Sorprese

Hai letto il suo libro. E ti è piaciuto. E ti sei immaginata quell’uomo dallo stile così denso e preciso, dai dialoghi così puntuti, dal piglio così autoriale. Un Rutger Hauer (giovane) con la voce di Dustin Hoffman (giovane). Con qualche zettatonnellata di carisma.
E ti ritrovi davanti un uomo-quasi-ragazzino, con gli occhi buoni e perennemente sgranati. Gentilissimo, come se avesse paura di dare – anche impercettibilmente – fastidio. La voce è bassa, sì, ma fino al sussurro. Gli fai un complimento e lui abbassa lo sguardo. Ti parla della casa, della moglie, del figlio nato da poco. Si accende un po’ quando, su tua diretta (e quasi maleducata) sollecitazione, descrive i suoi progetti, ma è un lampo fuggevolissimo.
Eppure non sei delusa, anzi. È bello quando si riesce a mettere tutto in un libro, quando l’intensità del testo assorbe e fa riverberare quella dell’individuo.

P.S. Comunque, se conoscete qualche autore fornito di zettatonnellate di carisma, presentatemelo. Ci conto, eh?

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10 2007

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