Sottoscrivo

Mi chiedono sempre: come fate voi editori a scegliere i libri? Un tempo rispondevo con la celebre battuta del musicista John Cage: “È una domanda così buona che non vorrei rovinarla con una cattiva risposta”. Perché se ci provi, a rispondere, una volta su due l’interlocutore prosegue: “E allora posso mandarle il mio romanzo storico su Venezia ‘Gondole a mezzogiorno‘?”. Oppure: “Senta, io ho una zia che scrive, le manderà il romanzo marinaro d’avventura ‘Vongole a mezzanotte‘”. Però un’indicazione su come presentarsi agli editori si può dare: bisogna avere un po’ di congruenza. In montagna non andate con pinne e maschera da sub, e se andate a un appuntamento d’amore vi lavate i denti (no?). Quindi, se Castelvecchi è editore di nuove tendenze, inutile mandargli una novellona “gothica” (con il “th” metallaro), ambientata in una cattedrale romanica romena: va spedita a Gargoyle, editore di genere horror-cult. Se Raffaello Cortina pubblica psicologia, vorrà leggere di archetipi e inconscio, non di narrativa rosa. A Carlo Gallucci, il miglior editore per l’infanzia, non dovete proporre storie su (o scritte da) venticinquenni fuori di testa, che trovano più facilmente dimora dal Castelvecchi medesimo. Avete proposto a Marco Cassini, che fa narrativa americana da Minimum Fax, il saggio “Come risolvere il problema gestionale delle public utilities leggendo Ovidio”? Peggio per voi. D’altro canto, se siete tanto pazzi (o tanto geni, chissà) da aver intitolato un libro così, di anticamera ne farete parecchia. Noi editori paghiamo ancora, dopo cinquant’anni, la “tassa Lampedusa”. Cos’è? Sta nel pacchetto dell’ultima Finanziaria? No: è un evergreen, un classico da conversazione. Dopo averci agganciato, il tenace aspirante dice: “Se fosse stato per editori come lei, “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa sarebbe rimasto un inedito. Lo sa quanti editori lo rifiutarono?”. Questa sì che è una domanda. Una domanda così buona che non vorrei rovinarla con una cattiva risposta.

Alberto Castelvecchi

(pubblicato su D la Repubblicadelle Donne, n. 576, 1° dicembre 2007, p. 159)

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12 2007

4 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    eh, a questo proposito ne avrei di cose da dire, sul caro alberto. rientra, di diritto, nella categoria predicabenerazzolamale. hai presente?

  2. catrionapotts #
    2

    La categoria l’ho presentissima. Ma non conosco Castelvecchi. Posso soltanto ribadire che non ho niente da correggere su quello che dice qui.

  3. eio #
    3

    L’articolo in sé è sacrosanto. Interessante anche che sia circondato di boxini sulle migliori creme di bellezza o i migliori centri massaggi, io credo. :)

  4. 4

    Castelvecchi ha perfettamente ragione, e mi sa che sarei vissuta ugualmente benissimo se non avessero pubblicato il Gattopardo.



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