18.50

Erano le 18.50 (di venerdì!) e pensavo di averla scampata.

Solo due libri (neanche tanto interessanti) per il fine settimana. Quelli da assaggiare per poi dire: “No, grazie.”

Poi sono arrivate le 18.50.

E, con loro, 515 pagine di un romanzaccio (Come fai a saperlo se non l’hai ancora letto? Lo so, lo so) che mi rovineranno il fine settimana, che non comprerò e che diventerà un successo (Ma se lo sai perché non lo compri? Perché se lo faccio io non sarà un successo. E come lo sai? Lo so, lo so.)

Dovrò mangiarlo, digerirlo e poi spingere via il piatto con disgusto. E parlare anche con il cuoco (l’AA, fuor di metafora) spiegandogli con la massima cortesia perché non è adatto a me (Colta la sottile differenza tra “Non mi piace” e “Non è adatto a me”?)

Date le similitudini che mi vengono, sarà bene che, in questo fine settimana, io non metta piede in un ristorante.

AGGIORNAMENTO: Alle 19.37, i libri sono diventati due…

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10 2007

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