A chi vuoi più bene?
Di solito, accetto con buona grazia le critiche sui miei libri.
No, non è vero. Mi irrito profondamente. Però fingo. Perché anche questo particolare “scambio sociale” ha le sue regole, le sue forme, i suoi balletti. Come li hanno tutti gli “scambi sociali”.
Ecco perché non sopporto l’aggressione. La persona che non sa neppure come ti chiami e che inizia la conversazione dicendo: “Ah, lei è della CE XYZ? Allora, senta, a pagina 634 di Feromoni per un delitto c’è un “sé” senza accento. E’ un vero scandalo! Non bastano i calciatori e le ballerine a far scempio della lingua italiana, eh? Adesso ci si mettono pure gli scrittori! Per non parlare delle CE!” E via cantando sulle note di “Ai miei tempi…” “Non c’è più attenzione (stile, cura…)” “Adesso scrivono cani e porci, soprattutto porci” eccetera.
Come reagisco? Ovvio, mi scuso. Anche se penso quel “sé” senza accento sia seguito da “stesso”, quindi perfettamente autorizzato a non averlo, l’accento. (Verifica: è proprio così.)
Ecco perché, talvolta, noi delle CE vogliamo più bene ai libri che alle persone.
Credo che chi aggredisce sia il più delle volte insicuro (o *un* insicuro).
In ogni caso, vorrei leggere Feromoni per un delitto; il soggetto è già stato opzionato da Woody Allen per un prossimo film, vero?
se togli il cane
escluso il cane
non rimane…che gente assurda
(firulì firulà)
Talvolta? Io assai spesso voglio più bene ai libri che alle persone.
Omniaficta (il misantropo)