Una settimana

Facciamo così: per una settimana non scrivete. Lasciate cadere la penna o permettete alla polvere di accumularsi sulla tastiera. Per una settimana fate altro, tutti voi, italiani e stranieri, autori “già editi” o “emergenti”. Perché così proprio non va. Diciamo che sono gli effetti della crisi (tanto questa frase ormai va bene per qualsiasi cosa, compresa la subitanea comparsa di una verruca). Diciamo che, a causa della suddetta crisi, forse rimanete in casa la sera e non sapete cosa fare e vi mettete a scrivere. Ma, anche se non fosse colpa della crisi, è un fatto che ultimamente il livello delle proposte – di tutte le proposte – è  peggiorato. Di brutto. Gli stranieri non fanno che rimasticare generi e argomenti, fingendo di non accorgersi che stanno rimasticando strisce di cuoio. Gli italiani sono sempre più aggrappati a un albero (stento) in bilico su un precipizio (nero inchiostro) a strapiombo sul mare (del plagio). E le CE saranno pure fameliche – “C’è la crisi! Bisogna trovare il megabestseller! Pagandolo pochissimo!” -, ma non al punto di ingurgitare qualsiasi schifezza (piuttosto ruminano l’erba che hanno accumulato).
Farebbe bene a tutti, credetemi.
Senza contare che io avrei finalmente tempo di girare per saldi… scrivere qualche bella lettera ponderata. Di rifiuto, ovvio.

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03

02 2009

3 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    giusto io mi fermerò tra poco

  2. 2

    Rimasticare strisce di cuoio fa tanto Verne :)

  3. 3

    Eh, non è un buon momento creativo, lo penso anch’io.



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