Prismi e antiprismi

Certo che deve essere davvero faticoso, per chi non legge, entrare in una libreria: un’infinita serie di parallelepipedi tutti uguali, differenti soltanto nel colore e nelle dimensioni: scatole chiuse, enigmatiche, impossibili da “provare”. Che differenza con i negozi d’abbigliamento, in cui si può sperimentare l’istantanea gratificazione dell’indossare, del vedere “se piace”. O con i negozi di alimentari, in cui persino le scatole ermeticamente chiuse evocano comunque qualcosa di conosciuto e, spesso, di gradevole.
Quindi pensavo: e se cambiassimo la forma dei libri? Se per esempio li incastrassimo tutti dentro prismi e antiprismi?
No, scusate, ma guardare i numeri delle vendite dei libri fa venire idee per lo meno bislacche…

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04 2008

8 Commenti Commenta ↓

  1. J_B #
    1

    E se in quarta di copertina, invece di frasi roboanti ma inutili come “il romanzo più eccitante degli ultimi 3 decenni (Il Paperopoli Sera)”, ci fossero delle informazioni essenziali ma utili?
    Magari fra le decine di libri anonimamente identici riuscirei a trovare quello che mi interessa e lo comprerei pure. Invece tutte le volte che esco da una libreria lo faccio con un vago senso di disappunto.

  2. koshka #
    2

    a chi lo dici…

  3. 3

    tocchi un nervo dolente. Ho passato lustri vittima di totale incapacità di scegliere in libreria. Troppi libri tutti insieme. Alla fine una volta scoperto (dietro suggerimento) un autore, ne leggevo autisticamente tutta la produzione reperibile.

    Oggi segue qualche commento o (orrore) mi faccio incuriosire da titoli e/o copertine. Leggo nel note di quarta e, se la curiosità resta, acquisto.

    Si, sono un povero di spirito. Nemmeno donne nude in copertina mi aiuterebbero… ma forse il suggerimento di J_B è molto più che sensato ne aggiungo uno mio… se si riuscisse a ideare copertine che restituiscano, almeno in parte, le sensazioni contenute nei testi?

  4. 4

    Tutto il mio commento sarebbe reso vano dal fatto che all’inizio avevo erroneamente letto ‘priapismo’.
    Mi limito a quotare commento #1 di j_b

  5. Catriona Potts #
    5

    @ J_B Mi sembra che tu sia un po’ ingiusto. E’ vero, sui libri spesso ci sono recensioni positive (d’altronde, non abbiamo i soldi di certe aziende automobilistiche per fare pubblicità a tappeto su giornali e TV), in copertina e/o in quarta. Ma c’è anche la bandella o comunque c’è un testo descrittivo che spiega l’argomento o la storia del libro. E c’è la copertina. E, di solito, c’è il libraio che mette il libro nella sua “zona”. Bisogna faticare? Forse. Se qualcuno ha un modo più diretto, si faccia avanti.
    @ koskha :-)
    @ Rumenta Certo, è impegnativo. Però il libro è fatto così: una copertina, una quarta, una bandella e la speranza di suscitare curiosità… Però, dai, credi davvero che la CE scelga una copertina per non restituire “almeno in parte, le sensazioni contenute nei testi?”
    @ Fassbinder Dopo aver riso mezz’ora immaginando… be’, lasciamo perdere… ti rimando a quello che ho detto a J_B.

  6. 6

    mi stai dicendo che quindi la maggior parte dei libri sono pieni di … uhm… compost?

  7. 7

    In libreria siamo sempre le stesse persone, amatori con i quali ci si scambiano sguardi d’intesa, quasi fra cospiratori. Io sfoglio, se una frase mi colpisce compro.

  8. Catriona Potts #
    8

    @ Rumenta Uh, ma sai che non l’ho capita?
    @ saonda Sì, un po’ è così. Io però guardo tutti con molta attenzione, soprattutto se prendono in mano un libro della mia CE… :-D



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