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Ormai ho in uggia il processo che conduce al titolo di un libro. Forse ne ho battezzati troppi, ma brucerei volentieri una foresta di bastoncini d’incenso in onore di ogni autore il cui libro ha un titolo che rientra nelle categorie dei “traducibili” e degli “efficaci”. In entrambe, ovviamente. Perché una sola non basta.
E no, non li voglio neanche ascoltare, i puristi del titolo originale. Perché mi possono fare mille esempi e io posso far loro mille controesempi. Stallo.
Talvolta mi viene voglia di lanciare la moda del titolo originale-originale. Nella lingua d’origine, cioè. Certo, poi verrebbero fuori cose del tipo Ihmislapsia elämän saatossa e vi voglio vedere, in libreria.
Tutto ciò per dire che, da quando ho trovato questo blog, mi sento meno sola.

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02

04 2009

3 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Fortuna che non sono poliglotta:)

  2. juhan #
    2

    Sui titoli si sono consumati parecchi crimini. Ecco un piccolo elenco di quelli che mi rodono di più:
    D.R. Hofstadter e D.C. Dennett: “The Mind’s I” -> “L’Io della mente” (ma qui la colpa è di Doug che ama i giochi di parole e conosce bene l’italiano);
    P.K. Dick: “The Man in the High Castle” -> “La svastica sul sole” (a proposito science fiction diventa in italiano fantascienza).
    J.D. Salinger: “The Catcher in the Rye” -> “Il giovane Holden”;

    Nel cinema è ancora peggio:
    O. Welles: “Citizen Kane” -> “Quarto potere”;
    B. Wilder: “Avanti!” -> “Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?”; e
    “The Seven Year Itch” -> “Quando la moglie è in vacanza”;

    Poi ci sono i titoli sbagliati in originale: A. Dumas (padre): “I tre moschettieri” e le vendette: I. Calvino: “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e U Eco: “La misteriosa fiamma della regina Loana”.

  3. 3

    Bè, il cinema ormai non fa più testo… Credo che le traduzioni dagli orignali siano una rarità… Capisco che a volte possa essere una scelta per vendere di più….

    Ma tipo, “Se mi lasci ti cancello” (Eternal Sunshine of the Spotless Mind)… stravolgi il film.. vabbè che “tradurre è un pò tradire” però….



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