La folla

Niente induce un autore a sentirsi tale come la folla. Neanche l’editing più cruento, neanche l’intervista più prestigiosa.
C’è quello con l’aria distaccata, ma lestissimo a scarabocchiare la dedica.
C’è quello con l’occhio assassino, che capisce subito se il suo libro ti è davvero piaciuto.
C’è quello modesto, che quasi arrossisce, ma si scioglie non appena ti avvicini.
C’è quello alla mano, che sembra abbia voglia di parlare solo con te e quasi di portarti a cena.
C’è l’irraggiungibile, che tutto dà (sulla carta) e nulla concede (de visu).
Eppure, nella follia cartacea di Torino, tra mille mani che prendono e lasciano, tra mille occhi che setacciano i libri nella speranza di trovare la risposta a ogni interrogativo esistenziale, il culto dell’individuo, della carne e delle ossa, diventa una cosa quasi piacevole. Perché viene celebrato con toni di quieta ammirazione, venata di una leggera perplessità e di un vago senso di comunanza. Come se davvero ci fosse un legame, tra autore e lettore. E questo, per noi che stiamo dietro quella cosa chiamata libro, pesa più di una buona recensione.
Certo, se poi lo comprassi pure, ’sto maledetto libro, invece di farti fare l’autografo sul biglietto della fiera, saremmo ancora più contenti, eh?

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05 2009

2 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    io ne comprerei a palate di libri ma con quello che costano e quanto
    guadagno io preferisco affidarmi a biblioteche o amici più facoltosi
    di me… però l’autore è autore e l’autografo alletta…

    una tattica che funziona però l’ho vista alla fiera del libro di roma
    nel 2007 mi pare, c’era una nota casa editrice che aveva messo al
    suo stand tre grandissimi pezzi di figa che si alternavano alle vendite,
    due al banco e una terza a turno in cima a uno sgabello a mostrar le
    gambe… beh ti assicuro, si vendeva!

  2. 2

    Secondo me sì, in certi casi si crea un vero legame fra lettore e autore. Soprattutto con quegli autori che il lettore ha conosciuto sin da giovane leggendone i libri non solo lui, ma anche i genitori, i fratelli…Diventano “autori di famiglia”, un qualcosa di molto simile agli “amici di famiglia”. E spesso l’autore rimane spiazzato da cotanta “conoscenza” e affetto, come quando ti trovi davanti un lontano parente mai visto, che sa tutto di te e tu nulla di lui. Ma passato il primo momento, il risultato è una magnifica sensazione.



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