Profumi e balocchi

Non mi ha mai dato fastidio che il libro venga trattato come un profumo o un balocco. C’è troppa patina di falsa cultura in Italia per non essere d’accordo su chi pensa che esso sia comunque, in fondo in fondo (e in superficie in superficie) una merce. Quello che insfatidisce (me e forse altri) è che il rapporto con il libro sia considerato una merce. E una merce che deve essere recapitata in pochissimo tempo, tipo 8 minuti per 4 libri, “tanto c’è la slide-di-powerpoint”. Mi sono sempre piaciuti gli americani, con le loro one-line-pitch (“E’ un incrocio tra Il laureato e Non aprite quella porta…”) però qui si esagera. E così, lunedì prossimo, davanti a una paludatissima assemblea, mi ritroverò a fare la 8X4. E uno di questi libri, badate, non è ancora nato neppure nella mente dell’autore…

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09 2007

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