Le scarpe di Topolino

Benché qualcuno mi abbia decisamente battuto sul tempo (e lo stia facendo molta più classe di me), è da un po’ che anch’io volevo parlare di Wikipedia o, meglio, del rapporto che noi delle CE intratteniamo con essa. Lasciando perdere qualsiasi polemica (“Sei affidabile? Ma quanto sei affidabile? Hai quell’informazione? Ma quanto ne hai, di quell’informazione?”), bisogna avere il coraggio di dire la verità: Wikipedia per noi è un autentico pericolo. Prova a convincere il passante casuale che stai consultando la voce Bondage perché il romanzo che stai leggendo descrive una pratica così bizzarra che devi verificare se sia vera o inventata. Persuadine un altro che hai aperto la pagina su Topolino perché l’autore scrive che il topo ha le scarpe gialle e tu non ricordi se sia vero. Cancella il sorrisetto furbo dalla faccia del terzo perché ti becca mentre stai guardando la voce Maldive, da te aperta per capire cosa diamine sia la lingua divehi. E così via.
Il secondo pericolo è l’ipercorrettismo spinto. Un tempo, le verifiche sul bondage, su Topolino e sulla lingua divehi erano affidate all’onestà dello scrittore o, eventualmente, ai libri e agli amici del revisore. Adesso, invece, (quasi) tutto è automaticamente verificabile, quindi finisci per incaponirti su problemi che, in passato, affrontavi con più disinvoltura. Perché la pratica descritta dal primo autore corrisponde in linea di massima alla descrizione riportata, però non è esattamente così. Perché sì, Topolino ha le scarpe gialle, ma l’autore sta parlando di The Karnival Kid, un corto del 1929 in bianco e nero. Perché hai capito cos’è la lingua divehi, però la sua trascrizione non è proprio una passeggiata.
E ovviamente, nel preciso istante in cui hai davanti una pagina in divehi in cui si vede Topolino (senza scarpe) legato a un palo della luce mentre Minnie lo frusta, ti arriva alle spalle l’amministratore delegato ed esclama: “Allora, di quale futuro bestseller ti stai occupando?”
E allora non ti resta che aprire Wikipedia per capire se la parola “futuro” ha ancora un senso applicabile alla tua presente condizione.

Tags: ,

30

07 2008

7 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    LOL!

    Ed è vero, quando mi occupavo di racconti e romanzi stavo parecchio attento alla precisione di dati simili; anche in questi casi, tuttavia, (dirò una banalità) occorrerebbe valutare i confini tra strafalcione, pressappochismo (che magari contestualmente può anche starci) e ipercorrettismo, nonché appunto quando possa essere il caso di “prediligerne” uno o un altro.

    E-comunque-io-sapevo-tutti-e-tre-e, pa-ppa-ppe-ro!
    (Al divehi ero arrivato perdendomi sull’osvaldese di Stranalandia..)

  2. J_B #
    2

    Pensa un po’ a chi (come me) a wikipedia contribuisce e, quando è in ufficio, si trova nel dubbio se aprire la pagina sul sesso orale per eliminare quel vandalismo (di solito commenti da ragazzini dodicenni) o se far finta di nulla dato che le possibilità che qualcuno passi di lì e ti veda sono piuttosto elevate (soprattutto se sei in una stanza con altre 7 persone).

  3. 3

    e io che aspetto ancora con ansiosa speranza che qualcuno faccia venire alla luce Wutkipedia? che dovrei dire?

  4. Zia Bisbetica #
    4

    “Noi pensiamo a delle case molto giù, molto down, molto buie… molto molto buie”.
    “E la gente che ci vive?”
    “La gente che ci vive?”
    “Sì, la gente che ci vive.”
    “Federico, scusa… Mi cerchi su uichipidia ‘gente che ci vive’?”

  5. Catriona Potts #
    5

    @ Dottor C. Complimenti uomo-wikipedia! :-)
    @ J_B Ma tu hai la scusa che ci stai lavorando. Anzi, se fossi in te, mi farei un bel cartello da mettere sul computer mentre operi le tue correzioni: “Sto lavorando anche per voi”. :-)
    @ Paolo Beneforti Anche stavolta dimostri di essere molto più avanti di me… Cos’è (cosa sarebbe) Wutkipedia?
    @ Zia Bisbetica :-D

  6. 6

    pardon, noi malati di ludolinguistica non concepiamo che qualcuno non ricordi la rubrica I Wutki, su Linus anni ‘70 :D
    Wutkipedia sarebbe una enciclopedia dei giochi (di/con parole, soprattutto) (laddove nella classificazione enciclopedica si fonderebbero, chiaro, la passione oulipiana per gli elenchi e quella enigmistica per i giochi con le parole, sì da generare ad ogni click “centomila miliardi di…” cose). ;)

  7. Catriona Potts #
    7

    @ paolo beneforti Sorry, ma negli anni ‘70 vivevo in un posto dove L’intrepido era considerato roba forte, da sballo pesante. Figurati Linus… :-)



Additional comments powered by BackType