A chi vuoi più bene?

Di solito, accetto con buona grazia le critiche sui miei libri.
No, non è vero. Mi irrito profondamente. Però fingo. Perché anche questo particolare “scambio sociale” ha le sue regole, le sue forme, i suoi balletti. Come li hanno tutti gli “scambi sociali”.
Ecco perché non sopporto l’aggressione. La persona che non sa neppure come ti chiami e che inizia la conversazione dicendo: “Ah, lei è della CE XYZ? Allora, senta, a pagina 634 di Feromoni per un delitto c’è un “sé” senza accento. E’ un vero scandalo! Non bastano i calciatori e le ballerine a far scempio della lingua italiana, eh? Adesso ci si mettono pure gli scrittori! Per non parlare delle CE!” E via cantando sulle note di “Ai miei tempi…” “Non c’è più attenzione (stile, cura…)” “Adesso scrivono cani e porci, soprattutto porci” eccetera.
Come reagisco? Ovvio, mi scuso. Anche se penso quel “sé” senza accento sia seguito da “stesso”, quindi perfettamente autorizzato a non averlo, l’accento. (Verifica: è proprio così.)
Ecco perché, talvolta, noi delle CE vogliamo più bene ai libri che alle persone.

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06 2008

3 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Credo che chi aggredisce sia il più delle volte insicuro (o *un* insicuro).
    In ogni caso, vorrei leggere Feromoni per un delitto; il soggetto è già stato opzionato da Woody Allen per un prossimo film, vero?

  2. 2

    se togli il cane
    escluso il cane
    non rimane…che gente assurda

    (firulì firulà)

  3. 3

    Talvolta? Io assai spesso voglio più bene ai libri che alle persone.
    Omniaficta (il misantropo)



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