Come se

E’ che talvolta ti viene proprio voglia che vadano male i libri, cioè che non li legga nessuno. Perché, quando vanno bene, tutti – ma proprio tutti – si sentono in dovere di muovere delle critiche o al testo o alla copertina o alla bandella o a tutte queste cose insieme. E’ come se, non esercitando questo loro diritto, non possano essere ammessi alla festa del successo. E’ come se, così facendo, dimostrino di aver partecipato alla nascita del libro. E’ come se, grazie al loro contributo, il libro venisse osservato da un nuovo, imperdibile punto di vista.
Le critiche sono giuste e possono essere utili. Certe però (mi) fanno letteralmente imbufalire. Sono le critiche a-vocaliche (“Non mi è piaciuto.” “Perché? “Hmps…”), le critiche “io lo so e tu no”  (“Che ignorante! Come fa a dire che quello è un episodio della vita di Napoleone?” “Be’, veramente lo raccontano così lo studioso X, il testimone Y e una lettera autografa… come si dice nella bibliografia.”), le critiche “ragiono con tutto ma non con il cervello” (“Bah, il nome del protagonista è proprio orribile.”) e le critiche “stavo pensando ad altro” (“Però che finale stupido,  quando la moglie lo uccide…” “Guarda che non lo uccide lei, ma il cugino.”)
Mi sembra che Anatole France abbia detto: “I libri sono l’oppio dell’Occidente.” Chissà se aveva immaginato anche questi effetti collaterali…

P.S. Continuo a non avere tempo di commentare i commenti. Ma voi scrivete, perché io vi leggo. E’ questo che volete, no? :-)

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01 2009

6 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Io penso che tante critiche siano frutto di uno stato interiore poco sereno. Hai presente quando l’invidia ti mangia e fa diventare il tuo fegato grande come una Zigulì? Ecco, così si sentono secondo me loro.

  2. 2

    Alle volte i commenti sono il modo per partecipare alla discussione.. è che non sempre le persone sanno cosa dicono…

  3. 3

    ecco, volevo scrivere un commento sagacissimo, ma il matto e alxyr hanno già detto tutto.

    Aggiungo a mo’ di chiosa che mio nonno usava dire “solo chi fa, sbaglia” e se è vero che solo gli infallibili possono giudicare se consegue che “chi critica non fa”. :D

    Il post comunque non m’è piaciuto, io ad esempio non avrei cominciato con “E’ che talvolta” e poi è troppo lungo e poi troppe parentesi e poi il corsivo di “questi” lì, verso metà… o era verso la fine… insomma, quello. E il carattere e quel banale nero e il bianco di sfondo… suvvia!

  4. 4

    Mi accodo ai commenti precedenti. Che criticoni però. Criticate pure i critici.:)

  5. 5

    La cosa dell’oppio potrebbe essere in “La vie litteraire”. Credo però che il problema sia l’astinenza

  6. koshka #
    6

    Più che oppio direi LSD :-)



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