Partenze, party, latinorum

  • Il nuovo trend della Fiera è non prendere appuntamenti al sabato. Ovviamente io ne ho un po’ e temo che, in qualche caso, mi troverò a fissare un tavolino vuoto dopo aver fatto una corsa mozzafiato tra i padiglioni. E la sensazione sarà quella di essere arrivata a un appuntamento al buio senza trovare nessuno perché l’altra parte – che ti ha osservato di nascosto – non ti ha ritenuto degna neppure di un anodino scambio di convenevoli.
  • Quest’anno mi do alla mondanità: (almeno) due party. Per essere ammessi, bisogna presentare l’invito, il pass e un documento con fotografia. Probabilmente si viene pure perquisiti. Date le premesse, come minimo mi aspetto di trovarmi accanto a George Clooney, Al Gore e Britney Spears. Oppure a un sacco di arabi.
  • No, caro AA, non mi lascio impietosire dal fatto che mi mandi un’email con le ultime recensioni del libro-che-vuoi-piazzare-a-tutti-i-costi-prima-della-Fiera alle 23.43 di sabato sera. E che me ne mandi un’altra alle 8.12 di domenica mattina. E che il lunedì mattina alle 8.15 mi dici che l’hai venduto in Ungheria. Gutta cavat lapidem, certo. Ma anche A posse ad esse non valet consequentia. Rassegnati.
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09 2008

4 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    quale fiera?

  2. 2

    la Buchmesse?

  3. L. #
    3

    quanta voglia avrei di partecipare alla Buchmesse…. di vedere com’è quel mondo che calamita l’attenzione di tutti gli editori dal rientro settembrino in avanti…
    lo so che è stancante, ma vale la stessa cosa che scrivevamo per la lettura qualche post fa…

  4. Catriona Potts #
    4

    @ paolo beneforti Già, sono così CE-riferita che non mi sono sentita in dovere di specificare: sì, la Buchmesse.
    @ L. In effetti, da “spettatore” è un’autentica avventura nel mondo del libro. Ci si riempie gli occhi e il cuore si rallegra. Però, dai, non è impossibile: per alcuni anni ci sono andata anch’io per un giorno solo. E’ una faticaccia, ma ripaga.



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