Diplomazia

Non sono affatto diplomatica, lo so. Se dipendesse da me, il Congresso di Vienna sarebbe ancora in corso, in un tripudio di feste e danze. Così osservo sempre con sconfinata ammirazione chi invece si muove con passo leggero e disinvolto nel labirinto del do ut des. E cerco d’imparare.
Infatti, l’altro giorno, dopo un incontro “conoscitivo” con un’autrice, mi sono rivolta alla mia collega della CE e, tutta soddisfatta, ho esclamato: “Be’, mi sembra che sia andata bene!”
“Le hai detto che la sua storia non ti convince, che i suoi personaggi sono deboli e che il suo stile è faticoso.”
“Sì, però mi sembrava abbastanza convinta.”
“Poi hai suggerito che sarebbe opportuno cambiare l’inizio e la fine, che la vicenda centrale va ripensata e che le vicende laterali sono ridondanti…”
“Forse. Ma l’ho fatto perché mi sembra che lei abbia le potenzialità per…”
“… dare una nuova, inedita sfumatura alla parola ‘massacro’?”
Ho detto che cerco d’imparare. Non che ci riesco.

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06 2009

11 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Io penso però che quando un autore ha a che fare con una casa editrice seria un po’ se lo aspetti di essere smontata e demolita. In un certo senso dovrebbe riempirti d’orgoglio perché nonostante tutti gli errori e i difetti quella persona crede comunque nelle tue capacità di poterti migliorare e poter fare di più. Se uno ti dice “Va bene così” significa che o sa che non puoi fare di più o che sei già arrivato. E quindi il divertimento dove sta?

  2. 2

    @DabriaTiann: scusa se dissento, ma spesso un autore non se lo aspetta AFFATTO! In genere si aspetta piuttosto che il redattore cada in ginocchio davanti al suo manoscritto e si faccia il segno della croce additandolo ad amici e colleghi come un novello Flaubert o, meglio ancora, Dan Brown.
    La prossima settimana ho un appuntamento con un autore (non sto parlando del primo che passa, ma di un autore pluripubblicato) che deve rivedere il suo testo: gli ho mollato le bozze un bel po’ di tempo fa (dato che la revisione era un lavoretto non da poco), ma non ha ancora sciolto dubbi, risolto incongruenze e lavorato in alcun modo alle segnalazioni che ho fatto. Infine abbiamo deciso di rivedere insieme il testo e, prendendo l’appuntamento, mi ha detto: “Massì, ci vediamo alle dieci, tanto un paio di orette dovrebbero bastare…”. :-OOOO In effetti, quella senza parole sono IO!
    In altre parole, secondo l’assioma della sottoscritta, l’intelligenza dell’autore è direttamente proporzionale al grado di correzioni che lo stesso è disposto a fare al suo manoscritto.

  3. silviamate #
    3

    secondo me l’arte del do ut des è innata. io sono diplomatica ma non funziona, ci ho provato mille volte ma il des non arriva mai:)

    però tu ti muovi all’interno di una dinamica (con gli autori) che ti pone in una posizione di potere, per cui dovrebbe essere più facile.

    ogni tanto vorrei essere nata in sicilia ed averla nei geni…

  4. 4

    mah, dipende dall’autore… io darei un braccio, quando invio un manoscritto
    e mi viene puntaulmente rifiutato per sapere cosa non va e poterlo migliorare…
    il rifiuto già di per sè è brutto, ma senza motivazioni ti dà quasi l’idea che sia
    TUTTO sbagliato, che tu non ne abbia azzeccata una… poi leggi certe robe
    che pubblicano e trovi ridicole e stupide oppure offensive e ti chiedi: ma davvero
    io sono considerato a un livello inferiore di questi? e ti viene il dubbio che sì
    forse lo sei… terribile!

  5. 5

    sì, anche per me le osservazioni su quello che scrivo valgono spesso di più dei vari complimenti.

  6. Catriona Potts #
    6

    @ DabriaTiann Può essere vero quello che dici, lo ammetto… Però molto spesso succede quello che dice nodisolopane nel commento successivo…
    @ nondisolopane Solidarietà massima :-)
    @ antonio lillo Lo so, è sgradevole ma, se dovessimo elaborare una critica puntuale e analitica per tutti i manoscritti che ci arrivano, non ne usciremmo vivi, credimi.
    @ manu Perché tu sei saggia :-)

  7. 7

    no, figurati, preferisco saperti viva e che continui a scrivere questo blog :-)

  8. koshka #
    8

    Potresti convertirti al “ditelo con i fiori” :-)

  9. 9

    @ koshka: quindi nel mio caso una pianta stecchita funzionerebbe? ;-DDD

  10. Catriona Potts #
    10

    @ koshka Poco mi costerebbe :-)
    @ nondisolopane :-D

  11. 11

    Io sono un artista musicale e mi sento sempre vicino a qualunque artista perchè comunque ogni forma d’arte andrebbe compresa.
    Spesso non viene compresa, non si legge il vero senso di ciò che l’artista voleva trasmettere.
    Ciao



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