Speed date

Hai un’ora, due ore, un pomeriggio per decidere. E te l’eri dimenticato. Oppure ti è arrivato cinque minuti prima. Oppure ti ha appena chiamato un agente, intonando il mantra è-proprio-per-te-ma-lo-vogliono-tutti. Insomma: hai davanti un libro di tre-quattro-cinquecento pagine e devi capire. Se il libro c’è stato, c’è, ci sarà. Se hai un posto per lui. Se lo vedi sui banchi della libreria. Se può piacere. Se può vendere. E devi capirlo subito, ora.
Ovvio che non stiamo parlando di un saggio sul concetto di differenza ontologica in Heidegger. E ovvio che il lavoro vero arriva dopo. Forse un po’ meno ovvio è il legame che si crea con quel libro che adesso è “tuo” e tra due ore potrebbe non esserlo più. Perché un momento in apparenza solo faticoso e angosciante si rivela curiosamente liberatorio. Non c’è spazio per le scuse, non c’è tempo per la noia, non c’è modo di rimandare. C’è invece un’irrequietezza un po’ ingenua, che si accompagna a un’idea abbastanza folle: e se il destino, con quello speed date, avesse deciso di farti trovare il libro della tua vita?
No, non sono frequenti, questi speed date. E ancor più rari sono i matrimoni, dopo. Però se succedono – i matrimoni, dico – assumono un’aura così romantica che lèvati. E che non si dissolve mai.
Neanche se – dopo qualche giorno, qualche mese, qualche anno – scopri che hai preso un gigantesco, strepitoso, irrimediabile abbaglio.

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02 2010

16 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    E’ un vero rapporto sentimentale

  2. 2

    “Ovvio che non stiamo parlando di un saggio sul concetto di differenza ontologica in Heidegger.”

    Magari più una cosa del tipo: “Trovame ‘n moccicoso che scrive robbe de dragghi, prima de subbito!”

  3. Melmoth #
    3

    In bocca al lupo…
    (ma “il libro della tua vita” cos’è?)

  4. El Gino #
    4

    Angra, però…
    Con tutto il bene e l’affetto che nutro per te e per i compagni roditori…
    Perseverare sguazzando nell’astio ti sta rendendo un po’ ridicolo, sai?

  5. 5

    @El Gino:

    Il trovare gli altri ridicoli, sarai d’accordo con me, è soggettivo.

  6. 6

    @ <bAngra: per cui a te di risultare ridicolo anche agli occhi di chi ti vuol bene non importa ‘na sega?

    (e questo che cazzo vuole, ti chiederai, beh… è un po’ che seguo le varie discussioni qui dentro, e sono grato a El Gino per il suo intervento)

  7. Melmoth #
    7

    Angra, apparentemente non ti accorgi di questo sottile paradosso: parli sempre degli editori come degli imbroglioni che pubblicano pattume. E ne parli solo e soltanto in questi termini (almeno da quando leggo i tuoi interventi). Però mi risulta che vuoi essere pubblicato. Te lo auguro, sinceramente. Perchè così -quando sarai pubblicato- avrai la certezza di aver scritto immondizia. Proprio come tutti gli altri cani che gli editori si ostinano a pubblicare.

    Ossequi.

  8. 8

    @Iguana Jo: El Gino non lo conosco, per cui immagino che scherzasse quando ha detto che mi vuole bene. Mi dispiace di risultarti fastidioso. D’altra parte, anche a me danno fastidio un sacco di cose e di persone e me le devo sorbire lo stesso. Se fosse la padrona di casa a dirmi che i miei commenti non sono graditi, leverei subito le tende. Se me lo dici tu, posso solo consigliarti di non leggere i miei post.

    @Melmoth: vorrei sapere, di grazia, da cosa ti risulterebbe che voglio essere pubblicato, perché a me sfugge. Ammesso e non concesso, non sai cos’è un paradosso (ora vai pure a cercare su wikipedia).

  9. Melmoth #
    9

    Sono un telepate.

  10. GiD #
    10

    @Angra

    Da parte di un altro che segue questo blog: per favore, basta!

  11. El Gino #
    11

    Angra caro, è vero. Non ti conosco. Però ho letto tutti i tuoi interventi qui, tutto il tuo blog e il tuo romanzo.
    All’inizio, la tua rabbia mi divertiva. La tua battaglia contro gli editori, le case editrici cattive e la lobby segreta degli scrittori era piuttosto divertente.
    Mi aspettavo un colpo di scena, una cambio di linea narrativa, e invece… Invece questa “storia” non si evolve. E’ cristallizzata in un rosicamento preadolescenziale.
    Lo dico per te, eh. Forse è tempo di direzionare tutto questo risentimento verso un qualcosa di più costruttivo.
    Tipo riscrivere il tuo romanzo, per esempio.
    E’ che, ironia della sorte, ti servirebbe un editor per farti capire dove non funziona.

  12. 12

    @El Gino: gli editor non si mettono a spiegare come mai un romanzo non funziona, è proprio una cosa che esula dai loro compiti. Se tu hai capito dove non funziona potresti spiegarmelo tu, e te ne sarei grato.

    P.S. se hai letto tutto il mio blog e hai capito “case editrici cattive”, allora dovresti rileggerlo con più attenzione. La mia idea sulla cattiveria è che solo pochissime persone al mondo abbiano l’intelligenza, la cultura e la consapevolezza per poter essere davvero cattive. Quando parlo di case editrici non penso mai a entità malvagie, ma a strutture che funzionano più o meno come la media di tutto il resto, cioè male.

  13. Melmoth #
    13

    Angra wrote:

    Gli editor non si mettono a spiegare come mai un romanzo non funziona, è proprio una cosa che esula dai loro compiti.

    Questo è oggettivamente falso. E’ vero però per un aspirante esordiente. Se non piace loro quello che scrivi, di solito non ti spiegano il perchè. Se invece ti vogliono pubblicare e c’è qualcosa che non funziona, te lo spiegano. Ma capisco che a questa parte, non ci arrivi (e non ci sei mai arrivato).
    Pa-ra-dos-so.

  14. 14

    @GiD: se non ti piacciono i miei interventi, hai la facoltà di non leggerli. Non si può nemmeno dire che io disturbi la discussione sul topic, perché NON C’E’ NESSUNA DISCUSSIONE SUL TOPIC. Dopo i primi due interventi (di cui uno mio), tutti gli altri sono da parte di gente che sul topic non ha nulla da dire, ma in compenso vorrebbe togliere la parola a me – forse disturbo i loro sogni di gloria. Poi l’infantile sarei io…

  15. 15

    Io sono sincero, ’sti generi di libri non li compro:)

  16. 16

    Come un appuntamento al buoi che si rivela come un amore a prima vista…



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