Lutto e melanconia

Tutti, nel proprio lavoro, hanno cose che odiano in maniera tanto illogica quanto viscerale.
Nel mio caso, sono le cianografiche.
Forse ho già spiegato che le cianografiche sono l’ultimo stadio “controllabile” di un libro, il momento in cui si dà il famigerato “visto si stampi”. E’ l’ultimo pezzo di legno cui aggrapparsi per capire se c’è un concreto orizzonte alle viste (l’uscita), l’ultima speranza di vedere il refuso maligno o l’errore marchiano.
In primo luogo, le cianografiche puzzano. Terribilmente. Un odore di ammoniaca che ti entra dentro come uno spirito demoniaco e non ti molla per ore. Ti danno un immediato senso di ospedale, come se il libro che stai “licenziando” fosse un malato gravissimo, senza la minima speranza di sopravvivere.
In secondo luogo, sono difficili da maneggiare. O sono lunghe lunghe (immaginate l’estensione di due libri sovrapposti e uniti a blocchi di sedicesimi, diciottesimi eccetera) o sono sfuggenti come bisce (fogli singoli o quartini, su cartaccia, tagliati male).
In terzo luogo, richiedono un tipo di lettura straniante: verifica della successione dei numeri di pagina, verifica che l’ultima riga di una pagina continui nella prima riga della pagina seguente, verifica delle pagine bianche eccetera. E, in tutto ciò, c’è sempre la paura che l’occhio “cada” sull’errore.
Insomma non c’è niente in loro che dia un minimo di soddisfazione.
E non mi venite a dire che adesso non puzzano più (sono semplici stampate del file consegnato), che sono fogli sciolti e quindi meglio gestibili, che il maggiore controllo sul testo ha reso quasi inutile la lettura straniante.
E non m’importa neppure che, di cianografiche, io non me ne occupi quasi più.
Io continuo a odiarle.
E so benissimo che nonno Sigmund avrebbe qualcosa da dire al riguardo.

Tags: ,

18

06 2008

15 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Se trovi uno o più errori sulla cianografia fai ancora in tempo a riparare? Dipende dal numero e dal tipo di errori? Se ad esempio scopri che c’è un refuso, fai rifare la cianografia?

  2. koshka #
    2

    Le ciano. Un colore che fa pensare a morte per assideramento :-)

  3. Catriona Potts #
    3

    @ Louie Sì, sei ancora in tempo. E’ diventato sempre più facile perché ormai si parla di semplici file. Un tempo, invece, succedeva quello che ho raccontato qui. Mi ripeto eh? :-)
    @ koshka Ecco, mi serviva proprio un altro motivo per odiarle. :-)

  4. Zia Bisbetica #
    4

    Interessante post… e totalmente inaspettato, perché dal titolo avrei scommesso fosse un commento alla morte di Mario Rigoni Stern, pensa te. [A chi non l'avesse mai letto, consiglierei il recente, piccolo e mirabile Stagioni, anziché "il solito" Sergente (con rispettissimo parlando): per vedere come si declini un sentimento della natura di sconvolgente bellezza senza un briciolo di retorica. (Ciao Catri)]

  5. paio #
    5

    Ciao,
    mi delurko perché nominare le ciano ha risvegliato in me sopiti ricordi… Nella mia vecchia CE si era deciso di saltare il passaggio del controllo ciano, risparmiando un po’ di tempo.
    Il primo libro cui toccò fu uno a cui avevo lavorato io, avevamo controllato mille volte il file dell’impaginato, letto e riletto, pareva tutto ok.
    Saltato il passaggio delle ciano, il libro andò in stampa.
    Mancava il numero di pagina, a pag. 151.
    Anche io odio le ciano.

  6. Catriona Potts #
    6

    @ Zia Bisbetica Hai ragione, si poteva proprio interpretare così. Mi sa che nonno Sigmund ha colpito un’altra volta… Di Rigoni Stern non avevo molta voglia di parlare, anche perché il Sergente è uno dei primi libri “da grande” che ho letto e ne ho un caro ricordo. E perché la sua morte è stata “seppellita” da un po’ troppa retorica, come spesso accade.
    @ paio Benvenuto e grazie mille per la solidarietà (comunque un numero di pagina mancante è ben poca cosa rispetto a certi orrori che rimangono…)

  7. 7

    Quindi ti identifichi con il libro? E’ curiosa questa tua associazione, io avrei forse pensato a un parto, e che sia sano!

  8. 8

    io, del mio lavoro, odio il mio lavoro.
    Ma posso farcela.

  9. 9

    >> In primo luogo, le cianografiche puzzano.

    Verissimo. Infatti all’inizio uno dei motivi che mi hanno indotto a convertirmi al disegno al pc (oltre al fatto che ormai se non sai disegnare con AutoCAD non puoi lavorare…) è stato che non avrei più dovuto sentire la puzza delle cianografie perché non ci sarebbero stati più “lucidi” (i disegni su carta da lucido) da cianografare… Penso tu possa capire il mio sollievo. ;)

  10. Catriona Potts #
    10

    @ La Donna Camèl Più che d’identificazione con il libro, parlavo del processo di distacco da esso, del lutto che… Oh, dai, basta, sennò mi deprimo ;-)
    @ Rumenta All together now! :-)
    @ Giorgia Beata te che le hai eliminate del tutto… :-)

  11. Riccardo #
    11

    ciao
    complimenti per il blog!
    posso chiederti un consiglio da autore neofita? secondo te è corretto che un editore faccia correggere la prima bozza all’autore e proceda alla ciano senza far vedere prima l’impaginato finale all’autore? o meglio, il visto di stampi dell’autore deve arrivare prima o dopo le ciano? grazie

  12. Catriona Potts #
    12

    @ Riccardo Ciao a te e grazie. Mah, sì, è possibile. Se le prime bozze sono molto “pulite” e se l’autore non ha esigenze particolari perché no? Tu però parli di “impaginato”: si tratta forse di un libro graficamente complesso? E poi: le cianografiche ormai sono un passaggio tecnico e il “visto si stampi” è appunto un okay tecnico. Scusa, ma senza sapere cosa dice il contratto e di che tipo di libro stiamo parlando, non saprei dire altro.

  13. Riccardo #
    13

    sì si tratta di un libro abbastanza complesso perché si tratta di un saggio politico ricco di immagini (circa una ogni due-tre pagine). le didascalie per esempio nella prima bozza non le ho viste…il contratto dice che l’autore visionerà l’impaginato finale prima della messa in stampa mentre il riscontro delle cianografiche è a cura dell’editore.

  14. Catriona Potts #
    14

    Eh, allora mi sa che avresti dovuto chiederlo… Ma dai, vedrai che l’editore ha fatto comunque un buon lavoro :-)


1Trackbacks/Pingbacks

  1. Secondo piano | Occhio di lince drago 12 02 09

Additional comments powered by BackType