Pasticcieri

Non conosco pasticcieri, e questo mi dispiace. Perché avrei sempre voluto fare una domanda a un pasticciere, a uno di quelli che ha ereditato l’attività di famiglia, che è nato tra farina, zucchero e uova, è cresciuto tra cioccolato e canditi e ha poi deciso di glassare torte e di riempire bignè per tutta la vita. Ecco, a un pasticciere così chiederei se, col tempo, i dolci non gli sono venuti un po’ a nausea. Certo, non m’illuderei di essere la prima persona a fargli una simile domanda (mica ho detto che era una domanda originale); m’illudo tuttavia che un pasticciere così mi risponderebbe di no, soprattutto perché una pasticceria è un luogo privilegiato, in cui s’incontrano persone felici – bambini con gli occhi lucidi, adulti autorizzati a tornare bambini – e che questo contatto quotidiano con la felicità è più che sufficiente per spingerlo a continuare.
Se andasse così – se questa fosse davvero la risposta – forse capirei un po’ meglio quello che provo da qualche tempo; in altre parole, mi convincerei che quel senso di pieno, di ripetitività e di “già assaggiato” che avverto molto, troppo spesso è tale soltanto perché mi manca l’ultimo passo del mio lavoro, vale a dire il contatto diretto con le persone che leggono i miei libri.
Potresti aprire una libreria, diranno subito i miei piccoli lettori.
Giusto.
Ma poi parlo con un libraio – e di questi ne conosco – e capisco che quell’ultimo passo è tutt’altro che facile e non sempre gratificante.
E allora?
E allora anch’io non posso che continuare, magari cercando qualche nuova ricetta e senza soffrire troppo se mi chiedono di preparare un’altra – l’ennesima – crostata.
Per tutto il resto, c’è sempre il Dolce Forno.

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10 2009

17 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    (per poter scrivere quello che scriverò vale come premessa il fatto che ho lavorato per 4 anni in una pasticceria perchè nipote del proprietario e quindi conosco un pasticciere benissimo?)
    la cosa della pasticceria che hai scritto qui equivale alla cosa della casa editrice che hai scritto lì di lato: i mestieri che non facciamo ci sembrano più belli di quelli che svolgiamo semplicemente perchè non ne conosciamo tutti i risvolti. certo: svuotare i pozzi neri non è un mestiere allettante, ma posso assicurarti che avere a che fare con la clientela ci va molto vicino. marlene

  2. 2

    se io avessi la mia libreria ti ospiterei per parlare con i lettori dei tuoi libri. e sarebbe bellissimo perchè tutti parlano con gli scrittori ma con i redattori correttori di bozze e tutto quel mondo lì della CE nessuno ci parla.
    io ti farei millemila domande.

  3. Ted #
    3

    Con questa logica, i ginecologi (maschi) dovrebbero diventare gay

  4. 4

    Ed ecco perché ho rinunciato al tentativo di fare delle mie passioni un lavoro. XD
    Qualsiasi cosa, fatta per otto ore al giorno tutti i giorni, viene a noia. Meglio tenere le due cose separate. Così che le passioni non vengono rovinate dalla quotidianità, che rimangano sempre un piacere da fare quando si ha voglia.

  5. r. #
    5

    L’hobby sia hobby e il lavoro lavoro.
    Anch’io ho rinunciato a diverse cose.
    Meglio dilettante che velleitario.

  6. 6

    Cara Signora Potts,

    domenica scorsa ho visitato due luoghi che le potrebbero dare risposte adeguate.

    a reggio emilia una vecchia, piccola Accademia della Pesticceria: generazioni di artisti, un glamour francese, due signore anziane e belle, profumo di croissant, meringhe comme il faut…

    a castellucchio, mantova la cucina di Chiara Rizzi, ex editore oggi impegnata a deliziare i commensali al suo Caput Mundi.

    non sapendo dove sia la CE posso solo augurarle non sia lontana

    mi sappia dire, se vuole, e grazie per la sua pasticceria, un buon esempio di regole viennesi e creme parigine.

  7. Fabio #
    7

    Se conoscessimo i tuoi libri potremmo dare una risposta a mooolte delle tue domande.
    La scelta dell’ANONIMATO comporta parecchi dilemmi…
    E ben ti sta! ;-)

    Uno dei tanti ammiratori frustrati
    P.S.
    Amici di penna che commentate, ribellatevi a questo status quo!
    Scioperiamo!
    Non scriviamo per 30 giorni nel nostro amato Blog.
    Catriona cederà…
    Otterremo un paio di “suoi” titoli!

  8. 8

    chi si firma è perduto, fabio…

  9. 9

    “Peggio di bruciare i libri esiste solo una cosa : non leggerli” J.Brodskij”. Scrivo questo perchè vista l’aria mal[destra] che tira il tuo mestiere potrebbe rivitalizzarsi in te come una testimonianza, con un suo valore etico-sociale no ? :-) ) e poi Pereira sosteneva che…..

  10. 10

    Mia cognata aveva una pasticceria. Nel tempo il suo peso è aumentato. Che vorrà dire?

  11. 11

    Dimenticavo: l’anonimato è una gran bella e utile cosa. Basta leggere questo blog per apprezzarlo. Saluti

  12. 12

    Sul mio blog, io non sono anonima: era nato proprio perché volevo si sapesse che stava per uscire un libro degli anni Sessanta tanto amato all’università da me e molti miei compagni di studi. E per cui avevo sputato sangue (soprattutto per convincere l’editore a ripubblicarlo, inseguendo editor e direttori editoriali per i corridoi con le fotocopie in mano). Non ho gente che mi contatta per sciocchezze o raccomandazioni ma forse solo perché sono una povera redattrice precaria senza alcun potere di far imbucare nessuno nel mondo dell’editoria… Catriona, dammi retta, resta anonima!

  13. 13

    credo che tutti, a un certo punto della propria vita, si chiedano se vale la pena di continuare a fare quello che si fa. perché noi e le nostre motivazioni cambiamo ma talvolta la professione no. secondo me è un problema di quanto margine si ha per esprimere la propria creatività.

  14. Catriona Potts #
    14

    @ marlene Infatti: c’è sempre un’erba e c’è sempre un vicino…
    @ viadellaviola Hai ragione, sai? E a me piacerebbe molto.
    @ Ted Be’, non credo. C’è una bella differenza tra l’osservazione scientifica e… la vita :-)
    @ Izzy È una scelta comprensibilissima. E, appunto, talvolta mi chiedo cosa farei se l’avessi fatta io, una scelta simile.
    @ r. Indubbio, sebbene difficile da accettare per molte persone.
    @ baotzebao Indirizzi appuntati, grazie :-)
    @ Fabio Uh, che incitazione! Ma baotzebao, omniaficta e Denise hanno risposto per me!
    @ tristantzara Credo che nel mio mestiere non tiri un’aria così [mal]destra (meno di quella che tira in altri mestieri, comunque). Quanto al valore etico-sociale, mi accontenterei di vedere che la gente legge di più. Sarebbe più che sufficiente.
    @ omniaficta Vuol dire che voglio l’indirizzo della pasticceria di tua cognata :-D
    @ Denise Sarà fatto!
    @ silviamate Sì, appunto, è la ripetitività che ti soffoca, dopo un po’. E io sono comunque una privilegiata perché, nell’ovvia ripetitività del mio (di qualunque) lavoro, in realtà c’è un discreto margine per le “pazzie”. Eppure, ogni tanto…

  15. koshka #
    15

    Vediamo… potresti aprire una casa editrice specializzata in libri di ricette per dolci e poi organizzare presentazioni con buffet a tema :-)


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