Scovante refusi

Direi che il 50 per cento dei curriculum che ricevo contengono la frase (in varie declinazioni) “vorrei diventare correttore di bozze”. Ora: io adoro i correttori di bozze. Eleverei loro un monumento in ogni città d’Italia (“A Rossino Rossi, scovante refusi, la Patria grata”) però mi chiedo se chi scrive quella frase sa veramente cosa significhi fare il correttore di bozze. Vorrei quindi spazzar via alcune idee abbarbicate da tempo immemore nelle menti dei lettori-correttori di bozze in pectore:

  • Saper correggere le bozze non è (più) un passaporto per entrare in una CE. Molto meglio fare il lettore (come ho già detto) o diventare un revisore (ne parlerò… oh, se ne parlerò!) Oggi le bozze sono sì un passaggio obbligato per sollevare l’autore o il revisore da quegli errori (nati dalla fretta, dalla distrazione, dalla superficialità) che scappano anche quando si è letto più volte il testo, ma sono anche (o dovrebbero essere) un ultimissimo gradino. Insomma: un tempo il correttore di bozze entrava in sala operatoria, oggi chiede un medicinale da banco in farmacia.
  • Correggere le bozze è un lavoro estenuante. Soprattutto perché l’equivalenza “correggo il libro”=”leggo il libro” non funziona benissimo. Il correttore deve avere sempre gli orecchi alzati e la matita appuntita, ma deve anche avere una sensibilità spiccatissima per sapere dove e come intervenire. Quindi la sua è una lettura in qualche modo astratta, un impegno a mettere insieme segni che devono essere uniformi e congruenti. Provateci, a leggere così un libro intero. A ricordarvi la storia soprattutto per i suoi elementi fondanti e non semplicemente per quelli narrativi. Ad assicurarvi che tutto sia uniforme. È un impegno bestiale, reso paradossalmente ancora più difficoltoso da quello che dicevo prima. Se i refusi o le incongruenze sono poche, è più facile distrarsi e quindi lasciar passare svarioni anche grossi. (A proposito: trovare ogni tanto qualche refuso [per orripilante che sia] in un libro non è segno incontrovertibile di abilità in questo tipo di lavoro. Bisogna provare con un libro intero e in tempi stretti).

Se, dopo tutto ciò, volete ancora fare il correttore di bozze, allora ho un consiglio da darvi: prendete un paio di libri della CE a cui volete mandare il curriculum e fateli a pezzi: setacciateli, prendete nota degli errori e fate delle ipotesi di correzioni. Poi mandate il tutto alla CE. Se sono furbi, almeno una prova ve la faranno fare…

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11 2007

10 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    mah, credo che nella maggior parte dei CV “voglio fare il correttore di bozze” equivalga a un quasi fantozziano “spazzoancheilpavimento portoilcaffè svuotoicestini mafatemilavorare” solo che sembra più fico e professionale. Lo so perché ai miei (vecchi) tempi l’ho scritto anch’io ;-)

  2. catrionapotts #
    2

    Sì, è vero. Ma ciò non fa che accentuare l’erranza (l’erratezza? l’erratività? l’errativismo?) di chi vuole lavorare in una CE, senza sapere cosa l’aspetta. E’ un lungo discorso: ai miei (vechissimi) tempi, m’immaginavo un luogo silenziosissimo, in cui tutti leggevano, leggevano, leggevano…

  3. f #
    3

    ahem.. veCchissimi forse. ps guarda che ti osservo!
    il tuo correttore di bozze personale (e considera che al lavoro mi chiamano proprio così. scovo gli errori in un battito di ciglia) :)

  4. catrionapotts #
    4

    Ti sei chiesto perché *adoro* i correttori di bozze? ;-)

  5. 5

    correggo romanzi ad un sacco di gente wvia web… sono un correttore di bozze non stipendiato!!!in compenso non ho problemi di tempi!

  6. 6

    Io credo di averla scritto, questa cosa del “mi offro come correttrice” (che comunque è diverso da “vorrei”) in un paio di versioni di CV, qualche anno fa: quelle che non ho mai nemmeno provato a spacciare in giro.
    “Il correttore” di Steiner l’hai letto? Ricordo che mi piacque assai – ma anche che funzionò come ulteriore deterrente!

  7. catrionapotts #
    7

    @ liseuse No,non letto. Appena posso, corro a prenderlo (se non altro per usarlo come deterrente).

  8. 8

    Catriona, non mi correggi i refusi!!! “Averla scritto” è restato impunito :(

  9. catrionapotts #
    9

    @ liseuse Un refuso (non corretto) è un marchio indelebile che ti porterai addosso per sempre e lo tramanderai ai nipoti dei tuoi nipoti per generazioni e generazioni… Scusa, ma stamattina vado un po’ sul mistico…

  10. 10

    Fosse soltanto questo refusino qui… :-D (a me fanno male i piedi dal gran camminare ieri a Milano e tutto ciò mi esime da qualunque deriva mistica)



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