Note a margine

A ogni buon conto, a parte stare sempre con Mr Potts, una delle cose belle dell’estate per me è stato (ri)vedere e (ri)scoprire almeno una parte di quei film che durante l’anno scappano tra le dita del tempo, della stanchezza, del sonno eccetera (per spegnere la vostra bruciante curiosità, sappiate che l’elenco “per immagini” lo trovate qui). Orbene, per farlo, ho dovuto spesso riesumare uno di quegli oggetti che i-nostri-nipoti-non-sapranno-neanche, cioè le videocassette, registrate grazie a notti semi-insonni e nonostante programmazioni affidabili come le interviste di Chi.
E’ stato così che ho avuto una rivelazione.
Avete presente quelli che dicono: “Ah, no, per me i libri sono sacri. E penso sia sacrilego sottolineare, marcare, appuntare un libro…”? Ebbene, da adesso in poi, a gente siffatta mostrerò un frammento di ciò che non volevo registrare cinque, dieci, venti anni fa. E la sfiderò a non vedere in quella specie di note a margine – spot, telegiornali, previsioni del tempo, dibattiti – qualcosa che non abbia segnato anche solo in minima parte il suo modo di vedere le cose. E non importa che quelle note non abbiano nulla a che fare con – mettiamo – Lydia di Julien Duvivier. Facevano parte del mio mondo mentre io vedevo quel film e, per me, erano e rimangono importanti.
Ma adesso chi lo dice a Mr Potts che il meccanismo “compro DVD –> butto cassetta”  (con conseguente guadagno di spazio) si è inceppato in una puntata di Spaziolibero I programmi dell’accesso?

03

09 2009

Waiter, waiter, percolator

Catriona, bentornata! Tutto bene?
[Sorriso tirato]
Hai fatto qualcosa di bello? Avrai letto un sacco, come al solito.
[Accenno a successi di altre CE]
Hai fatto le pulci alla concorrenza, ah-ah-ah!
[Sorriso tirato]
E allora, lo troviamo questo besteller per il prossimo anno, eh?
[Sorriso tiratissimo]
Maddai, non è mica così difficile! Guarda, proprio quest’estate ho letto [libro di un'altra CE] e mi sono divertito un sacco! Si vedeva lontano un chilometro che sarebbe stato un successo, no?
[Sorriso con contrazioni nervose agli angoli della bocca]
Un giorno o l’altro, mi ci metto anch’io, mi ci metto. Incontro certa gente, qui, che bisognerebbe scriverci cento libri, non uno.
[Rictus]
… ecco il caffè. Ah, è aumentato, sì. Ma, se fai la tessera da venti, ne hai uno in regalo, come prima. Cosa dici? Niente tessera? Vabbè, me la fai domani, eh? Ciao e… mi raccomando il bestseller!

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01

09 2009

A terra

Se mai vedeste una donna in mezzo a un marciapiede, immobile e indifferente a eventuali spintoni e calci, con lo sguardo fisso a terra su un pezzo di carta, non preoccupatevi: sono io. Posso passare davanti a mia sorella senza notarla ma, se vedo qualcosa (qualsiasi cosa) su cui è stata tracciata anche soltanto una frase, devo sapere cosa c’è scritto. Sempre e comunque.
A dimostrazione di tale costante impulso alla lettura, quest’estate ho scoperto:
- che, sulle istruzioni per l’uso della pellicola per alimenti, c’è scritto “Devolgere il foglio” e “Stoccare il prodotto fra i 18 e i 30 gradi” (stavo tirando precipitosamente fuori ogni pacchettino dal mio frigorifero, ma poi ho capito che, per “prodotto”, si intendeva la pellicola stessa e non quello che c’era avvolto dentro);
- che, sul calendario gentilmente regalatomi a Natale da un fornitore, il mese di agosto è sbagliato (comincia di domenica), ma solo nella colonnina che affianca il mese di luglio;
- che, sulla bomboletta di un “profumo per la casa”, c’è scritto “Non fumare.” e “I deodoranti per l’ambiente non sostituiscono le buone pratiche igieniche.” (update: “Non fumare.” c’è scritto pure sulla bomboletta di una schiuma per barba. Vorrei, in entrambi i casi, far notare il punto fermo dopo l’intimazione.)
- che, sul flacone di un prodotto anticalcare, c’è scritto “Ha un gradevole profumo di aceto”; su un prodotto simile, l’etichetta riporta: “Altri componenti: profumo”. E noi che eravamo rimasti a Chanel;
- il Turducken.
Comunque, sì, il titolo del post si riferisce anche al morale.
Bentornati.

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31

08 2009

Il lunedì dell’ultima settimana prima delle ferie

Giovane Collega “Catriona, mi cercavi? Aarrggghhh! Ma cosa stai facendo?”
Catriona “Un falò.”
GC “In ufficio?”
C “Oh, non c’è pericolo. Siamo o no gli editori di Milleduecentoquattro modi per accendere un fuoco in tutta sicurezza ché non si sa mai quando ti può tornare utile?”
GC “Ma quel libro è andato malissimo, no?”
C “Già. Peccato. Come vedi, è davvero utile.”
GC “Scusa, ma…”
C “Ti ho chiamato perché sei qui da poco e certe cose non le sai ancora. Adesso ti spiego. Siediti, magari non troppo vicino a… Brava, lì. Dunque: fin dalla notte dei tempi editoriali, il lunedì dell’ultima settimana prima delle ferie è stato considerato uno dei giorni più pericolosi dell’anno, perché su di esso incombe un’oscura maledizione. Si dice che persino Gutenberg ne sia stato colpito.”
GC “Una maledizione? Su Gutenberg?”
C “E pure su Manuzio, se è per questo. Vedi, l’arrivo del lunedì dell’ultima settimana prima delle ferie, della sua promessa di libertà e riposo, scatena i più bassi istinti di una CE: i refusi non vengono corretti, i manoscritti urgenti rimangono intoccati, le bandelle diventano quasi incomprensibili…”
GC “Se ti riferisci alla bandella di Charlie Charles, posso rivederla, migliorarla…”
C “Migliorarla? Come minimo… A ogni buon conto, è proprio a causa di questa atmosfera d’intollerabile lassismo che, zac!, la maledizione colpisce.”
GC “E in che modo?”
C “In modo imprevedibile! Un instant-book, un autore che deve rivedere il proprio testo in agosto perché poi parte per il Kennesoiostan, un traduttore fidato che cicca la traduzione del romanzo più importante dell’autunno, costringendoti a una revisione in tempi impossibili, un correttore di bozze che si ammala e ti rimanda i quattro libri che gli avevi affidato dopo che lui aveva detto: ‘Ah, tanto quest’anno non faccio vacanze…’ E neanche tu le fai, le vacanze. Rimani in ufficio, a rimediare ai disastri, per tutto il periodo delle ferie. E senza aria condizionata.”
GC “Oh.”
C “Ecco perché è necessario un sacrificio. E questa è appunto una pira sacrificale.”
GC “Un sacrificio… umano?”
C “Se guardassi meno filmacci, ragazza mia… Ovvio che si tratta di un sacrificio simbolico.”
GC “Ah, per fortuna.”
C “Sto bruciando la stampata della tua revisione del romanzo di Charlie Charles. Ovviamente abbiamo cancellato pure i file dal tuo computer e dal server. Non ci provare neanche a recuperarli: è impossibile. Piuttosto mettiti al lavoro: hai una settimana intera per rifare la revisione.”
GC “Ma, ma…”
C “Su, su, è un libro breve. E non era neppure tradotto malissimo, almeno non in certe parti. In una settimana ce la fai.”
GC “Ma, ma…”
C “Dammi retta, ti è andata bene. Si dice che a un novizio, molti anni fa, abbiano bruciato le prime bozze corrette di un saggio in due volumi… Ma io non ci credo. La gente esagera sempre.”

E con questo, il lunedì dell’ultima settimana prima delle ferie, il secondo piano chiude. Per ferie, ovvio.
Ci si sente altrove, se tale è la vostra inclinazione.
Adesso, scusate, ma ho un fuoco da domare.

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27

07 2009

In buona

Senti, oggi sono in buona. Tradotto, significa che ti abbuono la grammatica un po’ così, i refusi – massì, in fondo non sono neppure tanti – e pure la ridondanza (abbiamo tutti un’esperienza diretta del freddo [meteorologico]: aggiungerci via via “pungente”, “intenso”, “frizzante”, “insopportabile” confonde un po’, non credi?). Ma una cosa no, non te la abbuono. Mi dispiace, ma tu non hai voce. Proprio per niente. Innanzitutto in senso letterale. Quando i tuoi personaggi parlano, è come se dalla loro bocca uscissero frasi sbriciolate dall’usura. Non si fanno ascoltare, ti viene voglia di correre avanti per capire se prima o poi, da quelle bocche, verrà fuori qualcosa d’interessante (e non ho detto “di nuovo”, bada). Poi ci sono le frasi che cominciano auliche e che si disintegrano in un “tanto va la gatta al lardo” (e viceversa… le frasi, non la gatta, eh?) così il tuo protagonista, sotto i miei occhi, dall’invitto Ulisse che stava per diventare, diventa invece il nonno Ulisse che si lagna con la portinaia. Mi vanno bene entrambi, ma deciditi, su.
Poi non hai voce tu. Dove mi stai portando? Possibile che, se mi fai incontrare qualcuno, mi devi raccontare ogni suo passato palpito, con l’ovvio corredo di sopracciglia che s’inarcano, di sospiri profondissimi, di sguardo penetrante verso il nulla a ogni cambiar di palpito e di ricordo correlato? Possibile che non mi sai costruire un brivido di attesa, che mi fai cadere gli avvenimenti così, in mezzo al nulla, liquidandoli in due frasi o allungandoli a dismisura?
Ripeto: mi dispiace, ma no, non posso davvero abbuonarti la mancanza di voce.
Torna magari tra un po’, quando ti sarai schiarito la voce le idee.
E copriti, ché fa freddo.

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23

07 2009

Imparati

[Avvertenza: post ad alto tasso di vecchiezza. Ne sono consapevole.]
Dio ne scampi dagli imparati. Ce ne sono ovunque, credo, ma ovviamente ognuno vede i propri. E io vedo i miei. In prevalenza giovani (e questo è bene, benissimo, intendiamoci), hanno magari un master (uno qualsiasi) e dunque sono convinti di avere “il segreto”, di possedere la “visione globale” che tu, piccola rotella arrugginita nel macchinario della quotidianità, ignori. In un lavoro che – lo ribadisco per l’ennesima volta, scusate – s’impara soltanto facendo(lo). S’impara ad annusare, a tagliare, ad addolcire, a cassare, ad allungare, a dubitare, a correggere, a umiliarsi, a piegare, a esaltarsi, a masticare, a scoprire, a limare, a equilibrare, a nascondersi, a  pulire… Non sono capacità superumane, ma non si acquisiscono neppure per immersione in qualche fonte benedetta dagli dei del mercato (e della letteratura in subordine). Si ascolta, si guarda, si capisce e poi, dopo, si cerca di far meglio.
Ecco: gli imparati convinti di saper far meglio prima non li sopporto proprio.
Quando poi chiudono le loro frasi con un “tesoro” non mi lasciano alternative.
E infatti mi vendico.

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22

07 2009

Spigolature (I)

[Per quelli che "Se lo chiedevano a me..."]
La rentrée littéraire in Francia è una cosa serissima. Quest’anno, per esempio, subito dopo le vacanze, usciranno 659 nuovi romanzi. Ma talvolta non è semplice trovare un titolo nuovo.
["Non arrendersi mai"]
Finalmente viene pubblicato il primo libro dell’esperimento Authonomy: la sua storia.
[Per esteti]
Vintage colophon collection.
[La cruda verità]
Ahi, settembre! ovvero The Dan Brown Cometh ovvero “Il tuo libro fallo uscire l’anno prossimo.”

17

07 2009

Stato di alterazione progressiva

Ma voi, voi che mi dite sempre “che-bel-lavoro-fai” e “quanto-t’-invidio”, avete idea della frustrazione? Riuscite a immaginare cosa significa fissare la pila di manoscritti letti per intero o soltanto scorsi e poi scartati (da me, ovvio, perché altri di sicuro li hanno letti tutti e per intero e magari ci hanno trovato il capolavor dei capolavori d’Omero)? Della tristezza che mi viene dal buttarli via (perché a certo punto si fa, si deve, insomma, mica si possono tenere, anche quelli che “forse, mah, poi lo riguardo” a un certo punto se ne devono andare, sciò, riciclo), soprattutto perché io li formatto tutti allo stesso modo così da non essere distratta da nulla che non sia il testo (geniale, eh?) e quindi ho la sensazione di buttar via un infinito serpentone di parole, idee, personaggi, storie? Della sensazione di sconfitta, di occasione perduta che accompagna tutto ciò (benché ogni tanto ci sia anche un senso di liberazione, date le ciofeche che arrivano, sebbene le ciofeche non siano le cose peggiori, perché le cose peggiori sono i libri medi, che rischiano di fare il botto proprio perché sono medi e quindi nobilitano la medietà che alberga in tutti noi. D’altra parte, medio è medio, dunque perché mai dovrebbe fare il botto proprio qualcosa senza un minimo di originalità, che rimescola cose già viste-sentite-lette da quel gruppo ostinato di lettori forti, che poi sono sempre loro che comprano i libri, non facciamoci illusioni di “allargare la base”, di questi tempi è già tanto se i lettori forti rimangono tali e non diventano lettori molli [giuro, si dice così])?
No, secondo me non avete idea.
Fortunelli.

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16

07 2009

Perché

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Perché proprio l’altro ieri ho rivisto Citizen Berlusconi, che è del 2003.
Perché magari così poi si alza la voce per altre porcate.
Perché .mau. lo spiega meglio di me.
Perché è vero che gridare sempre “Al lupo! Al lupo!” è controproducente, ma anche non gridarlo mai lo è.
Perché i distinguo, pur sacrosanti, mi hanno un po’ stufato.
Perché oggi mi va di credere nei piccoli passi.
Perché basta.

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14

07 2009

Non esiste

Niente. Non una riga, non un segno. Niente sull’autore, figuriamoci sul libro. Territorio vergine.
Succede.
Così, se arriva un manoscritto (straniero) e la ricerca su Internet non dà risultati, non so mai se essere preoccupata o contenta.
Perché un poco inquieta, l’assenza. Sarà voluta o casuale? Significa forse che neppure la CE straniera ci crede, nel libro o nell’autore? Oppure, al contrario, punta a far sgorgare una ribollente cascata d’infomazioni al momento opportuno?
Ma conforta pure, il silenzio. Lascia soli col testo, senza condizionamenti o preconcetti. Libera dalla necessità di confrontarsi con il passato, quale che sia. E’ come mettersi a parlare direttamente con l’autore, senza mediazioni.
E dà un piccolo brivido: quel libro/quell’autore “non esiste” per il mondo, ma “esiste” per te.
Ci si accontenta di poco, da queste parti e di questi tempi.

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13

07 2009

Soltanto oggi (LXIX)

Fattura
[...] Ho scritto un romanzo di fattura esoterica-gialla [...]

Davvero?
[...] Sono molto interessato a far fare un salto di qualita’ alla mia produzione letteraria e mi sembra che anche voi siate molto sensibili in questo campo [...]

08

07 2009

Risposta senza domanda

Senti, non lo so. Già, sembra tutto bianco o nero, perché c’è un libro oppure non c’è. Ma non è vero. Le gambe sono sempre malferme, la testa è un continuo frullio di “Ma forse…” “E se…” “Chissà…” Una decisione poi si prende, ma quella che sembra una spada affilata in realtà è un coltellino smussato. Perché nessuno sa nulla; neanche quelli che pontificano di trend e di “gusti del pubblico”. Perché, alla fine, siamo soltanto due entità – una che scrive e una che legge – con in mezzo la scommessa di riuscire a comunicare qualche emozione. Ci vuole un po’ di incoscienza, sì. E una certa presunzione. Però anche molta umiltà. E parecchio lavoro. Un lavoro basso, di mastica e sputa, finché non si pensa (ci si illude? si suppone? si spera?) di aver trovato qualcosa che forse, se, chissà. Con le gambe che continuano a tremare.
Quindi no, non so definire con precisione il motivo per cui quello sì e quell’altro no.
Nessuno lo sa. Fidati.
Magari è meglio così.

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07

07 2009

Impressioni a caldo

[impressioni a caldo (loro)]

“Mi sembra sia venuta bene questa campagna per invitare gli italiani ad avvicinarsi alla lettura…”
“Sono d’accordo.  Soprattutto perché abbiamo evidenziato che non bisogna leggere troppo, sennò si ci affatica.”
“Infatti abbiamo mostrato soprattutto giornali…”
“E per dare l’idea che comunque leggere è impegnativo, abbiamo fatto crescere la pila di libri/giornali da una persona all’altra. E la persona che riceve la pila se ne libera in fretta.”
“Comunque  il messaggio è trasmesso con adeguato tatto. Per esempio, facendo sussurrare qualcosa d’incomprensibile  l’uno all’orecchio dell’altro. Per dare l’impressione che comunque la lettura sia un’attività ‘misteriosa’.”
“Eh, già, l’eterno mistero della lettura!”
“Senti, ma gli americani non hanno già fatto una cosa del genere? Non potevamo copiarla?”
“No, sarebbe stata troppo complicata e ‘impegnativa’ per noi italiani.”
“Concordo.”

[impressioni a caldo (mie)]

A differenza di quanto affermato, la bambina non “legge un giornalino” ma un abbecedario; nella pagina dei link ai video spicca un “Visualizza l filmato con Windows Media Player”; lo slogan  “Leggere è il cibo della mente: passaparola” mi sembra piuttosto oscuro in rapporto al filmato; non voglio pensare a quanto costi questa campagna e cosa si sarebbe potuto fare concretamente con quel denaro.
Basta che si faccia qualcosa, dite? Mah.

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06

07 2009

Oggi, ferie

No, non vado in ferie (non ancora).
Ma, su istigazione di Giulia B. (Grazie, Giulia!), ne ho scritto qui, dunque oggi mi prendo un giorno di ferie dal secondo piano.
Nota per i puristi: sì, c’entrano i libri.

P.S. Ho segnato soltanto uno dei mille link che portano a Giulia e ho scelto Me parlare donna un giorno perché è un autentico spasso.

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03

07 2009

Test d’ingresso

Candidato [titubante] “Buongiorno. Sono qui per il test d’ingresso…”
Esaminatore “Sì, sì. Prego, si sieda. Mi parli di lei.”
Candidato “Ho scritto alcune poesie e vari racconti e sono a metà di un romanzo semi-autobiografico in cui…”
Esaminatore [seccato] “No, fermo, fermo.” [sospirando] “Tutti uguali…” [in tono normale] “Quanti libri ha letto nella sua vita?”
Candidato “Mah, così, su due piedi…”
Esaminatore “Vediamo: lei ha 33 anni. Legge da quando ne aveva… 7, diciamo. Fanno 26 anni di lettura. Un minimo – minimo! – di un libro al mese… Siamo intorno ai 300. Conferma?”
Candidato “Forse qualcuno di meno…”
Esaminatore “Ah-ah! Partiamo da un punteggio basso, quindi. Vista?”
Candidato “Una leggera miopia… porto le lenti a contatto.”
Esaminatore “Ma no, cos’ha capito? Si guarda fuori e dentro?”
Candidato “Mi sembra di sì…”
Esaminatore “Più dentro o più fuori?”
Candidato “Direi più… fuori?”
Esaminatore “E cosa vede?”
Candidato “Scusi?”
Esaminatore “Mi dica cosa vede.”
Candidato “Mah… cose… persone…”
Esaminatore [sottovoce] “La fantasia al potere, eh?” [in tono normale] “‘Scimpanzé’ si scrive con l’accento acuto o con quello grave?”
Candidato “Ehm…”
Esaminatore “Che tempo verbale è  ‘avessi mangiato’?”
Candidato “Passato… remoto?”
Esaminatore “Lasciamo perdere. Sta scrivendo un romanzo semi-autobiografico, ha detto.”
Candidato [ringalluzzito] “Sì, sì.”
Esaminatore “Mi può citare qualche celebre autore che lei ha letto e che ha scritto un romanzo autobiografico o semi-autobiografico?”
Candidato “Hmm…”
Esaminatore “Su… neanche uno? Pr… Pr…”
Candidato [irritato] “Scusi, lo so che non sto andando bene, ma le sembra il caso di farmi delle pernacchie?”
Esaminatore [grida] “Avanti un altro!”

Ecco: il test d’ingresso per diventare scrittore me lo immagino più o meno così.

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02

07 2009

Soltanto oggi (LXVIII)

Incidenti
Vorrei mandarVi il mio manoscritto però per non incorrere in incidenti mi piacerebbe sapere prima certe cose
1) Deve essere intero o vi basta una gran parte almeno all’inizio?
2) Avete limiti di pagina [sic]?
3) Quanto si paga per la stampa? (appross.)
4) Passa molto tempo da quando lo consegno a quando si stampa?
5) Chi corregge le bozze?
In attesa di un Vostro cortese cenno di riscontro Vi ringrazio e Vi saluto molto cordialmente.

01

07 2009

Diplomazia

Non sono affatto diplomatica, lo so. Se dipendesse da me, il Congresso di Vienna sarebbe ancora in corso, in un tripudio di feste e danze. Così osservo sempre con sconfinata ammirazione chi invece si muove con passo leggero e disinvolto nel labirinto del do ut des. E cerco d’imparare.
Infatti, l’altro giorno, dopo un incontro “conoscitivo” con un’autrice, mi sono rivolta alla mia collega della CE e, tutta soddisfatta, ho esclamato: “Be’, mi sembra che sia andata bene!”
“Le hai detto che la sua storia non ti convince, che i suoi personaggi sono deboli e che il suo stile è faticoso.”
“Sì, però mi sembrava abbastanza convinta.”
“Poi hai suggerito che sarebbe opportuno cambiare l’inizio e la fine, che la vicenda centrale va ripensata e che le vicende laterali sono ridondanti…”
“Forse. Ma l’ho fatto perché mi sembra che lei abbia le potenzialità per…”
“… dare una nuova, inedita sfumatura alla parola ‘massacro’?”
Ho detto che cerco d’imparare. Non che ci riesco.

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29

06 2009

Soltanto oggi (LXVII)

Incertezze

[...]  ho cominciato a scrivere un romanzo pero’ forse e’ solo un racconto (12 pgg). Mi potreste dire come continuare (consigli suggerimenti……)?! Ve lo allego. Grazie.

Delusioni

Sono un vostro affezzionato cliente ma non comprerò più niente di voi perchè la fine di Feromoni per un delitto di Charles mi ha D-E-L-U-S-O!!!!!!!

25

06 2009

Forma e sostanza

Forma

Da: Marcel Marcelloz
Inviato: martedì 23 giugno 2009 18.28
A: Catriona Potts
Oggetto: Jean-Marc Jeanmarcette

Catriona carissima,
è con grande piacere che ti propongo il nuovo libro di Jean-Marc Jeanmarcette, un autore che probabilmente conosci perché è già noto in Italia. L’ho letto rapidamente, ma ho pensato subito alla tua CE. Sarò felice di mandarti il manoscritto: non è ancora definitivo, ma non dovrebbero esserci troppi cambiamenti.
Spero di vederti presto.
Baci
MM

Sostanza

Da: Marcel Marcelloz
Inviato: martedì 23 giugno 2009 18.28
A: Catriona Potts
Oggetto: O la va o la spacca

Oh, Catriona, mia ultima spiaggia,
speravo tanto che non scrivesse più nulla e invece, proprio mentre stavo per andare a casa dopo una pessima giornata, quel pazzo scatenato di Jean-Marc Jeanmarcette mi ha mollato la sua ultima “fatica”. E mai termine fu più appropriato perché ho provato a darci una scorsa e mi sono addormentato di botto a pagina 6. Un’esperienza che forse non ti è estranea, perché sono circa quattro anni che cerco di affibbiarti questo autore e tu lo hai sempre respinto (un’altra CE italiana se l’è preso, ma è andato così male che non ha nessuna intenzione di pubblicare un altro suo libro. Non posso darle torto). Ma io tento lo stesso il colpaccio (magari non lo ricordi, hai visto mai). Se mi dice bene, ti mando all’istante quella specie di brogliaccio che l’autore mi ha consegnato (condoglianze all’editor che dovrà metterci le mani).
Lo so, è una vigliaccata, ma sono alla frutta.
MM

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24

06 2009

Pastone

E’ che non ne posso più di questo mastica-e-sputa parole. Sì, lo so, l’ha già detto qualcun altro (e di certo non è stato il primo) ma, all’epoca, serviva per stigmatizzare una posa affettata, un atteggiamento snob. Adesso invece non passa giorno che non ci gettino contro un pastone di neologismi, etichette, slogan; non passa giorno che noi non ci lanciamo a masticare quel pastone – quei neologismi, quelle etichette, quegli slogan –, neanche fossimo lupi bulimici, e non passa giorno che, disgustati o esaltati, per convinzione o meccanicamente, ce lo risputiamo addosso. Per riprendere il ciclo il giorno dopo.
All’inizio, pensavo di essere troppo sensibile io, che con le parole ci mangio davvero. Ma stamattina, quando ho sentito un tassista dire ridacchiando a un collega: “Ve le abbiamo suonate anche ieri, eh, brutto comunista…”, ho capito che il pastone – in questo caso composto da arroganza, sport, insipienza, superficialità e forse altro – rischia di diventare l’unico vero cibo disponibile per tutti.
E molti, moltissimi lo troveranno sempre più gustoso.

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23

06 2009

Guardarsi intorno

Guardarsi intorno e vedere i libri fatti.
Guardarsi intorno e vedere i libri da fare.
Guardarsi intorno e vedere i libri da valutare.
Lavorare in una CE comporta anche questa bizzarra sensazione: tu guardi i libri e loro ti fissano di rimando, ti definiscono, ti giudicano, ti rendono quello che sei (e non parlo soltanto di lavoro). E talvolta non è sgradevole. In altri casi, invece, ti sembra di aver operato una selezione eugenetica. E di aver fallito.
Ecco perché, quando vedo i miei libri su quelle bancarelle “tutto a un euro” e loro mi fissano di rimando con aria accusatoria (sì, ve lo assicuro), mi viene voglia di comprarli, per scusarmi.
Prima o poi lo faccio.
Devo solo trovare un magazzino in cui metterli.

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06 2009

Ecchimosi

Nelle ultime tre settimane ho respinto tre manoscritti. Ma non lo fai tutti i giorni, più volte al giorno? chiederete voi. Già, ma questi non erano manoscritti “astratti”, caduti sulla scrivania per volontà di qualche AA. Erano manoscritti con una faccia e una storia, insomma con un rapporto (di collaborazione, se non proprio di amicizia) tra me e i rispettivi autori. E, per motivi diversi, ho dovuto dire no. Un no cortese, ma giustificato e fermissimo.
Lascio a voi immaginare quanto sia piacevole dirlo, quel no. E quanto sia gradito riceverlo.
Uno degli autori l’ha paragonato a una manganellata. E non sulla testa.
Eppure, mentre l’ecchimosi passava dal bluastro al verde al giallo, ricevevo email di ringraziamento per la franchezza dimostrata, richieste di consigli (“non per questo, ma per il prossimo”), ammissioni di colpevolezza…
Da due degli autori.
Il terzo non si è ancora fatto vivo.
Comincio a essere inquieta.

19

06 2009

The critic is IN

Fammi capire.
Hai scritto a una CE proponendoti per un’assunzione come recensore.
Okay, ti concedo il beneficio del dubbio.
Forse vuoi proporti come lettore di manoscritti e non conosci il termine “tecnico”.
No. Parli di libri pubblicati, quindi non vuoi essere un lettore.
Una domanda, di grazia. Come pensi che sarebbero “usate” queste tue recensioni?
Verrebbero mandate ai quotidiani o ai periodici, accompagnate da un sonoro “Fatti più in là” ai giornalisti che scrivono per quelle testate?
Verrebbero distribuite tramite volantinaggio ai passanti?
Verrebbero declamate durante la pausa pranzo al cospetto dell’intera (e plaudente) CE?
Verrebbero affisse a un nostalgico dazibao?
Parliamone.
Chissà, forse tu hai avuto un’idea geniale e io sono incapace di coglierne la rivoluzionaria portata.
Però, nel frattempo, dai retta a chi ha raggiunto l’età dello sviluppo (fisico ma soprattutto mentale) nell’era pre-Internet: l’informazione non solo è potere, ma ti evita anche parecchie figuracce.
5 cent, please.

18

06 2009

Balezino

Il sito delle Deutsche Bahn è stato uno dei miei primi amori della rete. E infatti continuo a usarlo per pianificare i miei spostamenti in treno, anche se probabilmente ci sono milioni di siti migliori.
Cosa volete che vi dica? I due clic che, per esempio, mi permettono di capire come andare da Vladivostock a Cuneo, anche fermata per fermata, hanno sempre avuto su me l’inebriante effetto del teletrasporto.
Il fatto è che, in questo periodo mi sento come se fossi arrivata a Balezino solo per scoprire di aver perso la coincidenza.
E di non avere più niente da leggere.

17

06 2009

Soltanto oggi (LXVI)

Curiosità
Potreste per curiosità dirmi quanto mi costerebbe pubblicare un libro (mio) (lunghezza media)?

Senza le figure
[...] Ho visto che nei Vostri libri non ci sono illustrazioni-fotografie; è una Vostra scelta?

16

06 2009

La febbre

3 giorni di febbre (sì, non ho più il fisico).
2 giorni di assenza (appunto).
67 e-mail, di cui 39 con allegati, dei quali 22 manoscritti (stranieri) di cui almeno 5 con una decisione da prendere entro martedì e 2 con una decisione da prendere subito (cioè 3 giorni fa).
“Ehi, calma! Facciamo libri, mica salviamo vite umane!” è il mantra di chi lavora in una CE.
Sarà, ma l’impressione è che oggi sarei dovuta tornare in ufficio con un defibrillatore.

15

06 2009

Consigli per le vendite

Siete lì, con le dita pronte a tamburellare sulla tastiera, ma non sapete da dove cominciare? Ecco la top 3 dei pretesti temi più trattati nelle proposte di questo periodo, con qualche consiglio per sfruttarli al meglio.

Al terzo posto si piazzano gli animali che intervengono in una drammatica/ disperata / straziante vicenda umana e la risolvono. Siate creativi, però, almeno nella parte animale:  cani, gatti e cavalli ormai strappano subito lo sbadiglio. Meglio un simpaticissimo Loris gracile (Loris tardigradus). Forse la relazione con il bambino malato / il manager disilluso / la donna divorziata non sarà semplicissima da sviluppare, ma non è che  posso fare tutto io, no?

Al secondo posto ci sono le relazioni nonna-nipote. Per gli americani è facile: mettono la nonna a Salem (Oregon) e la nipote ad Augusta (Maine) e fanno percorrere a una i 5.302 chilometri necessari per raggiungere l’altra (l’aereo è escluso, sia chiaro) cosicché, durante il viaggio, abbia modo di fare incontri rivelatori e/o di rivelare la propria vera interiorità. L’italica lunghezza massima di 1.291 chilometri probabilmente offre minori possibilità, tuttavia non dovrebbe essere difficile ingegnarsi. Consigliato un sottotesto di polemica sociale per evitare di essere tacciati di autobiografismo.

Il primo posto è saldamente in mano alla “famiglia apparentemente normale”. E’ ovvio che tutto sta in quell’”apparentemente”, prodromo al più classico “effetto cipolla”: padre avvocato, che in realtà fa il bookmaker nei combattimenti clandestini di galli, che in realtà agisce così a causa di un trauma infantile (causato dal fratello maggiore), che in realtà è dovuto a un contatto fugace con alieni crestati; madre casalinga, che in realtà coltiva il sogno di diventare pilota di go-kart, che in realtà ha una cotta per il fruttivendolo sottocasa, che in realtà è il fantasma del suo primo amore, un esploratore scomparso sull’isola di Amantaní, che in realtà è il luogo d’origine della madre (cioè di sua nonna); figli (almeno due) che studiano al liceo, ma che in realtà…

Ah, a scanso di equivoci: tutte le suddette trame sono state depositate alla SIAE. Quindi non fate i furbi…

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08

06 2009

Dazed and confused

Talvolta vi odio proprio, a voi del marketing. Perché prendete il mio libro e lo possedete, come se avesse bisogno di voi per sentirsi vivo. Lo anoressizzate a slogan o lo obesizzate a cartellone, ne estraete a forza l’essenza (quella che per voi è l’essenza) e la imbottigliate in un contenitore opaco ed elegante, spacciandola per l’essenza della felicità letteraria.
Quando succede, io rimango lì, in silenzio, a guardare voi e quello che era il mio libro. Un po’ intontita e un po’ disorientata.
Poi penso: massì, in realtà, sotto sotto, vi voglio bene, a voi del marketing.
Perché io, il vostro mestiere, non riuscirei davvero a farlo.

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05

06 2009

Come non

Lo so, è in inglese. Lo so, può sembrare semplicistico. Però non scrollate le spalle, perché questo test è molto più vicino alla realtà degli “autori emergenti” di quanto crediate.  E se anche fosse soltanto un’abile mossa per farvi comprare questo libro (che non ho letto, badate), pazienza.
Mi piacerebbe avere il tempo di tradurlo e adattarlo, per farlo diventare una specie di test d’ingresso al desiderio di essere pubblicati. Dopo quelli di grammatica e ortografia, beninteso.

Update:  Grazie a Zia Bisbetica (grazie!) lo trovate qui in italiano.

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04

06 2009

Pàssino

Pàssino i soggetti che si smarriscono e i verbi che vengono concordati con ciò che più piace.
Pàssino le costruzioni retoriche che susciterebbero l’invidia di Èschine di Mileto.
Pàssino i dialoghi risucchiati senza filtro da libri, film, serie TV, videogiochi, parodie.
Però, caro il mio autore di successo, la logica della storia e la plausibilità delle situazioni non le puoi ignorare così, soltanto perché sei un autore di successo al quale tutto è concesso.
Quindi deciditi: o il tuo protagonista ha i superpoteri – e ci può anche stare – oppure non li ha, e allora è semplicemente ridicolo.
E sono solo a pagina trenta.

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03

06 2009

Fare commercio

Non mi è mai dispiaciuto fare commercio (dei miei libri). Non credo siano molti i mestieri in cui si ha la possibilità di spiegare a chi deve vendere un certo prodotto perché quel prodotto ti ha colpito, perché ci credi, perché lo consigli. Non mi è mai pesato mettermi nei panni di chi deve andare da un libraio e dire: “Senti, questo è veramente bello e adesso ti spiego perché.” Neppure se poi il libro va male. Nel nostro piccolo mondo, tutti godono di una certa tolleranza (quando si galleggia, si galleggia tutti insieme e quando si affonda…)
Sarà l’età (com’è utile avere un’età in cui si può affermare “Sarà l’età” ed essere presa sul serio), sarà che a maggio la volata è quasi finita (e il prossimo anno già ti fiata sul collo), sarà il caldo… ma in questo periodo fare commercio (dei miei libri) mi pesa. Non che questi libri siano più brutti dei precedenti o che io sia meno convinta. E’ che il balletto-rituale-scommessa mi ha un po’ stancato. Vorrei che i libri parlassero da soli, che nella sala in cui tutti aspettano da me ragioni, spiegazioni e numeri ci fosse silenzio perché tutti stanno leggendo il libro che ho portato. Vorrei che tutti scoprissero da soli il motivo della scelta e la difendessero “con parole loro”. Vorrei discutere, trovare altri motivi per sperare o disperarmi, per correggere il tiro (in alto o in basso), per litigare o esaltarmi…
Sì, deve essere il caldo.
O forse sono io.
Appunto.
I’m a Dreamer, Aren’t We All?

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25

05 2009

Animale, vegetale, minerale

Catriona e un collega di un’altra CE conversano su Skype

Collega: Hai presente il titolo del libro-che-deve-essere-un-successo? Devo cambiarlo…
Catriona: No!
Collega: Già. Per sei mesi è andato bene, poi ieri si è svegliato il Capo e ha detto che gli animali nel titolo non vendono. Non è che avresti un’idea?
Catriona: Io? Dovrei aiutarti a trovare uno di quei titoli che fanno da soli il successo di un libro… a discapito quindi del successo dei miei libri?
Collega: Ti ricordi quando ti ho ceduto quel traduttore che ti ha tradotto millemila pagine in quindici giorni… Be’, diciamo che adesso io sono don Vito, tu sei Bonasera e il mio libro è quasi Santino.
Catriona: Oh… Va bene. Deve esserci per forza un animale nel titolo?
Collega: A questo punto vanno bene anche i vegetali e i minerali.
Catriona: Non è che mi ricordi benissimo la storia…
Collega: Non importa, dammi qualche titolo a effetto, poi lo aggiusto io.
Catriona: Perché non parti dalle solite cose? Luce, buio, rumore, silenzio…
Collega: Già usati negli ultimi quattro libri.
Catriona: Una bella frase fatta? Oggi a me, domani a te…
Collega: Eh?
Catriona: Non hai torto. Come l’hanno tradotto i francesi?
Collega: Oh, i francesi…
Catriona: Capisco. E i tedeschi?
Collega: Non lo voglio neppure ripetere.
Catriona: E i danesi?
Collega: I danesi?
Catriona: Sono bravissimi a trovare titoli a effetto, i danesi.
Collega: Mah, vado a vedere. Poi ci risentiamo.
[un'ora dopo]
Collega: Ma sai che avevi ragione sui danesi?
Catriona: Hanno trovato un bel titolo?
Collega: Macché. Però, nella stessa pagina c’erano altri libri di quella CE. Ho tradotto tutto in automatico e… ho trovato il titolo perfetto!
Catriona: Quello di un altro libro?
Collega: Sì, ma è perfetto!
Catriona: E sarebbe?
Collega: Figurati se te lo dico. Me lo copieresti subito. Ma grazie, eh? Grazie mille!

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21

05 2009

Soltanto oggi (LXV)

No multiplo

No, non pubblico il tuo libro soltanto perché me lo hai mandato 11 volte. Nel giro di un’ora.

No, non pubblico il tuo libro soltanto perché dici che la mia CE è senza dubbio la CE ideale per pubblicarlo. Soprattutto dopo che mi hai mandato altre 4 email indirizzate ad altre 4 CE con la stessa affermazione.

No, non pubblico il tuo libro perché, anche se non pubblichiamo poesie, dobbiamo assolutamente fare un’eccezione per te. E, credimi, 5 poesie di una decina di versi l’una non fanno un libro.

No, non pubblico il seguito al tuo primo libro che però è venuto meglio di quel primo che non è stato pubblicato.


P.S. Scusate, ma non ho proprio tempo di commentare i commenti. Prima o poi lo faccio, cross my heart.

20

05 2009

La folla

Niente induce un autore a sentirsi tale come la folla. Neanche l’editing più cruento, neanche l’intervista più prestigiosa.
C’è quello con l’aria distaccata, ma lestissimo a scarabocchiare la dedica.
C’è quello con l’occhio assassino, che capisce subito se il suo libro ti è davvero piaciuto.
C’è quello modesto, che quasi arrossisce, ma si scioglie non appena ti avvicini.
C’è quello alla mano, che sembra abbia voglia di parlare solo con te e quasi di portarti a cena.
C’è l’irraggiungibile, che tutto dà (sulla carta) e nulla concede (de visu).
Eppure, nella follia cartacea di Torino, tra mille mani che prendono e lasciano, tra mille occhi che setacciano i libri nella speranza di trovare la risposta a ogni interrogativo esistenziale, il culto dell’individuo, della carne e delle ossa, diventa una cosa quasi piacevole. Perché viene celebrato con toni di quieta ammirazione, venata di una leggera perplessità e di un vago senso di comunanza. Come se davvero ci fosse un legame, tra autore e lettore. E questo, per noi che stiamo dietro quella cosa chiamata libro, pesa più di una buona recensione.
Certo, se poi lo comprassi pure, ’sto maledetto libro, invece di farti fare l’autografo sul biglietto della fiera, saremmo ancora più contenti, eh?

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19

05 2009

Balletto

prende-legge-posa
prende-posa-prende-legge-posa
prende-prende-prende (!)
prende-posa-prende-posa-riprende-legge-prende
ignora-torna-prende-posa
prende-legge-prende-posa
prende-legge-prende-legge-prende

Come ogni anno, aiutata da un complice che fingeva di conversare disinvoltamente con me, ho fatto la piccola vedetta libraia, spiando i lettori che circolavano intorno ai miei libri.
Come ogni anno, speravo di capire, di cogliere i significati nascosti di quel balletto, per sbagliare meno, per convincere di più.
Come ogni anno, due sole certezze.
Come fai sbagli.
E, se per caso non sbagli, non saprai mai perché.

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18

05 2009

Nausee

Io, a Torino, mi vengono le nausee.
La prima nausea è quella dell’arrivo e nasce dalla sensazione che i libri esposti siano esattamente quelli dell’anno scorso, che ti abbiano aspettato lì, intoccati persino dalla polvere, immersi in un eterno presente misto di nobiltà letteraria e disinteresse totale.
La seconda nausea è quella del mio stand e nasce nel vedere tutti (o quasi) i miei libri insieme, allineati, impilati, ammucchiati o torreggianti. Il conato d’identificazione con Anna Magdalena Wilcke è immediato. E sappiamo bene com’è finita quella povera donna.
La terza nausea è quella della troppità e nasce semplicemente passeggiando tra le file, le pile, i mucchi e le torri delle altre CE. E ovviamente si accompagna alla quarta nausea, quella dell’inutilità.
Ma voi non lasciatevi condizionare.
Perché a tutti voi che ci andate, a Torino, che guardate rapiti le file, le pile, i mucchi, le torri e che comunque vi caricate di carta, vi voglio bene.
E vi capisco.

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14

05 2009

Soltanto oggi (LXIV)

Lettura e/a reazione

Se vi interesserebbe un romanzo originale potrei mandarvelo subito [delete]

Allego il mio nuovo romanzo di genere puramente narrativo [delete]

Leggo molti e scrivo anche molto ma la seconda cosa mi piace molto di piu’ [delete]

13

05 2009

Tragedia in due battute

C’era una volta…
Una CE!, diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un’autrice.
Non era un’autrice nobile, ma una semplice, onesta autrice, di quelle si leggono per passare il tempo e magari per riscaldare il cuore.
Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questa autrice scrisse un libro che ebbe una prima tiratura di 88.500 copie, ne vendette 64.925 ed entrò nella classifica del New York Times.
Appena questa autrice ebbe visto quelle cifre, si rallegrò tutta e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce: chissà quanto ci guadagnerò.

Volete sapere come va a finire questa storia? Basta andare qui.
Volete la tragedia in due battute? $0.
True story, chioserebbe Barney Stinson.

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08

05 2009

Monologo interiore (con conseguenze esteriori)

Eccola lì. Alla terza riga.
Quante pagine? 1/154?
No, la lascio stare.
Ho anche poco tempo.
E poi non se ne accorge nessuno.
A parte me. Be’, sì, magari qualcun altro, certo, ma al lettore medio cosa vuoi che…
E poi: se la correggo lì, la devo correggere in tutto il testo, non ci sono santi.
E chissà quante altre cose trovo da correggere in 154 pagine.
No, non ho tempo di fare anche questo.
Hmmm… Fammi vedere se, per caso, la Preclara CE la accetta… Ma guarda, eccola lì, ad apertura di libro, nientemeno!
Già, però il loro è un autore italiano. Quindi lo stile personale, l’editing che si suppone discreto…
La mia è una traduzione.
No, non tocco nulla.
Certo che sta proprio male, però.
E se la correggessi solo quando mi dà molto fastidio?
Ma a chi la voglio dare a bere?
A me dà sempre fastidio.
Va bene, dai, lo faccio per il bene della lingua italiana.
Siamo rimasti soltanto noi delle CE a difenderla, no?
Mi rimane un unico dubbio.
Chissà se ci sono nata, così scema, oppure se lo sono diventata.

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07

05 2009

Un aiutino

“Quindi dovrei leggerlo anche più di una volta?”
“Sarebbe un buon inizio.”
“E poi?”
“Poi rifletti sullo stile, sui temi trattati…”
“Ma lui scrive gialli.”
“E allora?”
“Cosa c’è da riflettere? Quando hai scoperto chi è l’assassino, hai trovato il senso del libro.”
“Vallo a dire a Dürrenmatt.”
“Ah, no, io faccio letteratura inglese, mica tedesca.”
“Veramente Dürrenmatt non è… Vabbè, lasciamo perdere. E poi devi capire, per esempio, in quale contesto si è mosso l’autore, quali sono stati i suoi modelli e come li ha elaborati.”
“Ma non c’è un libro che lo spiega?”
“No.”
“E voi qui non avete niente?”
“A parte i testi originali e quelli tradotti, qualche scheda di presentazione e i contratti, direi di no.”
“E cosa c’è sui contratti?”
“Probabilmente la sua firma. Ti interessa vederla?”
“Mah…”

No, questo dialogo non è mai avvenuto. Però, quando ricevo una lettera o un’email di chi, dovendo fare una “tesina” (sempre il diminutivo) su un certo autore, si rivolge alla CE per avere “materiale”, perché “in giro ce n’è poco”, non posso fare a meno di immaginarmelo.

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06

05 2009

Soltanto oggi (LXIII)

In the zone
… non ho competenze precise nella zona di pertinenza editoriale, ma posso espandermi…

Il mondo alla rovescia
[...] Fate anche libri con allegati? perchè io ne avrei uno pronto in forma di Cd [...]

05

05 2009

Come ti dicevo

Da: Philly Radolloz
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 11.28
A: Catriona Potts
Oggetto: Charlie Charles

Cara Catriona,
sono molto contenta che tu abbia comprato Feromoni per una rapina di Charlie Charles. Sono certa che sarà un successo. Mi mandi la vostra copertina?
Grazie
Philly
——-
Da: Catriona Potts
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 12.32
A: Philly Radolloz
Oggetto: Re: Charlie Charles

Cara Philly,
anch’io sono molto contenta e spero proprio che sia un successo perché Charlie Charles lo merita. La copertina non c’è ancora perché abbiamo appena comprato il libro. Te la mando non appena ce l’ho.
Ciao
Catriona
—–
Da: Philly Radolloz
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 13.04
A: Catriona Potts
Oggetto: R: Re: Charlie Charles

il fatto è che stiamo preparando una brochure per pubblicizzare l’autore. Non potresti mandarmela lo stesso?
—-
Da: Catriona Potts
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 13.51
A: Philly Radolloz
Oggetto: Re: R: Re: Charlie Charles

Mi dispiace, ma la copertina non c’è e ci vorrà parecchio tempo prima di averla.
—-
Da: Philly Radolloz
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 14.16
A: Catriona Potts
Oggetto: R: Re: R: Re: Charlie Charles

se si tratta di qualche settimana, possiamo aspettare.
In più ci piacerebbe avere la traduzione perché qui da noi c’è uno che ha fatto un corso di italiano e vorrebbe dargli un’occhiata.
—-
Da: Catriona Potts
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 14.29
A: Philly Radolloz
Oggetto: Re: R: Re: R: Re: Charlie Charles

Temo che ci vorrà ben più di qualche settimana. Come ti dicevo, abbiamo appena comprato il libro e probabilmente lo pubblicheremo alla fine del 2010. E anche per la traduzione bisognerà aspettare: il traduttore che abbiamo scelto non sarà disponibile che fra quattro mesi.
—-
Da: Philly Radolloz
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 14.58
A: Catriona Potts
Oggetto: R: Re: R: Re: R: Re: Charlie Charles

a noi sarebbe sufficiente anche una copertina provvisoria e un centinaio di pagine di traduzione. Come ti dicevo, c’è tempo qualche settimana. Aspetto tue notizie.
—-
Da: Philly Radolloz
Inviato: venerdì 1 maggio 2009 18.12
A: Catriona Potts
Oggetto: I: R: Re: R: Re: R: Re: Charlie Charles

Cara Catriona,
non ho ricevuto risposta all’email che ti ho mandato qualche giorno fa. Probabilmente non ti è arrivata. Te la inoltro.
Ciao
Philly

Da: Philly Radolloz
Inviato: lunedì 27 aprile 2009 14.58
A: Catriona Potts
Oggetto: R: Re: R: Re: R: Re: Charlie Charles
a noi sarebbe sufficiente anche una copertina provvisoria e un centinaio di pagine di traduzione. Come ti dicevo, c’è tempo qualche settimana. Aspetto tue notizie.

____
Per favore, prima che perda la ragione, ditemi dove sbaglio.

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04

05 2009

Tempo una settimana

Per fare un libro ci vuole tempo

Tempo per scriverlo
Tempo per trovarlo
Tempo per editarlo/tradurlo
Tempo per sapere quante copie tirare
Tempo per farlo conoscere
Tempo per venderlo

Ecco perché il seguito di un romanzo non esce la settimana successiva a quella in cui è apparso il primo romanzo. E neanche il mese successivo.
Ecco perché il libro straniero non esce la settimana successiva a quella in cui è stato comprato. E neanche il mese successivo.
Ecco perché un libro italiano non esce la settimana successiva a quella in cui è stato consegnato. E neanche il mese successivo.
Ecco perché, se un lettore mi chiede “Ma quel libro non è ancora uscito?”, ridacchio e spiego.
Ecco perché, se un AA mi chiede “Ma quel libro non è ancora uscito?”, lo scarico con eleganza.
Ecco perché, se uno che lavora in una CE da svariati anni mi chiede “Ma quel libro non è ancora uscito?”, m’incazzo.

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30

04 2009

Federico Diaz

Ho seguito, un po’ di tempo fa, un dibattito sulla lingua italiana. Sono rimasta in silenzio, a osservare, confrontando quella chiacchierata con la mia realtà quotidiana, quella degli “autori emergenti”. Non gente che, parlando con un amico, si aggrappa a un calco linguistico o arranca su un congiuntivo, ma gente che si è seduta davanti a un computer (o a un foglio bianco), ha cominciato a scrivere e lo ha fatto probabilmente per parecchio tempo, convinta di avere qualcosa di interessante da dire e di averlo espresso.
Ecco, io credo che questa gente abbia bisogno di regole e di chiarezza. Spesso non lo sa (non se ne rende conto?) però ne ha un bisogno disperato. Perché è proprio lì che si va a schiantare. Non dominando le regole, anche il suo pensiero è sregolato. Non conoscendo il senso delle parole, le sue parole diventano senza senso.
Quindi, no, quando uso “decade” in senso proprio non mi sento una specie di Federico Diaz della lingua italiana.
Perché alla domanda: “Si capisce?” non bisogna mai rispondere: “Abbastanza”, ma: “Sì.”

Aggiornamento: Scusate, non mi ero accorta che la discussione su Friendfeed era privata. Lascio il link perché forse qualcuno dei “coinvolti” vuole ripassarla. Per gli altri, in sintesi, si è trattato di un vivace scambio di idee sulla “malleabilità” della lingua italiana, soprattutto riguardo all’uso proprio (e improprio) della parola “decade”.

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29

04 2009

Soltanto oggi (LXII)

Ah, ecco
Si potrebbe dire che la mia storia è molto confusa ma non è vero!

Warning
!!!ATTENZIONE!!! Il romanzo NON è stato CORRETTO!!!

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04 2009

Invocazione del lunedì

O santo patrono delle CE, chiunque tu sia, come tutti i lunedì sono qui a rivolgerti la mia invocazione.
Ti prego,  questa settimana fammi trovare un libro

Se però ti risultasse impossibile (e comincio a sospettarlo, dati i trascorsi), ti prego almeno di allontanare da me tutti i libri anche solo vagamente simili a

Come ringraziamento, prometto di pubblicare qualsiasi cosa tu voglia, fosse pure un testo patristico in lingua copta.
Mi sembra uno scambio equo, no?

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27

04 2009

Armadi

Ci hai provato ed è andata male. Riprovarci? In qualche raro caso è possibile, addirittura consigliabile; in moltissimi casi è un suicidio e basta.
Già, ci hai provato ed è andata male, però lui (o lei) non lo sa oppure non gliene importa. Continua a scrivere. Anzi sembra che scriva più di prima. E infatti, come la pioggerellina di marzo che picchia argentina sui tegoli vecchi, i suoi libri, appunto, piovono sulla tua scrivania. Tu li guardi, sospiri, e li metti via. Senza avere il coraggio di rimandarli all’AA o alla CE straniera.
Però ogni tanto apri un armadio e te li trovi davanti, allineati, in attesa. Di una traduzione, di una copertina, di un piano marketing. Che non arriveranno. Eppure, nonostante tutto, proprio non ce la fai, a impilarli dentro una scatola e a rispedirli indietro, a liberartene per sempre.
Così richiudi l’armadio e ti allontani in fretta.
E poi dicono che i fantasmi non esistono. I miei hanno addirittura il codice ISBN.

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24

04 2009

Matrimoni e funerali

Una fiera è un po’ come un matrimonio. All’inizio tutti calorosi, abbraccianti, “… ma possibile che ci vediamo solo qui?” Poi seri, compunti, attenti. Infine i gruppi, le chiacchiere, il cibo, persino le sbronze.
Una fiera è un po’ come un  funerale. All’inizio tutti calorosi, abbraccianti, “… ma possibile che ci vediamo solo qui?” Poi seri, compunti, attenti. Infine i gruppi, le chiacchiere, il cibo, persino le sbronze.
Quest’anno – la crisi, ah, la crisi! – si pencolava minacciosamente verso il funerale.
Per fortuna, nel mio mondo, a officiare la cerimonia sono soprattutto le numerose, numerosissime donne.  Che trovano sempre il modo di sdrammatizzare, magari soltanto con un’occhiata perplessa agli stivaletti fluo dell’AA norvegese. O con un abbraccio tanto affettuoso quanto inatteso. O con una scintilla di vera passione per un certo libro.
Alla LBF 2009, insomma, un lieto turbinio di estrogeni ha sventato il pericolo del funerale. E non è poco.

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23

04 2009

Copioni

#queryfail
Vale a dire i soltanto oggi in versione twitter, più o meno.
Qui un articolo del Guardian che spiega cos’è successo.
E sappiate che oggi – 17 aprile 2009 – è il queryfail day 2.
Ciò detto, trotterello felice e spensierata verso la LBF 2009. Ci si sente tra un po’.

P.S. Sappiate che c’è anche #agentfail, mentre #publisherfail non mi sembra che abbia molto successo.

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04 2009

Monologo

Buongiorno buongiorno, allora, vediamo un po’, quello lì l’ho già letto, di quell’altro non mi fido, questo qui ha una brutta copertina, ah, se potessi farle io, le copertine… Scusi, mi consiglia un bel libro, ma bello, eh, perché l’altra volta me ne ha consigliato uno che era meglio se lasciavo perdere, invece no, io i libri li leggo per intero, fino in fondo… Questo? Ma è bello? Perché non l’ho mica visto in classifica, mi faccia vedere… No, no, per carità, è ambientato in Africa, mai piaciuti i libri ambientati in Africa, voglio qualcosa di più normale… Quest’altro? Perlamordiddio, un altro giallo italiano! Ormai tutti gli italiani si mettono lì a scrivere gialli e la letteratura, eh, dove è finita la Letteratura con la L maiuscola, me lo spiega? Questo, dice? Ah, beh, già, me ne ha parlato un collega… D’accordo,  sì, lo prendo, sperando che vada bene perché sa, i libri non li mollo mica a metà, vado fino in fondo, io. Quant’è? Apperò,  anche i libri costicchiano, eh? Ecco, tenga, però si ricordi che mi sono fidato… Grazie, arrivederci arrivederci.

Dedicato ai librai, in apparenza assenti dalle righe di questo blog, ma in realtà sempre presenti.
E dedicato anche a quei lettori rompiscatole a cui dopotutto voglio bene perché continuano a comprare libri.

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04 2009