[OT] Schizofrenia italiana

Mia sorella è andata in una delle più grandi città italiane per fare un corso da managèr.
Essendo arrivata di domenica, ha preso un taxi per raggiungere il centro della città e farsi un giro.
Dopo qualche tempo, si accorge di non avere più il portafoglio. Rubato? Perso? Non lo sa.
Un po’ agitata (ha tutto nel portafoglio, la stoltarella), si rivolge ai tutori dell’ordine. Ma ne ricava soltanto risposte generiche al limite dell’offensivo (“E noi che ci possiamo fare?”), indicazioni vaghe (“Eh, la denuncia… Segua quella strada là…”), suggerimenti assurdi (“Si faccia fare un bonifico!” “E poi, senza documenti, come li prendo, i soldi?”)
Un’illuminazione la salva: ha la ricevuta del taxi e chiama il centralino. E scopre che il taxista ha ritrovato in macchina il portafoglio. Nel giro di mezz’ora, il taxista la raggiunge e glielo restitituisce. E prende metà della mancia che lei gli vuole dare.
La domande che ci siamo fatte, a dramma scampato, sono state queste: se avesse detto che a rubarle il portafoglio era stato un extracomunitario, le cose sarebbero andate diversamente? E quale Italia schizofrenica viene fuori da quest’episodio, isolato, certo, ma forse sintomatico?
Un’Italia triste, direi.

P.S. Io non lo volevo fare, questo post, ma sono due giorni che rimugino su questa cosa terribile e non mi capacito dell’abisso in cui talvolta noi, esseri umani, cadiamo. Senza contare che, come sapete, David Foster Wallace si è suicidato. E quando uno scrittore decide di non voler più raccontare il mondo, a me passa la voglia di parlare di libri.

Tags:

14

09 2008

8 Commenti Commenta ↓

  1. .mau. #
    1

    Sulla storia di blackcat, un solo commento: queste “iniziative” formalmente per i bambini in realtà sono fatte solo e unicamente per fare spendere i genitori. È poi chiaro che l’idea che ci possa essere un bambino autistico non combacia affatto :-(

  2. 2

    Io che finora mi sono limitato a commenti che avrebbero voluto essere simpatici in coda ai tuoi post più ironici e divertenti, ora vorrei dirti, ma molto molto dimessamente, che magari se noi continuiamo a fare i libri, e cerchiamo di farli bene, e cerchiamo di proporre autori che hanno qualcosa da dire e che amano la vita anche quando ne parlano in modo drammatico, se, se, se, forse, forse, forse, anche questa nostra Italia sarà un po’ meno triste. Se, se, se. Forse, forse, forse.

    Inachis

  3. Massimiliano #
    3

    Pasolini parlava di “mutazione antropologica”… E non credo che i libri possano rimediare a questo stato di cose. Certa gente non legge.

  4. Catriona Potts #
    4

    @ .mau. Ma, paradossalmente, proprio questo dovrebbe essere il motivo principale per organizzarle bene!
    @ Inachis Io Forse…
    @ Massimiliano Lo so. Ma dare per perse quelle persone è una cosa che non mi sento di fare.

  5. 5

    io non credo che DFW volesse smettere di raccontare il mondo. secondo me voleva continuare, ma qualcosa non gliene lasciava più il tempo.
    per quello che ha scritto e quello che non è riuscito a scrivere, continuiamo a leggere (e a far leggere), noi che possiamo.

  6. Massimiliano #
    6

    @ Catriona Non intendo dar per perso nessuno. Era una constatazione. O un’altra mezza citazione: “La violenza è illetterata” [Sartre, da qualche parte di uno dei suoi attacchi di graforrea]


2Trackbacks/Pingbacks

  1. Nella rete c’è Alexander | L'albero di Canfora 21 12 10
  2. Nella rete c'è Alexander | L'albero di Canfora 15 03 11

Additional comments powered by BackType