Sono (stata) una persona orribile

A parte gli ex voto, posso affermare che il mio lavoro è (ed è sempre stato) tranquillo.
Però una volta, molto, molto tempo fa…
[suono di arpa e dissolvenza incrociata]

Mattina presto. Una collega si affaccia alla porta del mio ufficio: “Catriona, c’è un signore che vuole vederti…” In un lampo, la collega viene scavalcata da un uomo che si piazza sulla sedia davanti alla scrivania, posa a terra una borsa e mi fissa. In silenzio.
Catriona: “Scusi, ma…”
Sconosciuto: “Dovevo vederla oggi.”
C: “Mi perdoni, ma noi non avevamo un appuntamento, vero? Lei è…”
S: “Lo sa benissimo, chi sono.”
C: “Davvero?”
S [si guarda intorno]: “Vedo che lo ha nascosto.”
C [spazientita]: “Senta, io non so…”
S: “Eh, ha fatto bene perché…”
E qui parte un discorso di almeno mezz’ora. Definirlo “irrefrenabile” è fargli torto. E’ una colata lavica, una cascata niagariana (niagarica? niagaresca?) di parole da cui emergono, a intervalli regolari, le espressioni “complotto”, “alieni”, “tengono tutti all’oscuro” e “rivelazioni”, unite allo sventolamento di fogli che emergono dalla borsa e ci ritornano subito. Verso la fine, però, cominciano a emergere altri termini: “esclusivo”, “scoperta” e “scottante”.
Poi cala il silenzio.
Lui mi fissa.
Io non ho la minima idea di cosa abbia detto.
S: “Bisogna fare qualcosa, subito.”
Valuto rapidamente le opzioni. Cacciarlo via? Troppo pericoloso. Assecondarlo? Ancora più pericoloso. Scelgo una via di mezzo.
C [compresa nella parte]: “Capisco. Ma, sa, è una decisone importante, non posso prenderla io, da sola.”
S [insospettito]: “Si rende conto del rischio, vero?”
C [compresissima nella parte]: “Appunto. Le faremo sapere al più presto.”
S: “Ma io non posso uscire troppo spesso. Mi seguono. E il mio telefono è sotto controllo. Vi chiamerò io.”
C: “Va bene.”
E se ne va, ratto com’era arrivato.
Vi giuro che, all’epoca, ho setacciato il mio ufficio a palmo a palmo, cercando un manoscritto “scottante”, “esclusivo”, gravido di “complotti” e di “alieni”. Invano.
E devo confessare di essermi negata a lungo al telefono.
Non senza un vago senso di colpa.
Anche perché, dopo un paio di mesi, il signore in questione ha smesso di chiamare.
L’unica cosa di cui sono certa è che non era Giacobbo.

04

03 2010

9 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Quindi, quando ci invaderanno gli alieni, sarà tutta colpa tua?

    (Perché l’importante, lo sai, è avere qualcuno a cui dare la colpa)

  2. 2

    Io chiederei ad Attivissimo una perizia sull’ufficio. Sei consapevole, poi, che ha smesso di chiamare perché gli alieni, dopo averlo rapito più volte, per rilasciarlo immancabilmente e inspiegabilmente, si son rotti le balle che uno andasse a divulgare verità scottanti sul loro conto e l’hanno smaterializzato?!
    Senza parlare del fatto che tu non ricordi nulla, ma in realtà gli hai risposto affermativamente, hai pubblicato il suo libro e, solo ora, ti viene il senso di colpa perché s’è inceppato il macchinario di alterazione spazio-temporale dei Kravulanitopunth, che hanno setacciato il mondo alla ricerca di ogni copia, ogni bozza, ogni file e cancellato ogni ricordo dalla mente di lettori e editori.
    Io, per esempio, ho una segretissima copia dell’incipit del manoscritto, conservata in una camera iperbarica spedita nello spazio, legata con un cavo di platino-iridio ad un generatore di campo magnetico che la rende invisibile a qualunque scanner, occhio, pensiero o religione.
    Ah … io non esisto.

  3. msspoah #
    3

    Te lo devo dire, il Però una volta, molto, molto tempo fa…
    [suono di arpa e dissolvenza incrociata]
    mi ha cambiato l’umore :-) Per tutto il resto… Pennac lo sa? :-)

  4. msspoah #
    4

    Te lo devo dire: il per andare a capo l’avevo messo. Giuro.

  5. msspoah #
    5

    Il br racchiuso in “”… Così, me lo scriverà?

  6. msspoah #
    6

    No, quei cosi proprio no gli piacciono…

  7. msspoah #
    7

    n

  8. El Gino #
    8

    Secondo me era Diegozilla.

  9. 9

    Secondo me invece poteva essere Giacobbo, non hai visto come compare e scompare in studio… Non facciamoci ingannare dall’altezza… Urca! Giacobbe è un avatar!



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