Fare commercio

Non mi è mai dispiaciuto fare commercio (dei miei libri). Non credo siano molti i mestieri in cui si ha la possibilità di spiegare a chi deve vendere un certo prodotto perché quel prodotto ti ha colpito, perché ci credi, perché lo consigli. Non mi è mai pesato mettermi nei panni di chi deve andare da un libraio e dire: “Senti, questo è veramente bello e adesso ti spiego perché.” Neppure se poi il libro va male. Nel nostro piccolo mondo, tutti godono di una certa tolleranza (quando si galleggia, si galleggia tutti insieme e quando si affonda…)
Sarà l’età (com’è utile avere un’età in cui si può affermare “Sarà l’età” ed essere presa sul serio), sarà che a maggio la volata è quasi finita (e il prossimo anno già ti fiata sul collo), sarà il caldo… ma in questo periodo fare commercio (dei miei libri) mi pesa. Non che questi libri siano più brutti dei precedenti o che io sia meno convinta. E’ che il balletto-rituale-scommessa mi ha un po’ stancato. Vorrei che i libri parlassero da soli, che nella sala in cui tutti aspettano da me ragioni, spiegazioni e numeri ci fosse silenzio perché tutti stanno leggendo il libro che ho portato. Vorrei che tutti scoprissero da soli il motivo della scelta e la difendessero “con parole loro”. Vorrei discutere, trovare altri motivi per sperare o disperarmi, per correggere il tiro (in alto o in basso), per litigare o esaltarmi…
Sì, deve essere il caldo.
O forse sono io.
Appunto.
I’m a Dreamer, Aren’t We All?

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05 2009

4 Commenti Commenta ↓

  1. tatalla #
    1

    Sarà che io che non faccio il tuo lavoro ma mi piacerebbe tanto farlo non riesco a non invidiarti. Sai come si dice: Chi ha il pane…”

  2. 2

    come ti capisco! anch’io faccio commercio spesso e volentieri
    di me stesso, almeno con le donne! e vorrei tanto che mi dicessero
    quanto sono carino e dolce e meraviglioso senza doverglielo ricordare
    ogni volta io… invece…

  3. 3

    Io adoro i libri fin da bambina, ma non so se riuscirei a fare il tuo lavoro, per me sarebbe come guardare i “make of” dei film, vedere il retro delle scenografie di un teatro, la fine dell’illusione.

    Ci piace guardare gli acrobati perché ci nascondono la fatica, ma quando il mago ci svela il trucco, il numero perde la sua “magia”.

    Però è bello sentirti parlare del mondo delle case editrici, perché comunque quello che dici ha il profumo della carta e della stampa, e magari ricorda che quello che nasce dalle pagine che leggiamo è anche merito vostro.

  4. 4

    Ti capisco….anche e me piacerebbe, dopo tanti lavoro e fatica, sentirmi dire” hai fatto un buon lavoro. Purtroppo viviamo in un mondo che senza fare “commercio” sul nostro lovoro non riceveremmo nessuna loda



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