A cautionary tale

Visto che una delle poche trasmissioni della TV italiana in cui si parla di libri (sicuramente la più seguita) istiga a pubblicare il proprio libro a pagamento (perché l’ha fatto nientemeno che Italo Svevo) e lo fa con frasi del tipo “non demordere e mettere da parte qualche risparmio”, mi è tornato in mente un libro di cui forse alcuni di voi hanno sentito parlare: Atlanta Nights.
Mi spiace che le informazioni siano soltanto in inglese, ma ecco il succo: un libro scritto apposta per essere impubblicabile (capitoli duplicati; personaggi che muoiono e riappaiono senza spiegazione e che, sempre senza spiegazione, da uomini diventano donne o da bianchi diventano neri; errori grammaticali e sintattici a pioggia eccetera) e mandato a una delle più grandi vanity press americane.
Risultato: un’offerta di pubblicazione (ovviamente rifiutata).
L’ho già detto: volete vedere la vostra creazione in formato libro? Nessuno ve lo impedisce. Le tipografie possono fare un lavoro eccellente; realizzare un e-book ormai è facile. Da un editore a pagamento sborsate di più e andate incontro all’inevitabile, doloroso destino della non distribuzione.
Sì, lo so che ci sono stati Lawrence, Kipling, Poe, Proust, Whitman, Wilde, Twain. Per non parlare di questi (e molti altri) casi.
Ma davvero pensate di…
Davvero?
Be’, buona fortuna.

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02 2010

15 Commenti Commenta ↓

  1. 2

    In realtà Atlanta Nights, nonostante gli sforzi degli autori, a una prima occhiata non riesce a essere terribile come certe lordure che sono state pubblicate davvero e non a pagamento. C’è poco da fare: uno scrittore decente peggio di tanto non riesce a fare, nemmeno mettendosi d’impegno.

    Ci sarebbe un altro esperimento interessante, un’evoluzione di Atlanta Nights: mandare a una casa editrice qualche porcheria che lei stessa ha pubblicato sei mesi prima cambiando titolo e nomi, e vedere poi il motivo del rifiuto (tipo “non rientra nelle nostre linee editoriali”).

  2. 3

    …questo accampamento virtuale mi piace proprio tanto tanto :-) ) si respira aria di caffè letterario sebbene dici che per il tuo mestiere non ne puoi più dei libri (se ho ben compreso); eppure si avverte che ce li hai dentro lo stesso.
    Un gesto futurista : scrivere da sx.a dx.come nei manga

  3. The Number 1 Fan #
    4

    Ciao!
    Bazzico spesso questo blog ma non ho mai postato. A dire il vero mi sento più una voyeur, mi diverto a leggere i post ma soprattutto i commenti. Senza contare che è affascinante intravedere squarci di una realtà editoriale che mi è davvero poco familiare. Io penso che chi pubblica a pagamento rientri o nella categoria illuso o nella categoria ignorante. La prima è ingiustificabile, la seconda cade invece nella trappola di editori come Il Filo e roba simile.
    E’ però anche sbagliato l’atteggiamento di presunti scrittori che attaccano gli editori solo perché hanno rifiutato i loro lavori. Prendiamo la Longanesi ad esempio o la Feltrinelli. Gli esordienti ci sono eccome. Da lettrice di fantasy posso anche citare scrittori di genere che sono editi da grandissimi editori. Mi pare strano che le case editrici si siano rimbecillite tutte assieme!

    Scusate il piccolo sfogo, ma è la quinta volta che leggo cose simili e non riesco a trattenermi. Io scribacchio racconti per perdere tempo, non ho alcuna velleità artistica, anzi! Nella vita vorrei fare tutt’altro e penso lo si noti anche dalla poca padronanza che ho della lingua italiana.

    Ciao Carlotta, dalla tua fan numero 1 =)

  4. 5

    Il problema non me lo pongo non ho un euro, poi, se volete fare una colletta mica mi trovate a fare il difficile, ve lo do volentieri il mio numero di conto:)

  5. 6

    The Number 1 Fan wrote:

    Da lettrice di fantasy posso anche citare scrittori di genere che sono editi da grandissimi editori. Mi pare strano che le case editrici si siano rimbecillite tutte assieme!

    Non so se si siano rimbecillite tutte assieme, ma se parliamo di fantasy negli ultimi anni hanno pubblicato una montagna di rumenta da far impallidire l’emergenza rifiuti in Campania…

  6. 7

    Una volta scrissi delle poesie, erano nate per essere orrende, sgrammaticate, brutte e vuote.
    Roba tipo “Coniglio, coniglio dammi un consiglio”. Insomma, vera spazzatura scritta per cazzeggio ad un amico. Poi il colpo di genio (si fa per dire). Ne abbiamo buttate giù ancora (e sai che sforzo) e le abbiamo inviate ad uno di questi editori a pagamento. Non chiedevamo di pubblicarle, chiedevamo consigli per migliorarle. Per loro erano già bellissime, ricche di significato e ovviamente stampabili in una raccolta. Allora ci siamo andati giù pesante con gli errori di grammatica, pezzi insensati ed evidenti errori di battitura.

    Sai cosa? Per loro era ancora arte da pubblicare. Con la semplice scusa “tutto è arte perché nasce”. Che vorrà dire poi? Sarà, ma la risposta è stata forse più insensata delle poesie. Anche la loro è arte, ma della truffa.

  7. 8

    Ma lo stesso discorso vale anche per le pubblicazioni scientifiche?

  8. il_Fabri #
    9

    @chicco: ma guarda, per la “gioia” di angra potrei citare una GRRRRande autrice italiana che in uno dei suoi libri ha messo la seguente bellissima poesia:
    “Luce, mia luce,
    Dov’è la mia luce?
    L’ombra l’ha avvolta
    Nel suo tenebroso seno l’ha accolta.
    Sole, mio sole,
    Dov’è andato il mio sole?
    La notte l’ha rubato
    Nel buio profondo l’ha agguantato.
    Vita, mia vita,
    Dov’è la mia vita?
    Dalle mia dita è fuggita
    Come un fiore tra i rovi è appassita.”

    perciò non vedo perchè non debba essere pubblicabile “coniglio dammi un consiglio” ^^

  9. 10

    @il_Fabri: LOL! ^____^

    Vabbe’, quella almeno vende centomila copie a botta. Cestinarla sarebbe stata una dimostrazione di senso civico da parte dell’editore, ma non si può pretendere tanto.

  10. Massimo Ortolano #
    11

    @Stelladellasenna: per quello che ne so, l’editoria scientifica funziona in modo differente: l’autore scrive alla CE facendo una proposta di libro (indicando argomento, livello del libro, tempo di scrittura). La CE esamina il curriculum dell’autore e ne valuta la proposta. Eventualmente, la CE può anche chiedere all’autore delle modifiche su quanto proposto (p.es. integrazioni di argomenti).

  11. Melmoth #
    12

    Le CE a pagamento sono un abominio.
    Perchè? Perchè producono opere di miserando valore, per forma e contenuti.

    Domanda: ma se una CE “vera” lascia l’editing solo alla correzione di bozze, quanto dista quella CE da una CE a pagamento? Non troppo.

  12. 13

    @Massimo: grazie

  13. 14

    @Melmoth: perfettamente d’accordo. Le CE a pagamento non si distinguono perché pubblicano robaccia, ma perché fregano i soldi agli scrittori. Come lettore, non mi fa differenza se la CE è a pagamento o no. Prendiamo il fantasy: se in questo momento compro l’opera di un giovane esordiente italiano da una CE a pagamento o da una CE “vera” e blasonata (facciamo qualche nome: Mondadori, Einaudi, Newton & Compton, Curcio, …) mi ritrovo tra le mani in ogni caso una schifezza immonda. Volendo fare un paradosso, l’unica cosa che si può dire di buono delle CE a pagamento è che per soldi sarebbero disposte a pubblicare qualsiasi cosa, persino dei bei romanzi.

  14. 15

    Grazie per la “chicca” di Atlanta Nights, non ne sapevo nulla! Ho subito tradotto la voce in italiano :-)
    Davvero interessante il blog.



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