Almanacco della crisi perpetua

Gennaio. Freddo. La gente se ne sta rintanata in casa, quindi non va in libreria.
Febbraio. Carnevale. La gente esce a divertirsi e ovviamente sta lontana dalla libreria.
Marzo. Primavera. La gente va in gita, quindi non può andare in libreria.
Aprile. Pasqua. La gente compra uova e colombe, ergo non va in libreria.
Maggio. Festa della Mamma. La gente compra cioccolatini e rose, che notoriamente non si trovano in libreria.
Giugno. Finiscono le scuole. I ragazzi e i genitori non sono più costretti ad andare in libreria.
Luglio-Agosto. Vacanze. Le librerie sono chiuse e quelle nei luoghi di villeggiatura hanno soprattutto palette o picozze, dunque pochissimi libri. Perché mai la gente dovrebbe andarci?
Settembre. Ripresa delle attività. La gente ha speso tutto in vacanza, e pensa a tutto tranne che ad andare in libreria.
Ottobre. Autunno. La gente ha solo voglia di tornarsene a casa a bere vino novello e a mangiar caldarroste, perciò snobba la libreria.
Novembre. Giorno dei morti. La gente è già depressa, dovrebbe anche andare in libreria?
Dicembre. Natale. La gente compra regali e, siccome i libri possono essere considerati tali, forse va in libreria. Ma soltanto il 24 sera.

Voi non ci crederete, ma io queste scuse le ho sentite tutte.

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03 2009

7 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Immagino, che tu le abbia sentito. Poi vai in libreria e c’è gente. Le solite mosche bianche?
    ciao

  2. Francesco_84 #
    2

    Ma ti sei scordata di dire una cosa fondamentale, e cioè che nei restanti 364 giorni… beh, si scrive alla grande! E si mandano manoscritti a più non posso!

  3. 3

    La cosa peggiore è che non si fa fatica a crederti

  4. 4

    Speriamo vada almeno in biblioteca :)

  5. 5

    Queste “scuse” sono almeno dichiarazioni di scelte: con tutte le cose divertenti o necessarie da fare, si preferisce non leggere (evidentemente cosa non divertente e non necessaria). Capita invece di sentire sempre più frequentemente qualcuno che rivendica la non-lettura come un valore. Lo chiamerei “analfabetismo ideologico”. Sono quelli che considerano la lettura come un’autentica perdita di tempo, un comportamento dannoso per i loro neuroni, un lavaggio (sic) del cervello, un rifugio dei perdigiorno, una mostruosa eresia intellettualistica …
    Ovviamente nessuno rivendica la profonda e ineluttabile vocazione all’ignoranza. Sarebbe già una consolante consapevolezza.

  6. Catriona Potts #
    6

    @ fatacarabina Non per dare ragione alle scuse, ma in Italia “la gente” legge davvero poco e io spesso penso che la folla in libreria sia dovuta al fatto che vivo in una grande città e che frequento quei luoghi il sabato.
    @ Francesco_84 E’ vero! :-)
    @ sancla Davvero? Io credo che queste siano semplici etichette, e che il vero problema sia altrove. Ma si hanno pochi mezzi per affrontarlo
    @ dadevoti Forse ti sorprenderò, ma sono d’accordo. L’importante è non dimenticare la lettura.
    @ omniaficta Forse conosco persone più timide oppure, sapendo che lavoro in una CE, persone che non hanno il coraggio di dire le cose così apertamente. Però ti do ragione: la tendenza è questa.


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