Perché non è andato?

Piccolo florilegio di giustificazioni sul cattivo andamento di un libro.

La copertina è brutta.
La copertina è bella, ma non dice niente.
La copertina è bella, ma non si capisce.
Il titolo è brutto.
Il titolo è bello, ma non c’entra niente con il libro.
Il titolo è troppo esplicito.
Il titolo è troppo criptico.
Il titolo è troppo lungo.
Il titolo è troppo piccolo.
Il titolo non si capisce.
La frase di copertina non dice niente.
La frase di copertina è troppo piccola.
La frase di copertina dice troppo.
L’autore è sconosciuto, e il suo nome è troppo grande.
L’autore lo conoscono tutti, e il suo nome è troppo piccolo.
Non si capisce la differenza tra il titolo e l’autore.
La bandella è confusa.
La bandella è troppo lunga.
La bandella è troppo sintetica.
La bandella è scritta bene, ma fa capire troppo.
La bandella è scritta bene, ma fa capire poco.
La biografia dell’autore è poco interessante.
La biografia dell’autore è troppo interessante e distrae.
Si capisce che anche all’estero ha venduto poco.
Si capisce che all’estero ha venduto molto, ma non è piaciuto.
Il prezzo è troppo alto.
Il prezzo è troppo basso.
Il prezzo è giusto, ma il libro doveva costare di meno.
Il prezzo è giusto, ma il libro doveva costare di più.
La traduzione è brutta.
La traduzione è bella, ma difficile.
Il tema è vecchio.
Il tema è troppo nuovo.
Il tema è lo stesso di quell’altro libro che è andato male.
Il tema è diverso da quello del libro che è andato male, però per la gente era lo stesso.

Ma soprattutto:

E’ uscito nel momento sbagliato.

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18

02 2008

19 Commenti Commenta ↓

  1. pierone #
    1

    E’ prevista l’ipotesi che il libro in questione sia semplicemente, come dire, brutto?

  2. catrionapotts #
    2

    @ pierone E’ proprio questo il punto! In tutti questi anni di onorato servizio, tale ipotesi è sempre stata, come dire?, piuttosto evanescente… ;-)

  3. 3

    - il libro è brutto nel momento sbagliato

  4. 4

    Dire che non sono d’accordo è dire poco, e Catriona, massimalismi del genere da te non me li aspetto.
    A parte che tutte queste spiegazioni a posteriori si possono applicare a una molteplicità di fenomeni, dalla fine di un matrimonio al risultato elettorale passando per lo share televisivo – e ciò comunque la dice lunga sulla gratuità dell’analisi a posteriori; secondo la spiegazione che date (che già implica un criterio estetico, quasi sia tale criterio ciò che muove tirature/promozione/vendite, e non raccontiamoci frottole), secondo insomma questa spiegazione tutti i libri attualmente in classifica dovrebbero essere catalogati come “belli”.
    Ma va’ là, va’.

  5. 5

    dai Petunio, i figli son piezz’e core ;)

  6. 6

    E comunque, Catriona: ti ricordi il famoso disastro editoriale “rifiutato” dal pubblico di cui parlavamo?
    Tu l’hai letto, per caso, quel libro “orribile”? Perché a me, per esempio, quel “disastro” rimarrà indimenticabile.

  7. catrionapotts #
    7

    @ ThePetunias Ohibò, e io che pensavo di essere stata così caustica da meritare “soda” come soprannome… Ma certo che queste spiegazioni “a posteriori” non valgono nulla, però ci si attacca (c’è gente che si attacca) a queste cose.
    No, non l’ho ancora letto, ma lo farò di certo.

  8. daniela de rosa #
    8

    esilarante il tuo blog.
    anche io lavoro in una ce.
    se mi dai una tua mail personale potremmo scambiarci un paio di idee.
    grazie
    daniela

  9. Debby Stefy #
    9

    Certo che stabilire se un libro avrà successo non è facile. Si sarebbe portati a credere che un’idea innovativa, un argomento accattivante e scritto in modo nuovo, un testo ed una trama ben costruiti possan bastare, ma non è certo automatico. Se poi mettiamo in cantiere la necessaria pubblicità che, se fatta male o non fatta, può far cadere nell’oblio un testo allora il cerchio si chiude. Mi chiedo però di cosa sono alla ricerca le grandi case editrici? Casa deve contenere un testo nuovo, scritto da un volto nuovo, per incuriosire una casa editrice di spessore? Qual’è il modo più corretto per contattarli e per presentare un testo? Mi piacerebbe avere dei consigli pratici, seri, da persone competenti visto che molto spesso nelle comunità di scrittori ci si scambia consigli alla cieca senza un vero decalogo. Sarebbe utile sapere come un CE si aspetta che un nuovo volto si muova, quali sono i passi falsi da non fare per poter così presentare il proprio lavoro con decoro. Io per esempio ho inviato il mio libro Altern Life bello che pronto e pubblicato grazie a Lulu.com e proprio da voi ho scoperto che magari ho esagerato con la troppa qualità…eccesso di zelo. Ogni consiglio quindi è ben accolto.

  10. 10

    Be’, alla fin fine nessuno vuole avere la colpa se il libro non vende/non piace (amen) XD

  11. 11

    Mutate le mutande, trovami pure un genitore che ammette semplicemente di avere un figlio tonto. E’ dura, come ultima ratio un genitore potrebbe appigliarsi a nostradamus pur di non…

    Posso permettermi? Io che in CE non lavoro e quindi non valgo un pifferoski, m’allargo lo stesso e consiglio di evitare di scrivere

    QUAL E’

    con l’apostrofoooooooo!!!!

    Ops, scusi, Ms Catriona.

  12. Debby Stefy #
    12

    Perdono mi è sfuggito. Per punizione non sciverò più per almeno un mese. Perdonatemi

  13. 13

    Debby: a parte il “Qual’è” che ti ha squalificata agli occhi del mondo ;)
    ti consiglio questo libro:
    http://www.tealibri.it/scheda.asp?idlibro=3841
    lì ci sono un po’ delle risposte che cerchi, ma attenzione, alcune potrebbero non piacerti.

    (sul libro di Lulu, ricordo (se ricordo bene) che quando Giulio Mozzi di Sironi ha ricevuto Perceber di Leonardo Colombati già rilegato gli ha fatto ottima impressione, gli sembrava già un libro fatto, quindi molte cose che ti dice un editor potrebbero non valere per un altro…)
    (nested brackets, andiam bene :) )

  14. 14

    Ma allora il mondo sarei io? Grazie Breznev! Epperò ti rammento che non lavoro in casa editrice, quindi era soltanto una reazione da insegnante di italiano – non influente.
    E in fondo, laddove c’è il genio, nullo apostrofo puote.

  15. Adel #
    15

    Quando e’ invece che va? Qui, gira e gira, mi pare che si torni sempre allo stesso quesito: quando un libro e’ un bel libro?
    Forse una risposta e’ qui: http://promessedautore.blogosfere.it/2008/02/blogger-e-scrittori-2-lezioni-di-umilta.html#comments
    (e non so fare il link because I’m no professional blogger nor experienced blog user) o forse la risposta che ci vogliamo sentir dire semplicemente non c’e’.

  16. Adel #
    16

    Ah! L’ha fatto da solo il link. Mondo bloggo. Che meraviglia.

  17. sil #
    17

    sfiga, insomma.

  18. catrionapotts #
    18

    @ daniela de rosa Mi spiace, ma per me l’anonimato è d’obbligo.
    @ liseuse Ma prego.
    @ breznev (ma anche @ Debby Stefy) Ma certo che per ognuno è diverso. Quando esamino un manoscritto, io voglio concentrarmi sul testo, non vedere se è rilegato bene o se ha una copertina accattivante. Ma è un mio punto di vista.
    @ Andrew Certo. Perché la formula magica non esiste.
    @ adel No, qui non si gira (o almeno non mi sembra). Come ho detto fin dall’inizio, sono troppi quelli che “sparano” i libri verso una CE senza sapere bene quello che hanno fatto, come lo hanno fatto e cosa devono fare. In più, se vi aspettate che io abbia una risposta definitiva, vi sbagliate di grosso. Nessuno ce l’ha (altrimenti saremmo tutti ricchi eccetera)… E poi, vi prego, un po’ di pazienza… ;-)
    @ sil Eggià.

  19. Adel #
    19

    Catriona non ti indignare. Il pubblico gira e gira non l’autrice!



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