Sentimental And Melancholy

Lo ripeterò fino alla morte: non mi frega cosa, basta che si legga.
Poi però mi capita fra le mani un libro del 1925.
Mica uno di quelli importanti, decisivi, classici. No. Un libro bello, certo, ristampato negli anni, ma d’interesse generale piuttosto limitato.
E ne esce fuori una prosa densa eppure leggera, una capacità di descrivere soffermandosi sui particolari giusti, un equilibrio ammirevole tra senso e forma.
E mi chiedo se abbiamo sbagliato.
Se abbiamo sbagliato noi, che i libri li facciamo, li “proponiamo” (adesso si dice sempre così).
Se hanno sbagliato loro, gli autori, che i libri li scrivono.
Non sono nostalgica, badate. Be’, non troppo, insomma. So benissimo che non si può inseguire (imporre?) quella lingua.
Ma la sua chiarezza, sì.
La sua necessità, sì.
Perché una simile prosa oggi è un dono rarissimo.
Da entrambe le parti della barricata.

PS Il titolo del post lo potete ascoltare qui.

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03 2009

10 Commenti Commenta ↓

  1. 1

    “non mi frega cosa, basta che si legga”

    Secondo te, l’abitudine in sé a leggere ha influenze maggiormente positive sulla formazione dell’individuo rispetto al non leggere porcate, come quelle di Moccia e affini? Non pensi che queste facciano danni di portata più consistente, se paragonata a una supposta acquisizione di un impulso alla lettura, su menti e animi influenzabili? Non credi che parecchi, purtroppo, si fermino a esse? Trovi che un solo lettore che riesca a smarcarsi e a maturare ne valga decine che invece si fossilizzano e si ritrovano con cervelli annacquati?

    Non so, scusa se appaio aggressivo, in realtà io stesso devo ancora trovare risposte.
    Mi rendo conto che potrei avere generalizzato o esagerato, ma guardandosi intorno nel mondo reale, assistendo ad avvenimenti e conoscendo persone, lo scoramento e l’amarezza non possono non farsi sentire.

  2. 2

    Bella provocazione, carissima. Come se solo il passato ci regalasse libri e scritture, oggi irraggiungibili…No, io non ci credo. Anche se l’oggi è troppo difficile e crudele per farci sognare. Anche io mica ho capito quale è il titolo nascosto…E sono curiosa

  3. 3

    Spettatore di provincia, proporresti quindi di non leggere affatto come alternativa alle porcate?
    Io sarei per la speranza, soprattutto quella nell’appetito che vien mangiando…

  4. otto #
    4

    Che libro e’?

  5. Arturo La Pietra #
    5

    Si fanno già troppi paralleli tra letteratura e architettura, ma quello che scrivi oggi, vale anche nel mio “settore”. Fino agli anni ‘60 in molti più edifici erano insieme densi e leggeri, come dici tu.
    Densità/intensità della forma e leggerezza dell’accoglienza.
    Forse perchè c’era una tradizione cui far riferimento. Non so.

  6. 6

    Perché non compri i diritti e lo fai ristampare dal tuo editore?

  7. 7

    sono curioso anch’io… com’è il titolo del libro?

  8. ff #
    8

    Chiarezza e necessità! Eterne, assolute fondamenta della bellezza? Stanno scappando? Si debbono o possono inseguire? In che modo? Troppe domande? ;-)

  9. 9

    Niki, non lo so; onestamente, come ho scritto, non ho risposte.
    Volevo semplicemente notare che, almeno da quello che ho sperimentato, la posizione che tu dici mi sembra un po’ idealista, ho trovato che le persone per cui vale la pena nutrire la speranza di cui parli sono poche, e non so se il rischio vale, considerando i potenziali danni. Io stesso faccio fatica, nella mia posizione relativamente privilegiata di lettore, ad accettare un dato come questo, che tuttavia ritengo veritiero.

    Poi va bene, probabilmente stiamo parlando per generalizzazioni. Non riuscirei neanche a figurarmi una persona che non legga *nulla*..

  10. Catriona Potts #
    10

    @ Spettatore di provincia Sì, lo confermo. È ovvio che non si tratta di un processo automatico, ma nutro una grande fiducia nella lettura e nell’abitudine alla lettura. Fosse anche per una minima parte di lettori. Forse è una posizione un po’ idealista, come dici nel secondo commento. Ma non posso e non voglio adottarne un’altra.
    @ fatacarabina Sì, è una provocazione. È ovvio che pure oggi ci sono autori che hanno quel tocco. Però il libro di cui parlo (e del quale non voglio rivelare nulla perché non è importante) è un libro medio, non una vetta della letteratura, e questo mi ha colpito.
    @ Niki Pienamente d’accordo.
    @ otto Guarda, davvero, non ti sto impedendo di accedere a un misconosciuto capolavoro della letteratura mondiale. Non è importante.
    @ Arturo La Pietra Grazie, è un’osservazione molto interessante.
    @ il matto Perché è un libro che oggi non sarebbe abbastanza interessante per il grande pubblico.
    @ anecòico Come dicevo a faracarabina e a otto non è importante, credimi.
    @ ff Dici? ;-)



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