Maeve e Luciano

In teoria, cose come questa dovrebbero lasciarmi molto perplessa. Invece è esattamente il contrario. E la cosa che mi piace di più non è che un’autrice multi-milionaria e multi-venduta sia disposta a dare qualche suggerimento a chi intende scrivere. No, la cosa che mi piace di più è la concretezza che traspare dall’articolo: “scrivere è un lavoro”. Quindi impegno, tempo, sforzo. Per un testo di 3.500 parole (a spanne una decina di cartelle) “she spent one day planning it and four days writing it, at four hours a day.” Mi piace sempre quando qualcuno ricorda la fatica, lo scavo, lo stridor di denti dello scrivere. In buona sostanza, The Maeve Binchy’s Writers’ Club non l’ho ancora letto, ma credo che lo leggerò.
Intanto, non fatevi scappare la prima e la seconda parte di Come si diventa un intellettuale di Luciano Bianciardi, che trovate qui, insieme ad altre cose interessanti. Avete presente quando fuori ci sono quaranta gradi e voi entrate in una casa piacevolmente fresca? Ecco, la scrittura di Bianciardi fa questo effetto. Essenziale, precisa, ironica e convincente. E, dopo la lettura, siete autorizzati a farvi un piantino sullo stato attuale delle patrie lettere.

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05 2008

7 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Molto semplicemente, Luciano Bianciardi è stato il massimo scrittore italiano del Novecento, anche solo per un romanzo.
    E lo è stato per talento di narratore e per coscienza.

  2. 2

    sorrido perché (forse inconsciamente?) hai usato un’immagine simile a quella che Bianciardi usa nella vita agra per descrivere lo status del collaboratore esterno rispetto agli interni. Scrive, più o meno, che essere un collaboratore esterno è come stare sulla terrazza quando piove e fa freddo, perennemente esposto alle interperie, mentre guardi quelli dentro – gli interni della CE appunto – che, se anche l’ambiente è piccolo, caldo e puzza, sono comunque protetti. : )

  3. J_B #
    3

    Non è che, di passaggio, mi spieghi anche cosa voi delle CE intendete per “cartelle”? E’ una di quelle unità di misura che mi ha sempre lasciato perplesso ;-)

  4. 4

    Una cartella sono 1800 colpetti sulla tastiera.

  5. Zia Bisbetica #
    5

    Una cartella sono 1800 colpetti sulla tastiera per un traduttore bravo a negoziare (cartella editoriale), 1500 per uno bravissimo (cartella commerciale), ma 2000 per i normobistrattati (cartella che stai zitto e ringrazi).
    Per la spiegazione di altri termini relativi al magggico mondo dei libri e dell’editoria, consiglio questo. Poi: LB non si discute, si venera e basta, ma Maeve Binchy, nel suo genere, è una gigantessa. Lotta love, everybody.

  6. Zia Bisbetica #
    6

    Pssst… come faccio a far vedere il link che volevo far vedere?!

  7. Catriona Potts #
    7

    @ ThePetunias Che bella definizione di Bianciardi. Mi sa che te la copio…
    @ passi falsi Non lo ricordavo, grazie.
    @ J_B Ti hanno già risposto, vedo. E’ più chiaro, adesso?
    @ Zia Bisbetica Facciamo così: mandami un’email (l’indirizzo è qui a destra) con il link e lo inserisco io nel tuo commento.



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