Title-time

I numeri…
“No, c’è già quell’altro.”
“Appunto: tira.”
“Appunto: copia.”
“Uh, quante storie! Non c’ha mica il copyright!”
“E poi non mi piace.”
“Be’, allora… I sogni di…”
Sogno porta sfiga.”
“E da quando?”
“Da quando l’abbiamo usato per il libro di Robby Robbs”
“Quello che ha le vendite con il segno negativo?”
“Sì, tornano indietro più copie di quante ne siano andate fuori.”
“Ma il titolo originale?”
“No.”
“Brutto? Intraducibile?”
“Peggio. E’ uguale a quello di due libri già usciti.”
“Con lo stesso travolgente successo di Robby Robbs?”
“Più o meno.”
“Senti, ma come si chiama la protagonista?”
“Hmmm… Luana Frederickburg.”
“E allora chiamiamolo I gioielli di Luana.”
“Sì, e come sottotitolo mettiamo ‘Tutta bona e tutta tana’. Dai, ci vuole qualcosa di più raffinato, evocativo…”
“Hai chiesto alla traduttrice se ha qualche suggerimento?”
“No, caspita, l’ho dimenticato! Lo faccio subito!”
“Così, se il libro va male, possiamo sempre dire che il titolo era sbagliato per colpa sua.”
“Mi sembra un’idea geniale.”

Ci sono momenti in cui emerge la parte peggiore degli individui: il Title-time è uno di questi.
P.S. Ecco il post di ThePetunias’ segnalato da Zia Bisbetica nei commenti. Come sempre, merita assai.

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07 2008

15 Commenti Commenta ↓

  1. L. #
    1

    Leggendo questo post ricordo un “title-time” di qualche anno fa. Io traduttrice idealista alle prime armi, catturata dalla poesia del romanzo, il direttore editoriale fortemente orientato verso il marketing…
    Alla fine il libro non è stato pubblicato, ma i titoli emersi quel giorno e quello indicato nel piano editoriale alla voce “anticipazione” non li dimenticherò mai…

  2. 2

    Non rammento chi disse “Adoro il lavoro di squadra. Ti permette sempre di dare la colpa a qualcun altro”

    Riguardo ai titoli, ti dedico questo:
    http://www.placidasignora.com/2008/01/14/sullarte-del-titolare/

  3. koshka #
    3

    mmmm, un po’ come trasformare “I am a woman” in “Lesbo pulp”.
    Giuro che è vero.

  4. 4

    mmm, no, io credo che non sarò mai brava a titolare. almeno a mente sobria.
    penso sia una di quelle cose che vanno fatte sotto l’effetto di qualche droga psicotropa.
    di recente, comunque, mi hanno detto che una tattica è variare di poco un modo di dire… anche se in questo momento non mi viene più l’esempio che mi avevano fatto.

  5. 5

    Ma solo a me fa incazzare che si trovino traduzioni distanti dal titolo originale? Già per i film è un dramma che ha come vetta Allucinazione Perversa (Jacob’s Ladder) e Se Mi Lasci Ti Cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind)……….

  6. Zia Bisbe #
    6

    Adorabile Rumenta, credi davvero che qualcuno sarebbe andato a vedere… mmm… vediamo… Eterno splende il sole sulla mente immacolata? (Lo dico condividendo il tuo sgomento.)
    Petunio qualche anno fa aveva scritto un post assolutamente memorabile sui titoli cambiati. Lo ritrovassi… ma tanto poi non so postare i link in questi commenti :-(

  7. 7

    Il titolo è importantissimo. Forse è tutto ciò che insieme ad una buona copertina fa vendere un libro. La solitudine dei numeri primi ne è un esempio. Una schifezza di una banalità sconcertante con una copertina neanche eccezionale, ma con un titolo, ragazzi, spettacolare!

  8. 8

    Prima regola: sopravvivere…

  9. 9

    Non sarà meglio prima decidere il titolo, e quindi scrivere il libro? :)

  10. Catriona Potts #
    10

    @ L. Adesso però mi hai fatto venire una gran curiosità…
    @ Mitì :-D Ah, che bel post, il tuo (ma non è una novità). E verissimo (ma neanche questa è una novità). Grazie.
    @ koshka Eh, già…
    @ clumsy Sì, è un sistema. Ma dopo un po’ scoccia (proprio come i modi di dire…) :-)
    @ Rumenta Ti ha già risposto Zia Bisbe. Ci sono orrori (per me il massimo non è stato un libro, ma un film di Truffaut Domicile conjugal diventato Non drammatizziamo… è solo questione di corna) e netti miglioramenti. Però, sì, se si può, meglio tenere il titolo originale.
    @ Zia Bisbe Uh, dai, mandami il link per e-mail: lo inserisco nel post…
    @ il matto D’accordo, ma, se non fosse andato bene, tutti avrebbero detto che era colpa del titolo e/o della copertina…
    @ Novecento Soprattutto a luglio, quando la creatività s’inabissa… .:-)
    @ Saonda Qualcuno lo fa. O dice di farlo… ;-)

  11. 11

    Uh, dimmi tu se è normale tradurre The Stand di Stephen King in L’Ombra dello Scorpione. E nel libro non si parla né di ombre né di scorpioni, bah.

  12. Catriona Potts #
    12

    @ Clovis Sì, ma anche The Stand mica è facile da tradurre… :-) Quanto a ombre e scorpioni ho il vaghissimo ricordo che a un certo punto un personaggio venga paragonato a diversi animali, tra cui uno scorpione che “morde nell’ombra”. Lo ricordo perché mi sono detta: ah, ecco da dove hanno preso il titolo…

  13. 13

    @ Catriona Ah? Oddio quel pezzo m’era sfuggito! Comunque secondo me avrebbero potuto fare un po’ meglio, boooh!

  14. 14

    Adesso ti scriverà qualcuno: “Egr. C.E. ho scritto un bellisimo titolo, crede che i suoi redattori potrebbero scrivermi il libro? Cordiali saluti”.

    Inachis

  15. Catriona Potts #
    15

    @ Clovis Certo, è vero. Però, se hai il libro sottomano, prova anche a verificare quello che ti ho detto. Dovrebbe trovarsi oltre la metà.
    @ Inachis Ma ti pare il caso di mettere in testa alla gente certe idee? :-)



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