Il vil

Giovane Autore Esordiente “Scusi, io ho scritto questo romanzo. Cioè ne ho scritto un paio di capitoli e mi piacerebbe che lei lo leggesse, magari per dirmi cosa c’è che non va, così posso correggermi.”
Catriona “Magari?”
GAE “Sì.”
C “No.”
GAE “No cosa?”
C “Non ho nessuna intenzione di leggerlo.”
GAE “Ma, ma… perché?”
C “Mi spiace, il signor Chiacchierini ha la priorità.”
GAE “Sarebbe un altro giovane autore esordiente?”
C “No, il signor Chiacchierini è il mobiliere da cui ho comprato la cucina nuova e che aspetta di essere pagato.”
GAE “Mi sta dicendo che è una questione di soldi? Di vil denaro?”
C “Se vuole metterla in questo modo, sì, anche.”
GAE “Ma non le sembra giusto aiutare comunque un giovane autore, a gloria futura della CE?”
C “Direbbe a un muratore: ‘Senta, ho tirato su mezza parete in tinello, ma è venuta tutta storta. Me la verrebbe a raddrizzare – gratis – così capisco come si fa?’”
GAE “Probabilmente no. Ma chi sarebbe così stupido da fare un lavoro del genere da solo?”
C “Appunto.”
GAE “Appunto cosa?”
C “Chi sarebbe così stupido da cominciare qualcosa senza neppure sapere da dove si comincia?”
GAE “C’è una bella differenza tra una parete e un romanzo!”
C “Dice?”
GAE “Il primo è un lavoro manuale; il secondo è un’opera intellettuale.”
C “In teoria, sì. In pratica, per entrambi, si tratta innanzitutto di apprendere una tecnica e di saperla usare. E lei dice che ha bisogno di qualcuno che le insegni la tecnica.”
GAE “Ma lei non viene pagata anche per questo?”
C “Io vengo pagata per il mio tempo, per il mio impegno e la mia esperienza. Ciò significa anche che posso scegliere a cosa dedicare il mio tempo, su cosa investire il mio impegno e a cosa applicare la mia esperienza.”
GAE “E io non sono degno?”
C “Da quello che mi ha chiesto di fare, no.”
GAE “Ma la cultura, in tutto questo, dov’è?”
C “Per la cultura, lei esce da qui, prende la prima a destra, la seconda a sinistra e prosegue per un centinaio di metri. La troverà sulla sua sinistra. È molto grande, non può sbagliare.”
GAE “Eh?”
C “Mi ha chiesto indicazioni per arrivare a una biblioteca, no?”

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09 2009

24 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    uno può guardare tutti i muri che vuole, ma non imparerà a farne uno dritto.
    Allo stesso modo, uno può leggere tutti i libri che vuole, ma non imparerà a farne uno.

    (che poi ho dei dubbi anche sui corsi di scrittura creativa, ma ammetto di non averne mai seguito uno)

  2. Catriona Potts #
    2

    @ .mau. Vero. Ma se non si sa neppure come sono fatti, i muri… Sui corsi di scrittura creativa sono con te: non ne conosco e non so cosa succeda.

  3. 3

    Per me resta un mistero. Che senso ha presentare una richiesta come questa? Quando leggo roba simile, mi immagino l’autore come un quindicenne in cerca di conforto materno. Però, ora che ci penso, non è che debba essere per forza così. Magari anche i tizi grandicelli lo fanno. Boh.

    7

  4. nick the old #
    4

    # .mau
    se non cominci guardando come la fanno gli altri, qualsiasi cosa ti verrà storta.
    poi potrebbe venirti storta lo stesso, il che probabilmente vuol dire che non hai guardato bene (o che hai bisogno di un oculista).
    in fondo la scuola è questo: ti fan vedere come si fan le cose e ti spiegano perché si fanno in un certo modo e non in un altro.
    per quanto riguarda la scrittura “creativa”, credo che l’unico modo di imparare sia leggere e poi scrivere e poi tornare a leggere e così via.
    sui corsi di scrittura, a naso la penso come te (nch’io non ne ho mai frequentati).

  5. 5

    Sei cattiva ma giusta :)
    Il tempo è denaro. Gli esordienti fanno sempre troppa confusione tra scrivere qualcosa, e vendere quella data cosa. Come se si andasse in libreria e si comprasse due etti di cultura, perché l’importante è che sia arte fatta con il cuore…
    ***
    Magari una cosa intelligente potrebbe essere quella di proporre il quesito ad una agenzia letteraria. Li paghi per avere un parere, e loro te lo danno. Dici che possa funzionare? O vuoi essere pagata anche per questo consiglio? :D

  6. 6

    grande catriona! ti farei un monumento, ma di sicuro mi verrebbe un po’ storto ;-)

  7. xlthlx #
    7

    Applausi, applausi, applausi.

  8. r. #
    8

    E per la prima volta: no. Abbasso. Non sono d’accordo.
    O meglio potrei anche, in teoria. Ma non in pratica.
    Prima o poi doveva accadere.
    Ma il mio amore resta immutato.

  9. r. #
    9

    Virgola dopo “meglio”.

  10. Catriona Potts #
    10

    @ 7di9 Lo fanno in tanti, sia giovani sia vecchi, purtroppo.
    @ Izzy :-) Certo, puoi comunque rivolgerti a un’agenzia. Ma dov’è la convinzione per fare questo passo?
    @ laura :-D
    @ xlthlx Uh, troppo! :-)
    @ r. Stavo per abbattermi, annichilita dal pericolo, ma poi, dopo l’ultima frase, mi sono ripresa. E allora, a rischio di erodere davvero l’amore, ti dico questo: al caso esposto (poche pagine, incertezza generica, nessuna convinzione) non si applicano una teoria e una pratica, ma si subisce solo una − brutta − pratica. Se vuoi, è proprio questo il punto. È la totale mancanza di considerazione per il proprio lavoro (la propria fatica) e per il lavoro che si richiede a un’altra persona a farmi andare in bestia, davanti a richieste del genere. Perché io so quanto lavora chi scrive davvero (magari cose orribili, ma non importa) e conosco la fatica necessaria per fare il mio mestiere. E l’unica mossa che posso fare per chiarire la mia posizione è indicare dei modelli. Forse non servirà a nulla, ma non ho altre armi.
    (No, la virgola dopo “meglio” non ce la metterei. O non metti niente oppure scrivi “O, meglio, potrei” Indovina quale forma preferisco…)
    P.S. Ma non scrivi più?

  11. r. #
    11

    Catriona, sai dell’incrollabilità del mio amore, quindi mi mortifica che ne tu abbia dubitato anche solo per un istante.
    Io credo che entrambe le posizioni – la tua, quella dell’avventizio – siano rispettabili e soprattutto comprensibili. Ognuno ha le sue ragioni. L’editoriale prende per arroganza e scarso rispetto l’aspirante scrittore, quest’ultimo è obnubilato dalle insicurezze e soprattutto dalla cronicizzazione della propria – costituzionale, ma non per questo meno difficile da portare in spalla – solitudine.
    Ciò detto, il mio disaccordo sta nel tuo atto, nella stigmatizzazione. Lo stato delle cose è questo, perché è appunto una debolezza costituzionale della figura che critichi a generare il tanto riprovevole comportamento. Che non è mancanza di rispetto, io credo, ma semplice disperazione. La disperazione non giustifica niente, d’accordo, e ogni azione commessa in suo nome è da rigettare per principio. Ma additarla, come segno di un costume degradato o perverso o quel che vuoi, mi pare dissonante con l’eleganza a cui ci hai abituati. Un po’ facile, insomma, uccidere l’uomo morto.
    (Comprendo il tuo suggerimento sulla virgola, tuttavia credo esistano due lezioni corrette: una delle due è certo la tua, prettamente parentetica, ma io preferisco l’altra, a mo’ di cesura).
    P.S. E come no! Ho appena finito – indovina? – un romanzo!

  12. 12

    Scatta la standing ovation per Cat! Quando parlo delle tariffe che un collaboratore esterno prende a volte commentano: “Ma come fate?”. Poi però ti chiedono di tradurre gratis qualsiasi cosa gli serva per lavoro o nella vita privata… “Tanto ci metti poco, no?”

  13. Louchette #
    13

    Non vorrei risultare morbosa né eccessivamente indiscreta, ma dopo questo post ho realizzato che mi piacerebbe averti come madre.

  14. 14

    Secondo me, senza un minimo di incoscienza non ci si lancerebbe mai in qualcosa di nuovo. E’ come la metafora della montagna (che hai già usato una volta): non si va sull’Everest in scarpe da ginnastica, vero, ma non è che bisogna esserci già stati per andarci la prima volta (??? sì, lo so, è uno sciocco paradosso). Ovvero: pian, piano, si cerca di fare sempre qualcosa di più che non si era mai provato. Ma qualcosa si rischia sempre (e non basta neanche guardare quello che fanno gli altri, quando si prova in prima persona il rischio della figuraccia c’è sempre, poveri esordienti!)
    Ma curiosità: il GAE come ha fatto a contattarti? ;-)

  15. 15

    Carissima Catriona Potts, (anzi carerrima) avrei scritto otto righe di uno splendido romanzo thriller sui paguri assassini. Sono sicura sicurissima che vorrai leggerlo, valutarlo e poi ne farete un best seller. Perché io sono brava, bravissima, braverrima. A quando un contratto per “L’alba del paguro brividoso”?
    Carlotta

    *Vede arrivare un muro (storto) in volo sulla sua testa* Nuooooooooooo

  16. aitan #
    16

    La mia condivisione. Piena piena.
    Però aggiungerei che non basta leggere.
    Bisogna scrivere, scrivere, scrivere.

  17. 17

    Sulla virgola, concordo con r. (e se ci fosse una quarta opzione, troverei plausibile pure quella).
    (Molto più difficile, per me, stabilire dove mettere il punto in una frase scritta tra parentesi.)

  18. 18

    Sto con Catriona ma ne esco invornito.
    Virgola prima di ma?
    A stordirmi è il passaggio 10-11: Catriona-r.
    Uno sfoggio di intelligenza, di sensibilità e di cultura che fanno vacillare il mio essere avventizio, facile agli innamoramenti (sedotto da voi) e aspirante libero professionista (per questo sto con Catriona).
    Punto fuori parentesi.
    PS: è tornato eNZO, un altro che mi prende a sberle.

  19. Claudia #
    19

    Lucidamente spietata, come sempre. Grazie!

  20. 20

    A me piacerebbe seguire un corso di scrittura creativa. Ma mica per poi invadere le case editrici con i miei capolavori. Così. giusto per mettermi un po’ alla prova. Mi sa che prima o poi mi ci metto. Qui ci sarebbe la scuola di Baricco, ma a me Baricco mi sta tanto tanto sul culo.

  21. 21

    Tengo corsi di scrittura creativa da diversi anni.

    La mia esperienza (se può essere utile:-) ) è la seguente: la maggior parte delle persone viene per curiosità, per mettersi alla prova, per testare i propri limiti. Si tratta di persone che amano leggere e che vogliono provare a vedere che cosa si prova “dall’altra parte”, oppure che non sanno rispondere a certe domande (il tale libro mi piace, ma come faccio a sapere se è davvero buono? La trama è fondamentale? Che cos’è davvero un best seller? Ecc ecc).
    Di solito, queste persone si scontrano con difficoltà che non sapevano di avere, ma alcuni scoprono anche di avere facilità per certe cose, o scrivono di temi che li riguardano personalmente, e capita sovente che in mezzo agli errori, ai pasticci e alle incongruenze saltino fuori anche dei bei pezzi.

    Sono sempre onesta e spiego sempre (e lo ribadisco, ribadisco, ribadisco) che senza leggere, senza continuare a formare il proprio gusto nell’arco di TANTI anni, leggendo tanti (buoni) libri, nessun corso di scrittura creativa può insegnare a diventare scrittori, ad avere orecchio, a scoprire e lavorare sulla propria voce. Perché, se è vero che non è guardando un muratore che si impara a costruire un muro, è pur vero che, per la scrittura, scrivere non basta, se non si legge (ok, necessario ma non sufficiente, però… pur sempre necessario!).

    A ogni lezione porto i testi di alcuni autori (scelti in base all’argomento) e spiego per quale motivo sono validi (anche entrando molto nel dettaglio), appunto perché trovo che sia più efficace avere dei modelli (“biblioteca duecento metri a destra”… ;-) ) e confrontare (alcune del)le possibili soluzioni.

    Le correzioni degli esercizi sono collettive, in modo che tutti possano godere delle indicazioni e riflettere sugli errori; spesso si crea un clima di reciproca fiducia e si ragiona insieme sulle possibili migliorie: spezzare una frase, togliere una ripetizione, cambiare il finale perché è poco credibile e così via. Quelli più “convinti”, i più (pseudo)”artisti” sono quelli che è davvero impossibile correggere (e, putacaso, quelli in cui sarebbe più necessario).

    Diversi miei allievi tornano da un anno all’altro e da un corso all’altro, perché le occasioni per parlare di letteratura, in verità, sono molto poche, perché riflettere sulla lingua è stimolante e perché raccattano un bel po’ di consigli di lettura! ;-)

    Insomma, non sono certo lì per “creare degli scrittori” (sarei pazza, e loro stupidi), ma cerco di aumentare nei partecipanti la consapevolezza dell’uso della lingua, che per molti è uno strumento ampiamente sottovalutato. Nel complesso, mi sembra che le persone escano arricchite da questa esperienza: è ovvio, però, che bisogna chiarire bene ciò che realmente si dà (che, detto tra noi, comunque non è poco) e ciò che non si può dare.

    P.S. Totalmente off topic: Catriona, sarai a Francoforte? Spero di sì: sarà un altro incontro al buio (sarà lei? o lei? o lei?, mi chiederò meditabonda tra una copertina e l’altra), prenderemo di nuovo un caffè allo stesso (pessimo) ristorante della Buchmesse, su due tavolini vicini, senza saperlo. :-)

  22. Catriona Potts #
    22

    @ r. :-D
    Capisco quello che intendi e tu hai capito benissimo che la mia intenzione non era davvero quella di uccidere un uomo morto. Lo ucciderei se gli dicessi di non scrivere più. Io gli dico soltanto che – ribadisco: in quella forma, con quelle premesse – la futura pubblicazione a cui lui aspira è un’utopia in cui lui può cullarsi, ma alla quale io non posso (per svariati motivi) partecipare.
    Che bello, un romanzo! Non ti chiedo quando esce perché, se lo hai appena finito, ci vorrà un po’. Ne sei soddisfatto? (Suppongo di sì, ma io lo chiedo sempre agli autori: mi piace troppo sentire il loro entusiasmo…)
    @ Denise :-D
    @ Louchette … e te ne pentiresti all’istante, perché ti sgriderei subito. Lo so che è giusto, ma il verbo “realizzare” in quella accezione non lo sopporto :-D
    @ vast Ma c’è una bella differenza tra incoscienza assoluta e incoscienza relativa… Il GAE è il conoscente di un’amica.
    @ Carlotta Senti, ma ’sta cosa dei paguri assassini… non suona poi così male, sai? ;-)
    @ aitan Ma certo. E correggersi, e buttare, e riscrivere…
    @ aitan :-)
    @ Arturo “invornito” è una rivelazione. E, sì, so bene che enZO (o eNZO, non ricordo) è un modello irraggiungibile, ma bisogna puntare in alto, no? ;-)
    @ Claudia Ma prego.
    @ nastja LOL.
    @ nondisolopane Grazie per il tuo bellissimo commento. Mi hai fatto venire voglia di partecipare a un tuo corso…
    Oh, sì, la solare Francoforte mi accoglierà anche quest’anno. E, se può esserti utile, tieni conto che io sono quella che NON mangia i crauti.

  23. 23

    Ciao, mi piace questo blog. Penso però che dovresti mettere più passione nel tuo lavoro. Cioè, io non sono nessuno, non conto niente, gli editori come te nemmeno mi rispondono o al limite mi trattanto più o meno come dici di fare tu. Insomma da dove sono ora a guadagnarci qualche soldo ci passerà una vita o anche di più, ma quando un ragazzino mi chiede un parere mi sforzo comunque di darglielo, ed è l’unica cosa forse che dà un senso a quello che faccio.

    Simone

  24. 24

    Bella la fine. ciao



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