Basta?

Entro in libreria e già lo so. Lo so che mi guarderò intorno e, come ogni volta, da tempo immemorabile, mi ritroverò incapace di frenare quel pensiero.
“Ma sarò scema?”
Poco mi consola sapere che, se così è, sono in buona compagnia, nel senso che ci sono almeno altre 37.999 persone come me; perché la domanda − quel pensiero − non viene mai esplicitata tra gli addetti ai lavori, se non in qualche serata stracca, ben sapendo che, la mattina dopo, si torna nell’omertà. Ma cosa pensiamo davvero quando lasciamo cadere un ennesimo fardello di pagine in questa valle di lacr carta? Cosa ci porta a credere di non annegare nell’oblio solo perché, oh, la copertina è così bella, l’autore è così bravo, il romanzo è così riuscito? Insomma: siamo forse scemi a voler continuare questo mestiere o quantomeno ciechi e sordi nei confronti di una realtà che, non appena mettiamo piede in libreria, ci batte sulla spalla e ci dice: “Non ti sembra sufficiente tutto questo?”
Ci credete che, in tutti questi anni, le uniche risposte che sono riuscita a darmi (a darle) sono:
1) No, perché il mio (e quello di altre 37.999 persone) è un lavoro (come un altro).
2) No, perché questa è un’industria (come un’altra).
3) No, perché non bisogna mai smettere di invitare la gente a leggere, in modo che capisca (meglio) la realtà che la circonda o che, semplicemente, trovi un modo per evaderne. Quindi bisogna sempre darle cose nuove,
Basta? Non lo so davvero.

P.S. Per il secondo anno consecutivo, sono sbalordita e onorata dal fatto che tanti di voi abbiano pensato al Secondo piano. Riconoscente, esporrò l’icona ufficiale e me ne vanterò con Mr Potts fino alla nausea. Però, dai, io voterei per lo Zio.

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09 2009

12 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Giusto oggi parlavo con un collega, un ragazzo di 29 anni, che dichiarava di non avere mai in vita sua letto un libro, se non per la scuola. E’ bravissimo col pc, cucina, sa fare un sacco di lavoretti per la casa, ha una bimba di due anni di cui si prende molta cura, insomma non è un mostro. E io mi chiedevo come sia possibile che una persona così, non particolarmente intelligente ma nemmeno idiota, abbia chiuso fuori da sè il mondo dei libri, anche solo di quelli di pura evasione. E mi chiedevo anche a che serve scrivere, pubblicare, aprire librerie se la maggior parte della gente (credo) la pensa esattamente come lui.

  2. 2

    Se solo la gente capisse che i libri non ingurgitano le persone, che non è più difficile leggere un libro di tante altre cose, se mettessimo al bando i falsi intellettualismi forse, e dico forse, la situazione sarebbe diversa. I libri non sono sacri, siamo anche liberi di dire che *Inserire Grande-capolavoro-a-scelta* non ci è piaciuto checché ne dica la critica. Se i libri mettessero meno soggezione forse la gente leggerebbe di più.
    Io li ho sempre amati, i libri e spero davvero di poterci lavorare in questo settore. Magari non diventerò miliardaria, ma rinuncio volentieri alla borsa di Gucci e alla macchina figa così come oggi rinuncio volentieri a fare shopping per prendermi un libro… Mento, la verità è che odio fare shopping. Anche una seduta dal dentista sarebbe meglio XD

  3. 3

    Leggere è anche questione di allenamento, una predisposizione mentale che si dovrebbe stimolare sin da piccoli.
    Se si insegnasse ai bambini a leggere solo quel che piace e li appassiona, non ci sarebbero tanti casi di analfabetismo di ritorno.

  4. 4

    Io credo che un po’ ci si nasca un po’ ci si diventi. I miei genitori non hanno mai letto molto, eppure mia madre dice sempre che fin da piccola era un’impresa staccarmi dai libri. Arrivavo persino a inventare da quelli illustrati storie sempre diverse. Mio marito, da ragazzino, i libri, non li voleva vedere nemmeno dipinti. Poi è arrivata la noia del militare e quel “dannatissimo” primo amore sotto forma di carta, dal quale non riusciva a staccare gli occhi di dosso. Ora a momenti legge più lui di me! E poi tante altre esperienze di amici che hanno cominciato con la letteratura d’evasione e ora leggono “Guerra e pace”. Quando uno non ci nasce, può essere fulminato sulla via di Damasco oppure accompagnato gentilmente in questo mondo da una Kinsella o da uno Smith di turno.

  5. 5

    E’ ciò che mi accade ogni volta che entro in libreria, da un po’ a questa parte. Al punto che ho smesso di entrarci: credo che comincerò a leggere i libri che ho compulsivamente accumulato.
    Un saluto

  6. 6

    Ci sono i mestieri che si fanno per vivere, e altri mestieri che si vive per farli. Leggendo le tue risposte, sembra come che tu sia un po’ indecisa nel scegliere a quale categoria fai parte… :)
    Comunque credo che la letteratura e i mestieri del libro siano troppo divinizzati. Sarà che una volta il libro era considerato “cultura” perché sinonimo di studio e scuola e istruzione. Ma gran parte delle case editrici non fanno questo, forniscono un prodotto d’intrattenimento. E i lettori ritengono i libri proprio come una forma d’intrattenimento (lasciando perdere i saggi o manuali specialistici). Io non leggo per imparare: leggo per divertirmi.
    Io non lavoro nel settore del libro, ma dal esterno un editore non mi sembra troppo diverso da una software house che produce videogiochi. Una bestemmia? Non credo, visto che un videogioco come un libro può regalare emozioni.
    Le case editrici vendono sogni ed emozioni. Non credo sia male come lavoro…

  7. 7

    Ciao Catriona,
    quindi è questo che fate, voi delle CE: aiutate la gente a capire (meglio) la realtà. E ad evaderne, giusto. Adesso è tutto più chiaro. Cercherò di farmi venire in mente un titolo di narrativa di un qualunque catalogo che appartenga alla prima categoria. Dammi una mezzoretta.
    Buona vita (in CE).

    Albe

  8. Catriona Potts #
    8

    @ nastja Vedi, secondo me non tutto è perduto. Per esempio: cosa succederà quando la sua bambina andrà a scuola? Magari il richiamo del libro si farà sentire…
    @ Carlotta Posto che anch’io non amo lo shopping, non è questione di macchina figa o di borsa di Gucci. Qualcuno ha detto (più o meno) che l’editore è un folle, perché pensa di far soldi con la cultura. Passando dalla parte del lettore, invece, capisco benissimo quando dici “Se i libri mettessero meno soggezione forse la gente leggerebbe di più”. Ed è proprio per questo che mi scaglio contro certi atteggiamenti.
    @ silviamate e @ Denise Avete ragione entrambe, mi sa. Ho sentito le risposte più disparate alla domanda: “Ma tu, quando hai capito che ti piaceva leggere?” e ognuna di quelle risposte racconta una storia diversa. E ugualmente bella.
    @ paolo ferrucci È un sistema anche questo… :-D
    @ Izzy Ma certo che sono indecisa! Io passerei una buona parte del mio tempo a leggere, però vorrei poter scegliere cosa leggere e invece non posso. Però, sì, alcune (non tutte le) CE producono “macchine da intrattenimento” e questo spesso va a cozzare con un’idea troppo paludata della cultura (non dei “mestieri del libro, però, dato che nessuno li considera…)
    @ Alberto Bellini Ma dai, ci riesci anche in meno di mezz’ora… :-D


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