Sonde

Negli ultimi tempi, stanno aumentando quelle che io chiamo “sonde”: “Ho buttato giù questa idea…” “Mia mamma mi ha detto che dovevo inviare questo racconto…” “Vorrei soltanto sapere cosa pensate del mio stile…” “Mi piacerebbe sapere se ho un futuro, quindi vi mando le prime due pagine di un romanzo che non ho ancora finito, ma che è il primo capitolo di una trilogia…”
A parte che nessuno si sognerebbe di andare da un avvocato, chiedergli un parere e poi andarsene senza aver pagato la parcella (capite cosa voglio dire, vero?), mi colpisce quanto sia vago il concetto di (nostro) tempo disponibile e di (nostra) professionalità che emerge da queste proposte. E’ l’audizione della velina-scrittore, quello che cercano? Ti sventolo sotto gli occhi due chiappe righe, balbetto qualche banalità e tu mi scegli perché faccio “sensazione”? Mah. Talvolta mi viene un impulso perverso: e se, a una di quelle filiformi “proposte”, dicessi di sì? Cosa proverebbe il/la prescelto/a? E, soprattutto, cosa scriverebbe?
Ma mi passa subito, eh.

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09

06 2008

8 Commenti Commenta ↓

  1. koshka #
    1

    Però sarebbe davvero spassoso provarci, dire “sì va bene mandami il tutto entro tot”.

  2. 2

    concordo con Koshka. Più che mettere paletti è molto più divertente e istruttivo far sbattere il grugno altrui contro le responsabilità. Senza perderci molto tempo.

    “L’idea potrebbe essere interessante, ci mandi il libro dattiloscritto entro e non oltre* 45 giorni.

    Cordialità.

    La sua CE (forse)”

    Poi, se ti arriva un papiello di mille mila pagine, pasterà leggerne le prime due. :D

    * è una formula ORRENDA e inutile… ma solo per gli esseri sensienti!

  3. 3

    O___O” Ma… ma…!
    Sono sconvolto.

  4. Catriona Potts #
    4

    @ koshka e Rumenta No, non istigatemi, vi prego… :-) A parte gli scherzi, non credete che sarebbe, da parte della CE, poco professionale chiedere un testo “a scadenza”? You can’t hurry… art!
    @ Andrew Uh, dai, sconvolto è un po’ troppo :-D

  5. 5

    Nella mia esperienza di caporedattore, non retribuita ma (latamente) professionale, ho avuto varie volte a che fare con sti fenomeni; cui aggiungerei, nel caso di racconti o di interventi di carattere critico, quelli che mandano due o tre versioni al giorno, e pretendono che tu le legga tutte e ti confronti con loro su ciascuna.
    La mancanza di rispetto e l’egocentrismo, anche in questo settore di esperienza vitale, sono all’ordine del giorno (e sono scoranti).
    Personalmente, avevo deciso di risolvere a monte, ponendo limiti e regole (che del resto i suddetti soggetti sforavano bellamente..).

  6. Catriona Potts #
    6

    @ Dottor C. Infatti. Tutti si sentono “a parte”, come se pensassero: “Lo so che pubblicate soltanto poesie, ma io ho scritto un saggio così bello, ma così bello che non potete non pubblicarmelo!”

  7. 7

    tramite Irene sono arrivato a questo blog. Oddio, ho come la sensazione di farne parte a volte ma dal lato della barricata peggiore. Rido, a volte è più una smorfia, forse una colica. Però questo blog mi piace, fatta la somma algebrica alla fine il segno è più. R.B.

  8. Catriona Potts #
    8

    @ Renzo (o Tapenoon) Un benvenuto dal segno più :-)



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