Spigolature (IV)

5 Lies Writers Believe About Editors (n.b. A me la birra piace, ma con un bignè si va più lontano);

Ten Editing Tips, for Your Fiction Mss. (da Margaret Atwood, nientemeno);

How to use a semicolon (The most feared punctuation on Earth); <–

The Death of the Slush Pile (ma forse il WSJ è comunista…);

Decalogo per aspiranti pubblicatori (se ve lo dice lui, forse vi fidate).

03

02 2010

3 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Grazie!

  2. ff #
    2

    Grazie per i tuoi link. Vorrei fare una considerazione sul decalogo per aspiranti pubblicatori. Il contenuto lo trovo limpidissimo e convincente (anche i tuoi post lo sono, sia chiaro), ma vorrei soffermarmi sulle righe iniziali del “decalogo”. Dico subito che il termine “pubblicatori” mi sembra estremamente efficace e molto ben scelto, tuttavia sento di dover dire qualcosa su quel: “…non aspiranti scrittori, perché o si scrive o non si scrive”. Questo non lo capisco. Sono d’accordo sul fatto che si possa essere scrittori-pubblicatori o scrittori-aspiranti pubblicatori, ma per quale motivo non riconoscere l’esistenza dei non-scrittori che aspirano ad esserlo? Parlo di persone che pur desiderandolo non riescono a scrivere neanche una cartolina (persone che dunque, a meno di patologie della percezione, non possono certo aspirare alla pubblicazione) e che tuttavia aspirano ad essere scrittori nel senso proprio del termine: gente che scrive! Si vuole forse dire che costoro aspirino, in realtà, a scrivere un qualsivoglia testo, ad esempio un singolo motto o un aforisma, al solo fine di poterlo vedere stampato e venduto, poniamo, avvolto intorno ad una Bacio Perugina? Questo lo contesto! Io, per esempio, aspiro alla mera scrittura. Più volte ho tentato di produrre un’opera con la sola ambizione di mettere al mondo un’altra di quelle creature con le quali amo intrattenermi (racconti, romanzi, poesie, saggi…), ma senza mai riuscirci. Dunque non sono forse, io stesso, un VERO aspirante scrittore? Perché si nega la mia esistenza?!
    Mi si dirà che si, d’accordo, magari tu non ci pensi ma poi, una volta prodotta un’opera degna di questo nome, a quel punto ti verrà certamente la voglia di provare a farla pubblicare. Allora, mi si dirà, ti si potrà definire, tecnicamente parlando, un “aspirante pubblicatore”. Anzi, si insisterà malignamente, si potrebbe addirittura sostenere che tu sia già ora un “aspirante pubblicatore” in attesa di gettare la maschera! In ogni caso, si concluderà con raffinata perfidia, fin da adesso sarebbe logico ritenerti un “aspirante pubblicatore in incubazione”, giacché altro non è concepibile. Ebbene io protesto e insisto: sono stato, sono e sarò sempre un’aspirante scrittore! E se mai mi dovesse scappare di scrivere veramente qualcosa, fosse anche un capolavoro, giurò che distruggerò la mia opera prima che un qualsiasi editore possa avere il vago sentore della sua esistenza!

  3. 3

    Chi trova un amico non piglia pesci. Tristantzara con link :-) )



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