The long and winding road*

Non sono di certo rivelazioni, quelle che scrive Motoko Rich in questo articolo del New York Times. Perché si legge? O, meglio, cosa spinge a leggere e poi a continuare a farlo? La risposta classica, sintetica e un po’ demoralizzante (o forse no) è: Mah. Ognuno sceglie la propria strada (e sceglie soprattutto se imboccarla oppure no). Due cose, però, mi sembrano degne di nota. La prima la dice Jonathan Galassi di Farrar, Straus and Giroux:

“What I find with readers today is they don’t go off on their own to another book. They wait for the next recommendation.”

Ovviamente si riferisce al mercato americano, alle spinte poderose di un fenomeno come Oprah, che in Italia non c’è. Ma, come sempre con ritardo e in scala minore, è chiaro che anche da noi la tendenza è quella. Di recente, in una libreria, ho visto fascette artigianali con la scritta VISTO DA FAZIO, che poi altro non sono se non l’aggiornamento del tormentone: “Scusi, vorrei il libro di cui hanno parlato da Costanzo ieri sera…” Bene? Male? Non mi formalizzo. Qualsiasi cosa serva a far imboccare la strada per me va bene, anche se, come dice l’autore, innestare il meccanismo è tutt’altro che facile.
La seconda è dell’autore:

Readers who want to know they are not alone are finding reflections of themselves in the confessional blogs sprouting across the Internet. And television shows like The Sopranos or Lost can satisfy the hunger for narrative and richly textured characters in a way that only books could in a previous age.

Sono d’accordo, nel male (ah, i confessional blogs… anche se, per fortuna, i blog non sono tutti confessional) e nel bene (le serie televisive). E spero tanto che questa “hunger for narrative and richly textured characters” prima o poi scopra di poter essere saziata con uguale soddisfazione nei libri. Non sarebbe la scoperta del secolo, ma sarebbe comunque una gran bella scoperta per molti.

* Sì, lo so. Faccio ancora qualche titolo con i Beatles poi basta, promesso.

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11 2007

5 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    Guarda che i titoli dei post uguali ai titoli delle canzoni dei Beatles li apprezzo molto!
    Sarà che ho l’età…. ;)

  2. catrionapotts #
    2

    E abiti pure in Liguria (o sbaglio?) Be’, rasenti la perfezione, allora. Comunque i gggiovani non sanno che si perdono! You say goodbye and I say hello!

  3. 3

    Oltre che abitare in Liguria, ho fatto di peggio:
    In the town where I was born lived a man who sailed to sea
    ci sono nato :)

  4. catrionapotts #
    4

    … e sei arrivato in Liguria su un sottomarino giallo? ;-)

  5. 5

    si, prima ero here, there and everywhere, poi sono sbarcato e adesso faccio the fool on the hill.

    ….visto che non ti piacciono i discorsi con le “frasi fatte” ;)



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