a un’esplosione nucleare (nonché a un incontro ravvicinato con svariate pizzette); a vedere correzioni scarabocchiate come se chiunque avesse tempo, occhi, modo e volontà di decifrare uno sgorbio che, con due secondi in più di attenzione, si sarebbe trasformato in una parola leggibilissima; a trattare con persone che ti consegnano la versione superata di un testo, accorgendosi dell’errore soltanto dopo un bel po’ e giustificandosi con un: “Be’, sai, i file hanno nomi così simili…” (certo, i file si autobattezzano, come no?); a sentire la frase: “Eh, sì, avevo pensato anch’io che forse non andava bene…” come se ciò emendasse il fatto che lì, nerissima su bianco, c’è un’immane castroneria.
Che ci volete fare… Sì, be’, avevo pensato anch’io che fosse meglio mollare tutto. Poi però mi sono accorta che era un atteggiamento superato e allora mi sono rassegnata, spargendo in giro un po’ di fogli e addentando una pizzetta.

Tags:

23

01 2008

7 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    e quelli che ti presentano documenti fondamentali per la loro vita che sembrano “ciancicati” dal cane?

  2. 2

    Io sto per l’autodeterminazione dei file. E’ giusto che decidano il nome che più gli piace.:-)

  3. 3

    Si, ma anche tu però Catriona … come fai a non sapere che ogni buono scrittore ha bisogno, necessita, non può fare a meno, delle sue pizzette unte per poter creare capolavori?

    No pizzetta – No best seller

    :-)

  4. catrionapotts #
    4

    @ Rumenta Infatti. Ma perché lo fanno? Per sprezzo delle istituzioni? Per distrazione cronica?
    @ Louie La cosa bella è che i “senza nome” passano da “testo.doc” a “versioneprovvisoriamaquasidefinitivadanonconsegnare.doc”
    @ Federica Bozze, erano, signora mia, semplici bozze! E poi può capitare, certo. Però almeno avvertimi che, quando le tirerò fuori dalla busta, mi si squaglieranno in mano…

  5. mettiu #
    5

    Eccomi. Edito, redaziono e collo (sai, noi del giro parliamo così) e talvolta faccio il tutto in pausa pranzo (perché noi del giro facciamo un saaaaco di lavori per arrotondare, che te lo dico a fare?). Ergo, talvolta ci scappa la macchia, in genere caffè (o caffé? Ogni volta devo controllare, ‘azz!). Però i segni delle mie correzioni sfoggiano un nitore e una nitidezza esemplari!
    Ciao e complimenti per il blog.

  6. mettiu #
    6

    NOOOOO! Non un ’saaaaco’, bensì un ’saaaacco’: le ‘a’ sono ok, ma una ‘c’ latitava. Sorry. (Fa male, lo so).

  7. 7

    Perché lo fanno. Non so, gente più acuta di me scriverebbe libri in proposito (anzi, forse lo ha già fatto), nei limiti della mia tracotanza, che sono fortunatamente molto ampi, cercherò di farmi bastare questo spazio:

    sono degli stronzi a cui non frega un tubo di niente con un rispetto verso gli altri che è inversamente proporzionale all’altissima stima che hanno per sé.

    In alternativa sono semplicemente “fanciullescamente inconsapevoli”, come Tomba che corregge il documento con la biro…

    Ecco.



Additional comments powered by BackType