Viva Gibert, Giuseppe e il Giovane

Au bord de la Seine, sotto un magnifico cielo cangiante (alla faccia dei manifesti che evocano i pericoli della canicule), ascolto le lamentazioni di una mia autrice, donna tanto deliziosa quanto concreta nonché parigina da generazioni: le librerie stanno chiudendo, la gente non legge più, i libri sono in crisi… Poi faccio un giro nei dintorni (ma anche oltre): vicino all’Institut du Monde Arabe, su strade parallele, ci sono la Librairie Avicenne e la Librairie Averroès (saranno in feroce competizione?); lì accanto ci sono librerie di storia, di filosofia, di cinema… Molti passanti si fermano, alcuni entrano. In giro, nei caffè, sulle panchine, la gente legge, tanto, di tutto. Infine entro in quel tempio che è Gibert Joseph e lo trovo brulicante, turbinante, esaltante di persone. Guardo con stupore sempre uguale e sempre rinnovato la parete della Bibliothèque de la Pléiade, le file e file dei Folio, le classificazioni intelligenti, le segnalazioni puntuali e quasi mai scontate e, soprattutto, i volumi nuovi accanto a quelli con la striscetta gialla “Occasion” sul dorso. Non separati – confinati, esiliati – in tristi librerie “di seconda scelta”, ma accanto a quelli nuovi. E la stessa cosa si ripete nella libreria gemella, Gibert Jeune. Persino i giornali sono pieni di libri, con l’elenco dei più attesi per la rentrée. Forse la mia autrice ha ragione, forse questo è un fenomeno prettamente parigino, ma l’orlo del burrone per loro mi sembra ancora lontano.

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08 2008

6 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    E’ esattamente la stessa lamentazione che sento dagli autori ed editor giapponesi. Poi pero’ hanno scrittori che in tre o quattro anni vendono quindici, venti milioni di copie. E non parliamo delle librerie. A Tokyo non sono poche quelle di sette-dieci piani…
    Credo che loro, come i francesi, per “crisi” intendano semplicemente il fatto che vendono un po’ meno di una decina di anni fa.
    Tanto per farsi un’idea…

    http://www.maruzen.co.jp/top/
    (Maruzen)

    http://www.jguide.net/city/tokyo/nihonbashi/book.php
    (Yaesu Book Center)

    http://www.kinokuniya.co.jp/english/contents/offices.html
    (Kinokuniya)

  2. 2

    au bord de la seine… non so perchè, ma ho letto ‘au clair de la lune’ e nella mia testa proseguiva con ‘mon ami pierrot’.
    ovviamente.

    Però per il lamento generalizzato di lettura: non so se si tratta di una mia impressione, ma conosco molta più gente che legge, da qualche anno a questa parte. Spero che sia una piccola inversione di tendenza…

  3. Catriona Potts #
    3

    @ Massimo L’idea di molte librerie a sette-dieci piani mi ha fatto girare la testa, sappilo. Quanto alle lamentazioni, hai probabilmente ragione. E poi ognuno guarda il suo orticello… ;-)
    @ monicabionda Mi sa che le statistiche ti danno torto, purtroppo… Comunque, se vuoi, possiamo sempre cantare insieme “Sur le pont d’Avignon…” :-)

  4. 4

    Ho vissuto abbastanza a lungo a Parigi e mi ritrovo a camminare nei luoghi di cui parli in questo post. Ricordo le librerie, i libri usati, la classificazione. Difficile immaginare qualcosa di simile da noi. Però talora il mezzo può creare costume (espressione insulsa, ok. Spiego): se ci fossero delle superlibrerie così, sarebbero desolatamente vuote o potrebbero attirare nuovo pubblico e nuovi lettori?

    Inachis

  5. Catriona Potts #
    5

    @ Inachis Mi verrebbe da risponderti che, se non le hanno ancora fatte, allora significa che rimarrebbero vuote. Però non ne sono così sicura…

  6. 6

    Sì, verrebbe da dirlo anche a me. Eppure, quando mi dicono che la tv fa brutti programmi perché la gente li chiede, non sono così d’accordo. Credo che la tv faccia brutti programmi perché non ha il coraggio di rischiare. Mutatis mutandis potrebbe essere lo stesso per i libri e le librerie.

    Inachis



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