Uffa

Ci sono giorni in cui comprendo gli scrittori “incompresi”. E non perché abbiano scritto il capolavoro della letteratura italiana che nessuno vuole pubblicare, ma perché annuso l’aria della nostra cultura e mi prende un subitaneo sconforto. Qualche giorno fa, per esempio, l’inserto culturale di un prestigiosissimo quotidiano ha dedicato la pagina di apertura alle lettere d’amore di Ugo Foscolo. Il motivo di quel “lancio” era politicamente chiaro (no, non ve lo dico) e la mia immarcescibile passione foscoliana ha avuto modo di rinfocolarsi. Ma il mio animo di lettrice curiosa ne è uscito sconfitto, una sensazione diventata ancora più forte mentre scorrevo le pagine seguenti, tutte coltissime, quasi marmoree nella loro alterigia.
Perché mai io, lettore occasionale e magari alla ricerca di qualche occasione di lettura in più, dovrei leggere qualcosa che mi fa sentire così sfacciatamente escluso dal circolo della parola scritta? Perché si continua a difendere la nicchia e non si pensa al mondo?
Insomma: uffa.

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01 2008

9 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Il tuo Uffa interpreta un sentimento che condivido.
    Non ho letto l’articolo di cui parli, ma credo di averne letti centinaia di simili. Per chi lo scrive, l’articolo diventa spesso un messaggio in codice: hey, vedete ciò che sono in grado di fare? Io si che lo conosco bene Foscolo.
    Mi pare che un messaggio del genere lo si lanci per cercare di entrare in una nicchia di persone che altrimenti potrebbero escluderci. A fare un articolo così non fai un favore al libro, non fai un favore al lettore, cerchi di fare un favore a te stesso.
    Foscolo (ricordi delle superiori) era già arduo di suo, aggiungerci del peso non giova a nessuno. Mi piace quando leggo articoli di persone che danno l’idea di aver capito il libro di cui parlano e che sembra cerchino di farlo capire anche a te.
    Per me la lettura è sempre stata comunicazione, tra chi scrive e chi legge, questo vale anche per gli articoli nelle riviste. E’ inutile bullarsi.
    La mia è solo un’interpretazione dell’uffa, magari sono solo invidioso perché un articolo del genere non riuscirò mai a scriverlo (né su Foscolo, né su qualsiasi altro autore).
    Scusa la prolissità dell’intervento, ma hai toccato un tasto dolente, la sensazione di esclusione che sento ogni volta che leggo qualcosa di troppo complesso (e inoltre oggi è una di quelle giornata brutte brutte brutte).
    Desolato.

  2. 2

    Credo che ci sia la percezione di una pigrizia mentale irecuperabile del lettore-medio. I giornalisti pensano: niente grande nome = pagina usata per incartare insalata. E purtroppo spesso è così. Quanti libri di poesia contemporanea si vendono? Non vendono di più Hikmet, Neruda, Pascoli, e Wilde che Giovanna XX, o Silvio YY? Guardate gli allegati dei quotidiani affetti da “gigantismo” ( vedi Giorgio Bocca)… Neruda, Dickinson, Plath, Montale… solita (bella e saporita) zuppa.
    Forse per i romanzi va un po’ meglio…
    Che dite?

  3. 3

    Perché? Perché la cultura italiana è in mano a gente che ama molto più se stessa che non i libri ed è molto più interessata a parlare del proprio onanismo mentale a quei quattro colleghi (onanisti mentali) che non dei libri al pubblico.
    E poi perché è un modo per portare avanti la situazione attuale. Il lettore medio legge quegli articoli, non ci capisce nulla, pensa che anche del libro non capirà nulla e allora va in libreria e compra, uhm, come lo chiameresti tu? Moccio Mocci? Insomma, compra sempre le stesse cose.

  4. 4

    sì vabbè, ma l’argomento era Foscolo, mica Jonathan Lethem, per dire.

  5. catrionapotts #
    5

    Rivolgendo un grazie a tutti per il sostegno morale, vorrei fare qualche precisazione: forse non me ne sarei uscita con uno sbuffo se quella paginata fosse stata interna, in posizione un po’ defilata. Lì davanti mi è sembrata davvero eccessiva. Devo poi precisare che non c’era nulla di particolarmente “alto” nell’articolo (anche se dubito che a qualcuno abbia fatto venir voglia di leggere Foscolo… Louie, dimentica la scuola e riscoprilo, dai). Ma, appunto, quella pagina è solo l’ultimo segno di un modo di pensare ai lettori che mi irrita. Infine, ammesso che io abbia capito bene la frase di paolo beneforti (e non ne sono sicura), mi viene da dire che su quella prima pagina mi piacerebbe vedere (almeno ogni tanto) qualcosa di ancora “più basso” (ho messo le virgolette, eh?) di Jonathan Lethem. Lo so che è quasi impossibile perché [inserire ostacoli a scelta], però sarebbe bello se accadesse.

  6. 6

    L’arte figurativa ormai è ad uso e consumo di critici e artisti, il popolo può crogiolarsi nello sdegno per le réclame di Toscani. Per la musica lo stesso, al popolo Birtney Spears, all’élite tutto il resto. La scrittura sta per fare la stessa fine… scrittura agli scrittori, per tutti gli altri c’è Christian Jaques, se va bene. Parliamo del cinema? Meglio di no.

    Ne convengo, è tutto molto molto molto triste.
    Quando il passato è palloso (i classici? Scherziamo?), il presente incomprensibile, il futuro non esiste allora l’”uomo della strada” è veramente fottuto. Ringraziamo 25 anni circa di dittatura della mediocrità televisiva!

  7. 7

    è che siamo figli di una cultura professorale, accademica nel peggiore dei sensi e poco curiosa e comunque poco umile. condivido pienamente il post, e direi che questi critici intelligentoni ci ammazzano di noia e girano sempre attorno alle solite cose. e nessuno perde la pazienza per paura di essere tacciato di ignoranza.
    sniff!

  8. 8

    Poi vedi il blog letterario del NYT dove commentano una geniale gag letteraria dei Griffin:
    http://papercuts.blogs.nytimes.com/2007/12/20/got-a-compelling-narrative/
    e uno che fa? Si deprime, ecco.

  9. catrionapotts #
    9

    @ Rumenta E pensare che le cose più belle (in senso narrativo) ci vengono oggi da certa televisione americana…
    @ SilviaMate Purtroppo temo che non sia soltanto la paura di essere tacciati d’ignoranza, ma anche quella di essere cacciati “dal circolo”
    @ passi falsi Grazie! Avevo cercato proprio un esempio del genere, ma non lo avevo trovato.



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