Desiderata

Una delle lamentele più insistenti sui libri riguarda le copertine. Troppo scure, troppo chiare, troppo esplicite, troppo criptiche, troppo generiche, troppo di nicchia, “Fa veramente schifo…”, “Se la davate a me ve la facevo meglio…” eccetera.
Capisco.
Ma vorrei dirvi una cosa: la copertina non esiste.
Esistono occhi e mani che la creano con un’idea in testa, un’idea carica di formazione, cultura, gusto personali. Esistono occhi che la approvano secondo la loro formazione, la loro cultura, il loro gusto. Ed esiste, ovviamente, un libro a cui essa si riferisce, un libro che è stato scritto con uno o più intenti, e pubblicato magari con gli stessi intenti oppure con altri. E infine (non è vero, ci sono altri elementi, ma semplifico) esiste un potenziale lettore che guarda quella copertina carico della propria formazione, della propria cultura, del proprio gusto.
La copertina non esiste. Esistono mille copertine per un unico libro. E spesso la copertina scelta stringe, comprime, assomma quelle mille.
La prova? Ecco la copertina russa, tedesca e serba dello stesso bestseller.

Belle? Brutte? Certo, dare un giudizio (magari senza conoscere il libro, ma anche conoscendolo) è un impulso tanto irrefrenabile quanto giusto. E che ha la stessa forza di quello che ha guidato la creazione della copertina. Talvolta i due impulsi coincidono, talvolta no. E l’unico arbitro è la speranza di offrire, con una copertina, qualcosa di adatto al libro e al pubblico a cui si rivolge.
Insomma: non se ne esce. Sapevatelo.

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04 2008

13 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Anche la traduzione del titolo genera le stesse discussioni…

  2. 2

    >Esistono occhi che la approvano secondo la loro formazione, la loro cultura, il loro gusto

    la voce “marketing” è inclusa in “formazione”, giusto? ;)

  3. 3

    Pensavo fosse un raffinato divertissement perché…non vedevo niente! Ho provato a usare Explorer e le copertine si vedono. Con Firefox vedo tutto bianco.
    Buon ponte, Catriona!

  4. 4

    Sapevatelo???
    Vero, la copertina, come un libro, non esiste.
    Esiste quell’immagine che ci facciamo nella nostra testa, il film della nostra storia,quella che parte dalla prima pagina del libro e che poi prende le distanze dalla storia, ci si riallaccia, si discosta, marcia parallela…la vera copertina è l’impulso che scatta da una parola, un sospiro, un paragrafo, o da un pensiero laterale (parlo da disegnatrice e fotografa…), di chi legge. E che quasi mai coincide con la copertina che qualcun altro ha scelto.
    Ma è anche vero che alcune copertine sono orripilanti e fan passare la voglia di leggerlo, quel libro…

  5. 5

    Senza entrare nel merito dei meccanismi che portano alla scelta di una copertina piuttosto che un’altra, direi che come molte delle cose della vita le copertine portano a galla la soggettività dell’animo umano.
    Delle tre copertine che hai proposto in questo post non ne salverei nemmeno una, ma questo è solo il mio parere. Ammetto di non avere comprato libri solo perché non mi piaceva la copertina, ammetto di aver etichettato intere produzioni librarie solo a partire dal carattere (dorato e in rilievo) usato per il titolo. Lo facciamo un po’ tutti, no?
    La copertina è un richiamo che serve a chiamare a raccolta i potenziali lettori, ma non tutte le anatre si fanno gabbare dai richiami dei cacciatori.
    Louie

  6. 6

    Che onore!
    Mi ha fatto piacere scoprire, grazie a Mybolglog, un tuo passaggio dalle mie parti :)
    Teo

  7. 7

    Però in questo modo arriviamo a giustificare tutto. Cioè, pure la Lecciso che fa la ballerina. Anche lì, c’è impegno, sforzo, sudore, sangue… ma il pollice è e deve essere verso.

    Poi ci sono tanti fattori, quello tecnico e quello comunicativo prima di tutti… del tre poggio senza problemi quella di mezza. La prima è intrigante visivamente ma, a mio avviso, è fuorviante. Resta la terza… realizzazione orrenda, ma concettualmente la più vicina al racconto.

    Morale, secondo me, sono 3 esempi perdenti. 2 non ti invogliano a comprare, il primo t’invoglia ma senza poi mantenere le promesse (poi magari il libro ti piace ma “pensavo fosse diverso”)… ma almeno il libro lo hai comprato.

    Poi certo, se paghi poco, ottieni poco e mi chiedo… il gioco vale la candela? Sarebbe il caso di spendere di più per le copertine? Sarebbe il caso di spendere di meno?

  8. Ire #
    8

    A dire il vero più delle copertine mi ha colpito il titolo in tedesco, immagino venga scelto con un criterio simile a quello che hai esposto. Non so come mai, ma a me attirano i libri con copertine senza immagini (possibilmente non rigide) e con tante pagine. A volte mi rendo conto che la grandezza del nome dell’autore è inversamente proporzionale alla qualità del libro. Poi ci sono le eccezioni ovviamente :)

  9. Catriona Potts #
    9

    @ zuck Nooo… Ma come ti viene in mente una cosa simile? :-D
    @ paolo beneforti Sì, certo, però meno di quello che si possa pensare.
    @ liseuse Uh, che cosa raffinatissima! Ma pensa, io uso Firefox e non ho problemi… Grazie, buon riposo anche a te (“riposo” non solo nel senso di “dormire”, ma anche in senso di tranquillità, di relax… be’, mi hai capito…)
    @ Laura Ma certo: “Sapevatelo… su Rieducational Channel!” Ha fotografato (sic!) bene la situazione. Ma tu sei l’acquirente. Pensa a noi delle CE quanti impulsi dobbiamo gestire…
    @ louie “Gabbare” è un po’ ingeneroso. Non siamo (sempre) così truffaldini, sai? Comunque neanche io avrei usato una di queste copertine, ma forse perché non sono né russa, né tedesca né serba.
    Messaggio in codice: non mi sono dimenticata di te, eh? Pazienza, please…
    @ Teo65ch Grazie a te per essere passato di qui.
    @ Rumenta No, non giustifichiamo: spieghiamo. Spieghiamo che i meccanismi sono complessi e soggettivi, che la tecnica, l’intento comunicativo, il fattore estetico sono soltanto alcuni elementi immersi nel mare della cultura e della sensibilità individuali e collettive. Il prezzo? Non credo c’entri molto. Ho visto copertine pagate come gioielli di Bulgari che, a mio parere, erano inadatte su tutta la linea. E (infatti) i relativi libri sono andati male.
    @ Ire Guarda, la scelta di quel titolo è un mistero insondabile. Se vai sulla pagina dell’autore vedrai che, in tutto il mondo, il titolo è uguale. Perché i tedeschi l’abbiano cambiato… Mah!

  10. 10

    No problem, sapevo che non ti eri dimenticata e sono munito di pazienza.
    Poi, il fatto che non commenti più tanto spesso non significa che legga con meno piacere questo blog.

  11. koshka #
    11

    Le traslitterazioni in russo dei nomi inglesi mi hanno sempre fatto morire dal ridere :-)

  12. Sergio #
    12

    Che dire è la prima volta che intervengo in questo blog, ma questa volta qualcosa da dire la ho.
    Sono pienamente d’accordo con Louie, le tre copertine sono veramente orrende.
    Sarebbe interessante aprire un dibattito sulla veste grafica dei libri, perchè sono il primo impatto materiale che il lettore potenziale ha con il libro.Per quello che mi riguarda trovo la copertina di un libro come il vestito che una persona indossa ogni giorno che esce di casa; mi spiego se devo andare alla prima della scala certamente non esco con i jeans sdruciti e pieni di tagli come mi vestirei per andare ad un concerto hip hop in un centro sociale; io resto la stessa persona,cambia il mio modo di presentarmi verso il mondo.
    Per il libro trovo che il discorso sia molto simile, potrei aver scritto il miglior romanzo del mondo ma se lo presento con la veste grafica di un saggio o di un testo universitario difficilmente potrò fare presa sul lettore potenziale.Il “primo contatto” che ho con il libro me lo fa quantomeno aprire, per scorrere qualche pagina e vedere se possa rispondere o meno alle mie aspettative ed indurmi a comprarlo.
    Mi si potrà rispondere che le tre copertine dello stesso libro che hai presentato sono di nazionalità differenti e che quindi il gusto della copertina possa essere condizionata da influenze socioeconomiche specifiche del posto, per ovviare a questo vorrei fare un altro esempio di carattere nazionale.
    Prendiamo “il Signore degli Anelli”, trovo deliziosa e accattivante la prima copertina della Rusconi (1977 mi pare), nel tempo sono state proposte diverse vesti grafiche dello stesso libro ma trovo che nessuna sia azzeccata come la prima, forse l’ultima della bompiani non è tanto male ma sinceramente nessuna è al livello della prima.
    Insomma credo che l’abito non faccia il monaco ( vedi Lecciso) ma trovo ipocrita dire che questo nostro mondo sia meramente di contenuti, come si dice anche l’occhio vuole la sua parte.
    Salud

  13. Catriona Potts #
    13

    @ louie Grazie.
    @ koshka Perché, la trascrizioni francesi dei nomi russi, allora? Credo che abbiano almeno 13 modi diversi per scrivere Čajkovskij…
    @ Sergio Anzitutto benvenuto. Mi sembra che siamo sostanzialmente d’accordo sulla “soggettività” della copertina e la tua citazione della prima copertina del “Signore degli Anelli” (la ricordo bene) lo dimostra: tu sostieni che è “deliziosa e accattivante”, ma per qualcun altro potrebbe essere vecchia, sorpassata o addirittura brutta. In poche parole, fatta la somma degli elementi culturali, soggettivi, eccetera eccetera non si arriva (quasi) mai all’unanimità. Proprio come per un vestito: per me è sbagliato/inadatto/brutto, mentre per te è adeguato/adatto/bello… Si può andare avanti all’infinito.



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