Beata te

“Beata te, che leggi tutto il giorno!”
A parte che non è vero, vorrei proprio vederlo, quello che dice così, a leggere tutto il giorno. Soprattutto a leggere libri che ti arrivano così, nudi, magari lontani anni luce dai propri “gusti”. E a farlo con davanti il bivio “scegli o scarti”. Nel giro di un’ora (sono buona) comincerebbe ad agitarsi, a sbuffare, a distrarsi.
Ammettiamolo, una buona volta: leggere è faticoso.
È faticoso come incontrare una persona nuova, della quale devi (vuoi) conoscere magari non tutto, però qualcosa; come arrivare in un Paese straniero senza cartina o guida; come ritrovarsi circondato da individui che parlano una lingua di cui tu conosci i rudimenti, ma non le sottigliezze.
È bello, tutto ciò?
Indubbiamente. È più che bello.
Ma è anche faticoso.
E tu che adori leggere, che vorresti un libro in mano a ogni persona sopra i sette anni, che esalti il ruolo della parola scritta in questa società dominata dagli stimoli visivi e sonori, sì, proprio tu (mon semblable, mon frère!), non devi dimenticarlo mai. In particolar modo quando ti lanci in una delle tue giustissime, sacrosante tirate a difesa del libro.
Non nascondere mai che leggere è fatica. Ma poi aggiungi che è una delle poche fatiche a essere sempre premiate.

Tags: ,

18

09 2008

13 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    … amen !

  2. 2

    Ben detto! Leggere è faticoso, altroché, e specie se devi leggere dei libri che non hai scelto tu o per quali hai la necessità di esprimere un giudizio che vada al di là del semplice “mi è piaciuto/non è mi è piaciuto”. Se poi uno è come me lento e ha bisogno di assaporare tutto quello che legge, per cogliervi anche una piccolissima perla, qualcosa che valga la pena di ricordare e annotarsi (perché per me il bello della lettura è questo, non il puro intrattenimento), è davvero dura. Per questo, e pur non dispiacendomi ogni tanto segnalare/proporre dei libri da tradurre e fare delle schede di lettura, non invidio assolutamente i lettori di professione.

  3. 3

    Ehi. Non è possibile. Io penso una cosa e tu qualche ora dopo la scrivi. Incredible! In pratica: proprio ieri (!) parlavo con un amico di questo fatto, della fatica della lettura e di come questa stessa alla fine, però, ti ripaghi alla grande.

    Alla fine è una questione, credo, di filtri interni. Per la lettura ce ne vogliono – in linea di massima – non solo di più ma anche più sofisticati rispetto alla fruzione di un film al cinema o alla lettura di un fumetto o ancora rispetto alla radio e alla tv.
    What do you think?

  4. 4

    questo memento di taglio beaudelairiano lo girerei anche agli scrittori. o forse è proprio questo che volevi dire, EEEEH?! :D

  5. 5

    (m’è scappata una “e”, chiedo venia)

  6. 6

    no, sempre no.
    io sto ancora sconvolto da faletti, e l’ho letto un anno fa!

  7. morgaine #
    7

    Perché solo dai sette anni in su? Io ho imparato a leggere molto prima dei sette anni, ma proprio per questo, forse, non mitizzo i libri. Anzi sei tu la prima a dimostrare che non tutti libri sono buoni. Però leggere è certo una delle migliori attività possibili.

  8. L. #
    8

    Leggere è fatica, è passione, è impegno, è leggerezza, è evasione, è approfondimento, è fonte di mal di testa, è qualcosa che provoca dipendenza….è anche il mio mestiere, che a volte mi fa perdere il sonno perché non so cosa scrivere su una scheda,
    è trovarsi in imbarazzo quando un libro fa schifo, ma magari a pagina 97 c’è una frase che mi ha tolto il respiro.
    Nessuno mi ha mai detto beata te che leggi tutto il giorno, ma a volte lo penso perché è una fatica premiata e da quando ho memoria ho un libro in mano…non riuscirei a pensare di fare altro.
    In tante cose sono pessimista e vedo solo il lato negativo. Nel lavoro ho preso tante delusioni, porte in faccia e arrabbiature, ma a pensarci bene vedo solo cose belle. Grazie per quello che scrivi.

  9. Catriona Potts #
    9

    @ El Secretario :-)
    @ nazzareno Sì, fai bene.
    @ Francesco_84 Sai come si dice: “Le grandi menti…” eccetera ;-) . Però no, non sono completamente d’accordo, perché leggere parole è una cosa che – bene o male – ci hanno insegnato, mentre leggere immagini è ancora considerato un esercizio pressoché inutile, dato che “l’immagine è universale” e altre ottuse convinzioni. In realtà, pochi lo sanno fare e mai si fa. E invece, in una cultura come la nostra, le due “istruzioni” dovrebbero andare di pari passo. E non parliamo neppure della musica…
    @ paolo beneforti Come sempre, lei va oltre. E ci azzecca, “e” comprese ;-)
    @ michele :-D
    @ morgaine Anche tu enfant prodige? Va bene, abbassiamo a quattro :-D
    @ L. Eh, sì.sì, ti capisco bene. Ma possibile che non ti abbiano mai detto: “Ma tu che hai sempre in mano un libro…” Vedrai che prima o poi… Sii preparata, insomma. E grazie a te per essere qui.

  10. 10

    è vero. leggere è fatica. ma mi pare che al tempo in cui viviamo ci siano persone (prevalentemente, dieu merci, giovani) che, nel mezzo degli stimoli visivi/acustici/elettronici a cui ti riferisci come cospiratori antilettura, se la cavano egregiamente e si districano assai bene. è un tempo di miscela alto/basso, il trionfo del postpop: basta non mollare mai l’invito alla concentrazione. mi piace quello che scrivi. anna

  11. 11

    Capisco il tuo punto di vista, però continuo a pensare che esista una differenza tra i media chiamiamoli “sensoriali” e la letteratura. Con i primi tu vedi e senti con gli occhi e con le orecchie. E’, cioè, un processo più diretto e, se vogliamo, che non necessita per forza di una “educazione” a monte.

    Con i libri, invece, non ci sono suoni, nè colori, nè gusto nè tatto nè niente. Solo inchiostro nero su pagine bianche. Eppure(!) sappiamo benissimo quanto dietro a quelle macchie nere ci siano mondi infiniti, dove sembra quasi che i suoni e i colori li sentiamo e li vediamo meglio. Non so, forse sarò fazioso io che amo troppo i libri e dunque non so giudicare con onestà, però a me sembra che quando leggi devi gioco forza passare anche per le vie del cervello e, quando va bene, per quelle del cuore. E’ necessario, obbligatorio. Con i media sensoriali non lo è, puoi bypassare, puoi restare in superficie come se stessi surfando. Il che non vuole essere per forza una declassificazione, attenzione.

    Oddio, che comemnto lungo! Sorry, tr lungo! :) )
    Ciao!

  12. L. #
    12

    Qui si trovano sempre spunti interessanti… “leggere le immagini”, ci ho pensato spesso, ma sempre troppo in fretta, il mio sguardo non è ancora abbastanza educato.

    I “beata te” sono piuttosto perché lavoro da casa. E non sanno che così è difficile educare la famiglia.
    Sul mestiere di leggere il commento che sfugge agli occhi dei miei interlocutori spesso è un “che razza di lavoro è leggere? ma ti pagano?” (sottile derisione mista a incredulità e, a volte, disgusto).
    Il piacere del “libro in mano” in effetti a volte manca, arrivano tanti libri in bozza e riesco a leggerli solo alla scrivania, così dà una parvenza di “lavoro serio”…
    Buon fine settimana!
    L.

  13. Catriona Potts #
    13

    @ Anna Io non sono così ottimista. Ma ciò non significa che non lo sia affatto. Grazie.
    @ Francesco_84 Ovvio che c’è una differenza. Attento però: proprio per via di quella differenza ti hanno convinto della facilità di lettura delle immagini e dei suoni (“convinto” nel senso che nessuno si sente in dovere d’insegnartene la grammatica e la sintassi). E, in fondo, anche con la lettura-lettura si può rimanere in superficie. Oh, ma è un discorso troppo lungo e complesso…
    @ L. Non badare a me. La storia del “leggere le immagini” è una mia vecchissima fissa. ;-)
    Eh, capisco chi ti dice “beata te” perché lavori da casa. E so che tantissimi si fanno un’idea completamente sbagliata quando pensano al tuo tipo di lavoro (e non resisterebbero un mese “abbandonati a se stessi”). Insomma l’erba eccetera eccetera. Se ti può consolare, quegli sguardi increduli li ricevo anch’io, sebbene vada “in ufficio”…



Additional comments powered by BackType