Pigro

Talvolta basta che un paio di colleghi vadano in vacanza perché il fremito incessante del secondo piano si smorzi. E, come se volessero approvare quella pausa, le e-mail si diradano, le telefonate diventano meno insistenti, gli autori autorizzano in silenzio, i traduttori sudano in casa loro e i revisori limano nella propria.
Hai quasi paura a pensarlo: “Ma davvero? E’ arrivato? E’ lui?”
Ebbene sì, è lui: il pigro giorno di lettura.
Manoscritti colpiti dalla maledizione del “lo leggo dopo” salgono alla ribalta.
Testi urgenti vengono esaminati con rapidità.
Libri coperti dalla polvere del tempo riemergono dagli scaffali.
Rapporti di lettura risorgono dall’oblio.
Così il pigro giorno di lettura avanza, lasciando dietro di sé un ufficio rinato, con meno carta e con un ordine invidiabile.
E, anche se non hai trovato neppure una riga degna di essere pubblicata, lo ringrazi, perché ti ha riconciliato – almeno un poco – con il tuo lavoro.

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01

07 2008

2 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    E’ incredibile la mole di lavoro che si completa quando si è lasciati tranquilli, nessun capo lo crederà mai…

  2. Catriona Potts #
    2

    @ Saonda Guarda, meno si è, meglio si lavora. Certo, seguendo questo ragionamento, bisognerebbe presentarsi in ufficio la domenica mattina… :-)



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