E invece non posso scriverlo

Gentile XYZ,
sto per dirti una cosa crudele, lo so, ma lo faccio per il tuo bene. Se non hai proprio niente – né una forma né uno stile né uno scopo né un senso purchessia – non dovresti accanirti. Ti fai del male. Fai del male a te e agli altri. Ma, credimi, soprattutto fai del male a te stesso. Perché finisci per crederti un genio in attesa di una lampada, a sua volta in attesa di essere sfregata (e, invece, nei casi più tristi, sarai tu a essere fregato). Non buttar via così le speranze (perché ne hai, vero?). Vivile in un’altra dimensione, anche onirica, magari. O fai delle foto, allenati per correre la maratona, vai in moto, impara a cucinare. Oppure ruba la grammatica di tuo figlio e, di notte, mentre lui dorme, scopri il magico mondo delle proposizioni relative o addirittura emozionati davanti all’inattesa (per te) armonia della consecutio temporum.
Però, ti prego, non scrivere. Mai più.
Senza rancore,
Catriona Potts

Tags: ,

08

07 2008

19 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    LOL!
    pagherei per leggere chi ti ha cotantemente ispirato in maniera così assaissimamente assai!
    certo che certi quando scrivessero pure in italiano non sappiano veramente scrivere, ma io li vorrei porpio leggere! Ah, se potrei!
    Ma tu non ti sbottoni, vero? Vero? :)

  2. 2

    Potevi dirmelo faccia a faccia, eh

    :-D

  3. 3

    bellissimo… il mio cuore di correttore di bozze e di editor batte con te :D

  4. 4

    Parafrasando Basaglia, direi che anche la verità può essere terapeutica. Peccato che tu non possa scriverla a chi è ammalato di megalomania letteraria.

  5. 5

    eh, hai ragione. non c’è neanche più Blogdiscount, per dire ai blogger adolescenziali (e non) aspiranti scrittori la verità sulle scemenze che mettono in rete convinti di essere dei geni della letteratura!
    perché ti riferivi a questa tipologia, nevvero? ;)

  6. 6

    ahaha :) stavolta il nome potevi pure metterlo.

  7. libraia #
    7

    Madama, avrei voluto che potesse. Forse questo lo avrebbe fatto desistere dal cercare quell’editore che (lui si, illuminato) avrebbe visto il diamante grezzo nascosto (molto nascosto) nel suo testo… perchè poi non si sarebbe fermato e avrebbe *preteso* perfino di finire sul mio scaffale e, gesù!, di essere pure venduto.

    Ma anche no.

    Quindi: grazie del pensiero.

  8. koshka #
    8

    Dovreste unire vari editori in consorzio e pagare una campagna affissioni con questo “manifesto” per tutte le città d’Italia.

  9. 9

    secondo me i manoscrittari sono degli eroi!
    azzurropillin

  10. Catriona Potts #
    10

    @ michele Io non mi sbottonassi né mi sbottesi mai… :-)
    @ stark Sciocchino :-D
    @ alberto d’ottavi Grazie. E sono sicura che ne troveremmo altri, di cuori battenti all’unisono…
    @ omniaficta Infatti.
    @ paolo beneforti Ma certo, mi hai letto nel pensiero, benché esso sia alquanto fosco e confuso…
    @ Francesco_84 :-D
    @ libraia Ma prego! E grazie a lei della solidarietà.
    @ koshka Servirebbe a qualcosa?
    @ azzurropillin Orsù, spiega!

  11. 11

    i manoscrittari sono commoventi. telefonano scrivono e-mail, inviano la loro proposta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, scrivono lettere di accompagnamento.
    i manoscrittari credono fermamente nel loro dattiloscritto e lo sottopongono all’attenzione della casa editrice con tenacia, determinazione, senza nessun pudore.
    i manoscrittari non sanno che quasi il 100% delle proposte editoriali che arrivano in casa editrice vengono cassate. la maggior parte viene scartata quasi solo sulla base della lettera di accompagnamento e della lettura di alcune pagine.
    i manoscrittari non sanno che la redazione si fa grasse risate leggendo sbigottita frasi senza soggetto, senza senso, senza grammatica e senza ortografia.
    i manoscrittari non sanno che i testi che vengono letti integralmente, spesse volte sono criticati in modo feroce, distrutti in pochissime righe, liquidati con uno “si sconsiglia vivamente”.
    ma sono certa che se anche i manoscrittari sapessero tutto questo continuerebbero a scrivere le loro pagine con amore, le imbusterebbero con orgoglio, allegherebbero lettere di accompagnamento spudorate, perché le proprie pagine, per quanto oggettivamente difettose o mal scritte, sono sacre.

  12. 12

    Io immagino la faccia che farebbe XYZ a leggere qualcosa del genere. Brr.

  13. Catriona Potts #
    13

    @ azzurropillin Dimentichi una cosa: perché fanno tutto questo? Per essere pubblicati. Cioè – sono buona e sintetica – per essere letti da altre persone. E questo non è sempre possibile. Non è *oggettivamente* possibile. Perché i lettori meritano rispetto. A un produttore di merendine non mando la *mia* nuova merendina – cipolle, marmellata di fragole e latte condensato – e gli chiedo di metterla sugli scaffali dei negozi. Perché io dovrei mandare in libreria – offrire a un lettore – un libro brutto, sgrammaticato, inconcludente? Non ci vedo eroismo nel mandare il proprio manoscritto. Ci vedo speranze, ambizioni e molte, molte velleità. Sbaglio? Credo di no. Comunque è uno dei rischi del mestiere.
    @ Andrew Eh, già.

  14. 14

    @ azzurropillin: i manoscrittori (da “noi” li chiamiamo così, con un filino forse di rispetto in più che non so se meritano) sono anche delle solenni rotture di zebedei che non capiscono quando troppo è troppo. (anche i pubblicandi, qualche volta: vedi post successivo di Catriona.) e per “troppo” intendo:

    - tenere al telefono per tre quarti d’ora chiunque risponda al numero di una casa editrice (che può essere anche il magazziniere) per spiegare perché il loro romanzo è migliore di qualsiasi altra cosa abbiamo ricevuto (non pubblicato: ricevuto) e riceveremo mai;

    - insistere a mandarti poesie, saggi filosofici o raccolte di aforismi quando in tutto il nostro catalogo non esiste nulla del genere

    - esigere una scheda di lettura e la restituzione del manoscritto quando gli abbiamo spiegato in ogni possibile lingua e con ogni possibile mezzo che, essendo una piccola CE, non teniamo schede di lettura né possiamo permetterci di rispedire tutti i manoscritti che riceviamo;

    - arrivare in CE alle sette di sera e pretendere di *leggerti* l’intera opera perché “non si fidano a lasciare il manoscritto” (eh sì, succede anche questo)

    per questo trovo che Catriona svolga opera di informazione necessaria e meritoria. se solo fosse possibile convogliare su questo blog tutti i manoscrittori, velleitari o meno, forse (dico forse) l’editoria sarebbe un posto migliore.

  15. gattogiallo #
    15

    Ebbene sì, lo confesso: sono una manoscrittrice. Felice e apprensiva mamma di un piccolo capolavoro che vuole ricevere luce. E, pur di parte, leggendo secondo piano e affini mi scompiscio dalle risate con le vostre avventure da editor. A volte mi sento in colpa, a volte vorrei dire: “ma no, è che non capite, magari se… oppure…” Avete perfettamente ragione, questa è la realtà. Il fatto è che noi aspiranti scrittori viviamo spesso nei sogni e là può avvenire qualunque cosa. Rinunciare a sperare? Mai! Ci riproverò, tra una decina d’anni…e chissà!

  16. 16

    @ gattogiallo (gattagialla?):
    guarda che spesso “ma no, è che non capite, magari se… oppure…” vorremmo dirlo anche “noi” ai lettori che non hanno apprezzato un libro che a “noi” sembrava bellissimo — e non ne eravamo nemmeno gli autori.
    comunque se ci riprovi tra una decina d’anni va benissimo, basta che in questi dieci anni ti dia da fare a rileggere, riscrivere e correggere senza nessuna pietà o compiacimento. così le probabilità aumenteranno. fidati.

  17. 17

    il commento era scritto con più ironia di quanta ne emerga. sono la prima a sostenere che i manoscrittari/manoscrittori sono una rottura di scatole. però da aspirante scrittrice non posso che comprendere l’affetto e la determinazione che li motiva.

  18. gattogiallo #
    18

    Non vorrei essere stata fraintesa. I miei sorrisi ai post di Catriona sono l’inevitabile conseguenza del suo modo simpatico e ironico di comunicare, scrivendo, le difficoltà del Vs. lavoro. Non volevano essere un rimprovero e non ho mai voluto utilizzare questo commento per giustificare errori o ignoranza dei manoscrittori. Anzi. Mi piace leggerla e dalla sua esperienza trovo utili spunti su cui riflettere.
    Volevo solo ribadire ciò che sembra scontato, ma che forse non lo è sempre e del tutto. Dietro i dattiloscritti ci sono persone, con universi di sogni nel cuore. Non critico in alcun modo la vostra capacità nello svolgere il vostro lavoro (anzi, se leggi sopra ho detto che ciò che dite è la realtà), penso solo che, come ogni lavoro, è tanto più bello se lo ami.
    Non le pagine bianche e nere, piene di strafalcioni, intendo, ma quelle colorate con davanti, dietro e di lato persone.
    Mi scuso se sono stata invadente e prolissa.

  19. Catriona Potts #
    19

    @ farouchegrande “Manoscrittore” mi piace. C’è quel tocco di fisicità che dà bene il senso dello sforzo. E confermo le tue “disavventure”. E le più divertenti – scusate, manoscrittori – sono proprio quelle di chi ha il terrore (non esagero) di essere copiato (ma da chi?) e fa di tutto per proteggere la propria opera…
    @ gattogiallo Ma certo che ci devi riprovare. Se ti sei fatta tutte le domande possibili e immaginabili, se hai corretto, rivisto e limato, se hai individuato le CE adatte al tuo libro. Se ne sei davvero convinta. Proprio come dice farouchegrande, insomma.
    @ azzurropillin Ma anche noi li comprendiamo. E’ che troppo, troppo spesso la determinazione è fuori bersaglio nonché, scusa se mi ripeto, nutrita di velleità e affamata di convinzione.
    @ gattogiallo Non sei stata né invadente né prolissa. Ma anche da questo lato della pagina ci sono persone, con sogni, pensieri e aspettative. Tirare un filo da lì a là è difficile e pochi ci riescono davvero. In pratica, io metto soltanto un po’ di zavorra alle aspettative degli aspiranti scrittori… e, credimi, la maggioranza ne ha bisogno.



Additional comments powered by BackType