Illuminazioni

By the age of five, children have acquired 85 per cent of the language they will have as adults.

Presa da qui, la cosa sembra confermata, per esempio, anche dall’Hearing and Speech Agency.
Adesso capisco molte cose.

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08

01 2009

6 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    È vero. Infatti a quattro anni cercavo di dibattere di epistemologia e di ontologia della ragione con i miei amichetti di asilo, che tuttavia erano soliti prendermi a pugni (anche le ragazzine). :P

  2. 2

    Il restante 15 per cento, la maggior parte dei casi (umani), sarebbe opportuno che non lo acquisisse affatto.

  3. 3

    Quindi da questo si riconoscono anche le stratificazioni culturali.

  4. 4

    Stavo per lasciare un commento troppo serioso. Mi trattengo. Però una cosa vorrei dirla. Questa affermazione è (parzialmente) un’ovvietà. Provate a immaginare il numero di parole che un bambino ascolta in 5 anni. Finora, con tipica cecità adulta, si pensava che il bambino non sentisse e, ancor meglio, che non capisse un bel niente di quello che gli viene detto. Invece, si va scoprendo che il cervello è attivissimo nei primi anni di vita e lavora incessantemente per modificarsi e strutturarsi sulla base degli stimoli che riceve. Questo non significa che a 6 anni si è belli che defunti “liguisticamente”. Solo che si dovrà costruire altri piani su quelle fondamenta, sperando che siano solide.
    Serioso, al solito.

  5. 5

    E poi, siccome l’articolo parla di “85% of the language” e non di “85% of the words”, ipotizzo che si tratti anche di una questione relativa al lessico di frequenza. Ovvero: le parole imparate dopo quell’età sono parole usate più di rado nel linguaggio corrente, mentre la quasi totalità delle nostre conversazioni quotidiane – anche scritte – impiegano un lessico di poche migliaia di termini, quelli cioè appresi nell’infanzia. (Chiedo venia, a me il tono serioso viene fin troppo naturale.)

  6. 6

    Bel blog ottimo, da consigliare agli amici. A presto.



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