Psichedelia

C’erano una volta la carta, i dattiloscritti, le penne, le matite, le gomme. Testi italiani o stranieri, traduzioni o prodotti autoctoni, tutto era concreto. Il segno era visibile, la correzione (giusta, sbagliata, inutile) brillava in tutta la sua evidenza.
Poi, un giorno, arrivò una traduzione. Fatta molto di fretta e da un incapace che, non contento di aver massacrato l’italiano, si era pure inventato di sana pianta la maggior parte dei termini tecnici. Fu così che il dattiloscritto diventò un’esplosione psichedelica di colori. Usai addirittura una penna viola disgustosamente profumata, dato che era l’unico modo per rendere leggibile l’ennesima correzione.
Arrivata a un terzo del libro, mi impuntai. C’era bisogno di un computer. E lo ottenni.
Da allora, la psichedelia è scomparsa. Frasi asmatiche riprendono fiato come se fossero state sempre sanissime. Maiuscole e minuscole si ordinano in un lampo, come ligi soldatini. Le bozze sono intaccate da qualche pigro segno a matita e poco più.
Mi manca la psichedelia? Niente affatto.
Però, quando leggo frasi del tipo: “La rianimarono anche se la donna era priva di polso”, per un istante mi viene voglia di riportarla in auge. Così da poter usare di nuovo la penna viola profumata e disgustare qualcun altro oltre a me.

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01 2009

10 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    rianimarono una con il moncherino? capita eh…

  2. 2

    psichedelia, tutte le teste ti porti viaaaa…

  3. 3

    Be’, ehm, scusa se mi permetto, ho spesso a che fare con testi medici, e la frase, in sé, non è scorretta.
    Magari hai esteso esemplarmente il disgusto per il (suppongo) romanzo intero…

  4. 4

    Praticamente il testo corretto diventava una specie di “Trip”. Poverina la rianimata, anche se senza polso.

  5. 5

    @Spettatore di provincia: può essere che in un linguaggio colloquiale o diretto si dica “non c’è polso”, o altre forme simili. Magari anche in termini tecnici ospedalieri si arriva a scrivere sui referti “All’arrivo sul luogo il soggetto non aveva polso”. Ma rimangono trasposizioni di termini colloquiali, non è proprio proprio una sineddoche o una licenza poetica.
    Bisogna poi vedere, come giustamente hai detto, il contesto. Quindi, probabilmente anche questo testo sarebbe stato un cimitero di segni blu, rossi e violaprofumosi :) . Quella “libertà” in più che il traduttore s’è preso, non può che essere la famosa goccia.
    Scusatemi, ma io ho riso infinitamente immaginando due infermieri intenti a ribaltare il corpo alla ricerca delle estremità superiori, con la persona moribonda che respira e geme, ancora viva, e tende il collo come a dire “tastate qui!!!!” … eheh

  6. 6

    ah (scusate la doppia risposta), perché poi “anche se”?! Ok che rianimare è anche di uno che è svenuto, ma che altro puoi farci con una persona che non dà segni di vita?! La usi come partner-manichino per il tango?!

  7. 7

    Fosse stata una donna di polso, probabilmente non sveniva neanche.

  8. 8

    a proposito di cose psichedeliche: http://www.facebook.com/group.php?gid=46105318617
    :D

  9. 9

    Savohead, in effetti penso sia principalmente l’”anche se” a presupporre un contesto colloquiale (“la rianimarono” starebbe per “riuscirono a rianimarla”); è vero che la frase non è bellissima in ogni caso, ma l’espressione, considerata avulsa dal supposto contesto, compare anche in testi universitari.

    Per cui, come tu dici e anche io ipotizzavo, potrebbe essere una ultima goccia. Anche perché spesso incontro espressioni molto più disgustose, anche in romanzi dati alle stampe (e non in bozza, come, spero, sia quella che cita Catriona) :P .

  10. Catriona Potts #
    10

    @ fatacarabina @ michele @ franchino 8 @ kartch :-D e grazie per la comprensione
    @ Spettatore di provincia e @ savohead So bene che “priva di polso” è un’espressione corretta. Ma usarla in questa forma e in un contesto non tecnico porta a due conseguenze: 1) ilarità (come dimostrano gli altri commenti) 2) sconcerto (un po’ come se tu, a pranzo, dicessi “Mi puoi passare il cloruro di sodio?” Mica sarebbe sbagliato: sarebbe semplicemente inadeguato, straniante). Per me, poi, quella frase è un campanello d’allarme: in quel momento, e magari soltanto per qualche riga, il traduttore sta semplicemente “portando parole” da una lingua all’altra. So anche bene che il lettore “distratto” capirebbe la frase e andrebbe avanti. Ma io voglio lavorare per il lettore attento. E per il bene del libro. Poi scappano pure a me… eccome se scappano! ;-)



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