Colpevole

Io, la devotissima vestale sorkiniana, la Weiner-idolatrante, la Chase-dipendente,* ho peccato. Quest’estate mi sono concessa un vero guilty pleasure: le prime due stagioni di Brothers & Sisters. In massima sintesi: le vicende di una famiglia composta da tre fratelli, due sorelle, una madre e uno zio.
La conoscete? Bene.
Non la conoscete? Pazienza, non è necessario.
Una cosa colpisce subito, anche a una visione distratta. Tutto è prevedibilissimo, piano, “normale”: amori, amicizie, separazioni, incontri, coups de théâtre, coups de foudre… Abituata a ben altro, l’impulso è stato quello di chiudere dopo il primo episodio. Invece non sono riuscita a staccarmi, ammirata dalla fluida semplicità dell’insieme, dal ritratto sociale che andava tratteggiando, con pazienza e determinazione. Insomma era come se qualcuno stesse scrivendo – lì, sotto i miei occhi – un “manuale di vita”: come ci si comporta se succede qualcosa di grave a chi ci sta vicino? Quali errori evitare in una relazione? Come confessare una verità “scomoda”? Perché scegliere di rivelare qualcosa o di tenerlo nascosto? Come affrontare la droga o l’omosessualità?
Non è certo la prima volta che una serie americana offre risposte pratiche, frasi da ripetere, indicazioni da seguire, tutte già testate, già “modellate”. Ma il piglio quasi didattico di questa serie mi è parso singolarmente diretto ed esplicito.
Allora ho pensato: perché “faticare” su un libro per cercare una sola risposta a una sola domanda, quando molte risposte a molte domande sono già lì, pronte all’uso, per di più arricchite dall’occasionale lacrimuccia o del frequente sorriso?
E non ho trovato una risposta.
O, meglio, sì, l’ho trovata, però non mi ha soddisfatto per nulla.

* Se non avete cliccato i link, perché sapete di cosa sto parlando, avete vinto il Superpremio “Affetto e Stima Incondizionata di Catriona Potts”.

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04

09 2008

14 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Torniamo al vecchio adagio (Wilde?) che sui libri c’è tutto, tranne le cose che vale davvero la pena sapere?

    Personalmente vedo nella televisione una sorta di nuovo oracolo che ha come compito quello di diffondere la cultura della mediocrità. Agire tutti nello stesso modo davanti allo stesso stimolo. Per imitazione.

  2. 2

    Cliccare? Per leggere il curriculum del creatore di “Un medico tra gli orsi”?? Ma mi hai preso per una dilettante??? ;)

  3. 3

    Catriona, dove sei stata tutto questo tempo?!
    Abbiamo pure gli stessi guilty pleasure, come si fa! :)

    (e poi, diciamolo, il senatore McAllister ha dei momenti in cui ritorna…il nostro Sam!)

  4. 4

    eh, e se uno non ha cliccato per ragioni diverse da quelle da te sottintese…? :D

  5. narayan #
    5

    Beh, dai, in tema di serie tv secondo me peccare davvero, concedersi una guilty pleasure vuol dire guardare per esempio Ghost Whisperer o Army Wives, non Brothers&Sisters :)
    Forse sono ingenua io, ma magari nelle intenzioni degli autori non c’è proprio tutta questa intenzione di offrire modelli e risposte pret à porter: certo non sarà Six Feet Under per complessità e profondità di personaggi e situazioni, però non mi pare nemmeno così terra terra. Magari la cultura della mediocrità, come dice Rumenta, fosse quella diffusa da B&S!

  6. 6

    Brothers & Sisters l’ho scoperto anch’io di recente. Ogni tanto lo vedo, ma senza impegno. Specie perché deve competere con la mia nuova fissazione, Desperate Housewives :P

  7. Catriona Potts #
    7

    @ Rumenta In generale (soprattutto in riferimento alla TV italiana) ti do ragione. Nello specifico, non concordo affatto. Il discorso è lunghissimo, però serie come The Sopranos, The West Wing, Six Feet Under e il recente Mad Men sono magnifiche, per scrittura e realizzazione.
    @ giorgia Giammai! ;-)
    @ svaroschi Ma io sono sempre stata qui, al secondo piano! :-) Uh, guarda, però, i momenti con lui per me sono quelli più terribili, dato l’abisso di scrittura tra B&S e TWW e l’evidente mismatch con Calista Flockhart (le loro scene d’amore sono a dir poco imbarazzanti). Ogni volta che lo vedo, poi, ricordo la scena in cui Bartlet (our prez!) gli dice: “Un giorno, sarai tu il presidente” e… rabbrividiamo (brrr!)
    @ paolo beneforti Lo faccio amico uguale, va bene? :-)
    @ narayan Eh, ognuno il proprio guilty pleasure ;-) Guarda comunque che io non dico che è “terra terra”. E’ “pratico”, immediatamente utilizzabile da chi lo guarda. E sono sicura che l’intento è quello: basta guardare la vicenda di Justin, per esempio.
    @ Andrew Con le Casalinghe sono rimasta indietro. Rimedierò.

  8. 8

    Sì, e poi è REPUBBLICANO, porca zozza!
    Fa un po’ ridere il fatto che Sam fosse andato in California e il senatore – indovina un po’?

    Cmq la nostalgia di TWW è tale che io mi accontento che ogni tanto metta su “le facce da Sam” (lo faceva più verso l’inizio, a dire il vero).

    p.s. analoghi succedanei per Josh Lyman? Io ho perso per un soffio Bradley Whitford che recitava a Broadway lo scorso giugno. Sigh.

  9. 9

    + uno che non ha cliccato. Arido e insensibile?

    (To whom who may concern: per me guilty pleasure è ri-vedere Fight Club. Dottore sto molto male?)

  10. 10

    Non discuto sull’abilità tecnica. Anche Buona Domenica o Drive In sono sublimi in relazione alla finalità prefissa.

    Però sono malfidato e penso che lo scopo reale sia sempre uno, lasciarti incollato davanti a uno schermo senza poi lasciarti nemmeno un tarlo nel cervello.

    Per dire, Lost è un prodotto sublime ma ti lascia esattamente come ti ha preso. Non un dubbio nuovo, non una risposta. Al più vuoi sapere cos’è il mostro.

    Poi ovvio, ognuno inganna il tempo come preferisce e la valvola spegni cervello è spesso necessaria.

  11. Kit #
    11

    Condivido tutto. Ho seguito ipnotizzata la prima serie finchè ho potuto quest’estate, poi ho recuperato il resto scaricato. E questo mi ha fatto scoprire che le voci originali sono meno drammatiche, meno enfatiche rispetto a quelle del doppiaggio italiano: meno dramma, più sorriso. Credo che la seconda stagione la vedrò in lingua originale anche per questo.

  12. 12

    Congratulazioni per la nomination su Macchianera! :)

  13. Catriona Potts #
    13

    @ svaroschi No, non ho nessun sostituto per Josh. Ma, se vuoi, creiamo http://www.lemon-lyman.it... :-)
    @ visco No, però niente premio. Quanto a Fight Club, se vedi soltanto il primo quarto d’ora, passi. Se vai avanti… brrrr.
    @ Rumenta No, Buona Domenica non è sublime: è “abitudine”, che è ben diverso. Io poi parlavo unicamente di serie televisive e del loro altissimo livello. La scrittura dei Sopranos o di West Wing dovrebbe insegnare molto, per esempio, a certi intellettuali concettosi e vuoti, incapaci di delineare personaggi attraverso i dialoghi. Comunque, sì, anche gli svuotatesta (vedi Lost) sono necessari…
    @ Kit No, davvero, le serie e i film vanno assolutamente visti in originale. Ti perdi metà della loro efficacia, altrimenti. La seconda stagione vira un po’ sull’assurdo in certi punti (troppe cose e troppo in fretta) ed è più sfilacciata della prima, ma non chiediamo troppo, suvvia…
    @ Vanamonde Chi? Cosa? Dove? Quando??????

  14. 14

    Anch’io caduta nella rete di Brothers and Sisters. E’ terribile perché è talmente schematico che all’inizio di ogni puntata so già cosa accadrà alla fine. Ma per qualche ragione è irresistibile comunque..
    Un saluto



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