Preghiera natalizia
Natale. Come per miracolo, le quotidiane lagnanze “Ma quanto costano ’sti libri?” svaporano nell’aria diaccia e si condensano nel nembo “Massì, a regalare un libro si fa sempre bella figura con poca spesa.”
Lo so che la cosa vi fa sorridere, miei amatissimi lettori forti, voi che avete cancellato il nome della mamma accanto alla casella “Persona da contattare in caso di emergenza” per sostituirlo con quello del vostro libraio.
Ma so pure che, in questo periodo, la libreria diventa zona franca, popolata da avventizi della parola letta, da sbandati della letteratura, da traghettatori del cartonato. Tutti atterriti, ansiosi, famelici.
Ed è a loro che vorrrei rivolgere una preghiera.
Per piacere, non chiedete al libraio: “Devo fare un regalo… mi consiglia un bel libro?”
Essere superiore sotto molti aspetti, il libraio non può tuttavia leggere né nel vostro pensiero né in quello del destinatario del dono. Quindi vi consegnerà uno dei venti-trenta libri “più venduti”, voi lo regalerete speranzosi, la persona che lo riceverà lo avrà già letto (o ne avrà ricevuto altri tre in regalo) e la vostra bella figura diventerà una figura da peracottaro (o da cioccolataio, a seconda della zona geografica d’appartenenza).
Datemi retta: non chiedete nulla. Guardatevi semplicemente attorno per cinque-dieci minuti. Fatevi tentare da una copertina, da una frase, da un titolo, da una bandella. Come fareste per un foulard, per un paio di guanti, per una tovaglia. Senza pensarci troppo, senza inseguire nulla. Poi, leggeri e leggiadri, prendete un libro e pagate.
Al destinatario, potrete dire in tutta sincerità: “Sai, non l’ho letto ma, quando l’ho visto, mi ha colpito.”
Se poi vi chiede di sposarvi, però, come minimo voglio i confetti.